Pillole di loops (mettere a tempo i loops in Cubase SX)

Poter mettere a tempo segmenti di audio fra di loro o con del materiale preesistente, o modificare la velocità di esecuzione di un loop sono requisiti ormai irrinunciabili di qualsiasi software audio che si rispetti, Cubase SX 3 incluso: ecco un tutorial sul tema, a cura di cubaser(per evitare di creare una pagina troppo pesante, le immagini, oltre ad essere raggiungibili cliccando sul nome, sono state inserite in una pagina indice che potete aprire in una finestra separata).

a cura di cubaser

Poter mettere a tempo segmenti di audio fra di loro o con del materiale preesistente, o modificare la velocità di esecuzione di un loop sono requisiti ormai irrinunciabili di qualsiasi software audio che si rispetti.

Esistono tre modi di mettere a tempo del materiale audio in Cubase SX: time stretching, warp mode e musical mode; naturalmente, tutte e tre le opzioni non influiscono sull’ intonazione dei campioni. Non è necessario conoscere la velocità originale del campione.

Il time stretching modifica la velocità del loop in modo da adattarla al valore di bpm desiderato; è il sistema più rapido, ma è anche il sistema meno versatile e potenzialmente più distruttivo per la qualità. Il metodo usato, infatti, è sostanzialmente il resampling, ovvero la riduzione o l’interpolazione di campioni (nel caso di rallentamento). In pratica, se un segmento di audio a 120 bpm è composto di 1000 samples (campioni), il software lo riduce a 500 per accelerarlo a 240 bpm, oppure lo aumenta a 2000 (creando ex novo per interpolazione i samples mancanti) per rallentarlo a 60 bpm. Naturalmente, l’operazione non è semplice come descritta. Sono stati sviluppati vari algoritmi per ottimizzare il processo, per chi volesse approfondire l’argomento, segnalo questo bell’articolo su wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Audio_timescale-pitch_modification (in inglese, è molto tecnico, ho capito a malapena il concetto di base ma niente di più, ma d’altra parte il il timestretch lo devo adoperare, mica inventare).

E’ facile quindi rendersi conto del degrado che può essere introdotto in questo modo; si capisce anche perchè questo sistema funziona meglio in accelerazione piuttosto che in rallentamento. Il time stretching si può rivelare molto utile, per esempio, per adattare le sillabe di un doubling vocale o per allineare la chiusura di diverse tracce di un coro.

Importiamo un loop di 4 misure in Cubase SX; il valore originale di BPM, in questo caso, è di 100; infatti, se settiamo il tempo del project a 100, la fine del loop coincide perfettamente con l’inizio della battuta 5. Il file si presenta così:

FIG. 1

Volendo accelerare il loop a 130, il file appare così:

FIG. 2

La fine del loop si è spostata oltre la battuta 6; per modificare la velocità del loop, selezioniamo lo strumento cambio dimensioni con time stretching dal menu tools:

FIG. 3

Quindi poniamo il puntatore all’estremità destra del loop e portiamo la fine del loop a coincidere con l’inizio della battuta 5 trascinandola verso sinistra. Il ridimensionamento è legato alle impostazioni della griglia, perciò con l’impostazione misura (e l’icona grid attivata) lo spostamento avverrà con precisione alla battuta.

FIG. 4

Se il loop, come nella maggior parte dei casi avviene, viene ricavato da altro materiale, è necessario tagliare accuratamente l’inizio e la fine, pena l’imprecisione del risultato.

Il time warp (per chi volesse approfondire: http://www.treknology.it/dettaglio.asp?id=60 🙂 ) lavora in tempo reale adattando la velocità del loop alla velocità del brano; inoltre è in grado adattare un timing variabile ad un tempo fisso (il classico batterista che va fuori tempo sulla rullata) o viceversa di ricavare un groove di quantizzazione da un esecuzione e usarla per adattare l’esecuzione di altre tracce (altro esempio classico, sempre la traccia di batteria che “tira” ma non è perfettamente a tempo), quantizzare l’audio e/o variarne il pitch.

Per questo esempio, ho messo a tempo un brano dei nostri amici Handle With Care (spero che non me ne vogliano, vedi la “sala d’ ascolto” nei forum di cuabse.it) che alcuni lamentavano avesse fluttuazioni di velocità.

Come prima cosa, bisogna ricavare un tempo indicativo: nell’ audio editor, selezioniamo il tool definizione tempo audio. Appare una griglia.

FIG. 5

Facciamo coincidere l’inizio del segmento audio con la prima battuta della griglia trascinando il marker 1 sul primo transiente.

FIG. 6

Facciamo coincidere il primo battere successivo alla battuta 2 della griglia trascinando il marker relativo sul transiente che individua la seconda battuta del loop. Il cursore assume l’aspetto di un metronomo.

FIG. 7

Cubase SX calcola il valore di bpm relativo alla prima misura (in questo caso, 128,26). Questo valore va impostato sulla tempo track (Si apre con Control + T), la cui icona (tempo) deve essere attivata.

Dopo aver tagliato la piccola porzione bianca all’ inizio del brano e allineato l’attacco della traccia alla battuta 1 nella finestra di arrange, riapriamo l’editor audio e attiviamo l’opzione warp samples:

FIG. 8

A questo punto, trasciniamo i transienti che appaiono fuori dalla griglia in modo che coincidano con i beats relativi puntando il cursore, che assume l’aspetto di un orologio, tenendo premuto il tasto sinistro e trascinando il transiente sul beat corretto. In questo modo si “stretchano” in maniera selettiva, a seconda della necessità, solo i segmenti effettivamente fuori tempo. L’attivazione dell’icona taglia sui punti di zero quantizza gli spostamenti sulla griglia.

FIG. 9

I warp tabs così introdotti sono i punti che l’editor usa per forzare l’adattamento al valore di bpm desiderato; sono evidenziati in giallo.

Una possibilità aggiuntiva è creare una groove map da un segmento audio (o da un’intera canzone, se avete pazienza) ed usarlo per quantizzare delle tracce midi in modo che seguano le imperfezioni di timing dell’audio.

Entriamo in modalità hitpoint:

FIG. 10

e quindi in modalità edit hitpoint: verranno inseriti automaticamente dei markers. Questi potranno poi essere spostati, eliminati o reinseriti manualmente secondo necessità.

FIG. 11

Usando il cursore sensibilità hitpoint è possibile variare la modalità di inserimento automatico, come avviene in Recycle.

Dal menu hitpoint (tasto destro del cursore oppure audio/hitpoint) selezioniamo crea quantizzazione groove da hitpoint;

FIG. 12

una groove map col nome della traccia viene aggiunta nella lista delle groove map disponibili nel menu

midi/impostazioni quantizzazione e può essere utilizzata per quantizzare tracce midi sul timing della traccia audio. E’ anche possibile convertire automaticamente gli hitpoints in warp tabs dal menu audio/processa in tempo reale/crea warp tabs da hitpoint

FIG. 13

Selezionando invece dividi eventi audio su hitpoint, il file viene “affettato” come su recycle

FIG. 14

e può essere quantizzato, sia nell’audio editor che direttamente sulla pagina di arrange, dove compare tagliato in slices.

FIG. 15

La terza modalità viene definita musical mode ed è in pratica l’integrazione di Recycle in Cubase SX.

Per prima cosa, occorre individuare la velocità del loop. Questo avviene in automatico, selezionando, come ho spiegato sopra, definizione tempo audio e inserendo la lunghezza in battute.

Una volta completata questa procedura, bisogna selezionare musical mode.

FIG. 16

Da questo momento il loop si aggancia alla velocità metronomica del brano, che può essere variata anche in tempo reale. Eventuali rallentati ed accelerati programmati sulla tempo track saranno seguiti fedelmente.

Da notare che i loops in formato ACID vengono in questa modalità immediatamente riconosciuti come tali.

PITCH SHIFT

Una “fetta” di evento audio può essere trasposta in tempo reale semplicemente selezionandola, aprendo il campo mostra informazioni evento nella pagina di arrange ed inserendo il valore di trasposizione desiderato.

FIG. 17

In conclusione, Cubase SX mette a disposizione un gran numero di tecniche per modificare la velocità del materiale audio; gli algoritmi elaborati dai programmatori Steinberg sono molto validi qualitativamente e nella maggioranza dei casi il risultato è ineccepibile. Le opzioni e gli esempi su cui si basa questo tutorial si basano sulla versione SX 3, in cui è stata pienamente implementata la funzione warp ed introdotta la funzione musical mode.

Buoni stretch a tutti!

cubaser

Valerio Nigrelli inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature. Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it