IK Total Effects (Amplitube 2, Ampeg SVX, Classik Studio Reverb, T-Racks)

Total Effects BundleIK Multimedia ha recentemente reso disponibile, in un unico pacchetto chiamato Total Effects Bundle, quattro dei suoi plug-in più importanti dedicati agli effetti, Amplitube 2, Ampeg SVX, Classik Studio Reverb< e T-Racks. Ecco una recensione.
di cubaser (e cj)

La confezione contiene la chiavetta USB di protezione Syncrosoft, la stessa usata da Steinberg per i suoi programmi, e quattro CD-ROM, ciascuno con una guida di installazione, un piccolo manuale d’uso del plug-in e un foglio sul quale è scritto il numero di serie e la procedura di autorizzazione. C’è da dire che la chiavetta Syncrosoft della confezione che abbiamo ricevuto qualche tempo fa (mea culpa per il ritardo di questo articolo, cj) ora non è più inclusa. IK Multimedia ha recentemente deciso di eliminare l’uso della chiavetta e di basare la protezione dei propri programmi solo sul sistema challenge/response.

Dalla prima installazione del programma con il numero seriale, abbiamo 10 giorni di tempo per comunicare a IK il nostro System ID e ricevere il codice di sblocco, il response code, che lega in nostro hardware al software installato. Certo, capiamo i produttori di software e il loro problema ma, come spesso ripetiamo, è una piccola beffa che siano proprio coloro che acquistano un programma originale a dover subire certi meccanismi di protezione.

Il pacchetto è composto da 4 plug-in dedicati agli effetti. Amplitube 2 e Ampeg SVX sono effetti per chitarra e basso che si basano sulla simulazione di amplificatori reali. Questi plug in si usano di solito in insert sulla singola traccia e possono sopperire alla mancanza di un vero amplificatore, fermo restando che la tipologia di ingresso della scheda audio in uso è molto importante e sarà alla base della qualità del suono che ascolteremo. Classik Studio Reverb è un plug-in dedicato ai riverberi ed andrà usato principalmente in mandata per fornire l’ambiente giusto alle parti che tratteremo, chitarre, voci o effetti che siano. L’ultimo della collezione, anche questo da usare in Insert, è T-Racks , una serie di effetti dedicati al mastering, che molti considerano come l’ultima e più delicata parte creativa prima della pubblicazione del brano.

Classik Studio Reverb
Classik Studio Reverb

SR è un software dedicato alla simulazione di un riverbero da studio. Consta di 4 distinti moduli, Hall, Room, Plate e Inverse, ognuno dei quali consente la riproduzione di una tipologia diversa di effetto. Hall e Room sono i moduli che simulano ambienti più o meno grandi, Plate simula un riverbero caratteristico degli anni ’60 che consisteva appunto in una piastra di acciao  (il più famoso, EMT 400, era realizzato in oro) rinchiusa in un contenitore che aveva dei trasduttori alle estremità. La piastra veniva messa in movimento dal suono in arrivo ad un primo trasduttore e le vibrazioni risultanti, molto complesse, venivano captate da uno o due altri trasduttori poste all’altra estremità generando un suono molto particolare; inverse, infine è in grado di creare degli effetti particolari. Le possibilità di editing, per chi volesse cimentarsi nel compito, sono veramente tante; ma per i seguaci del “facile è bello” esiste anche una modalità Easy, che consente con pochi comandi di modificare rapidamente i parametri essenziali.
La pagina Advanced Mode, però consente un controllo davvero notevole di moltissimi parametri; possono essere modificati, oltre che naturalmente il tempo di decadimento, separato anche come livello per i canali destro e sinistro, parametri come la densità e l’inviluppo delle riflessioni (il riverbero non è altro che la somma di milioni di ripetizioni ravvicinate). Particolare cura è stata messa nell’offrire la possibilità di diversificare il tipo di riflessioni per i due canali della stereofonia: infatti, la percezione della effettiva posizione spaziale di un determinato suono è dovuta al diverso tempo che queste riflessioni impiegano ad arrivare all’orecchio sinistro e all’orecchio destro. Se vogliamo situare un suono a destra nell’immmagine stereofonica,  usiamo normalmente il controllo di panpot; questo, però, fornisce un’immagine bidimensionale, mentre la mente umana riesce a collocare precisamente un suono nelle tre dimensioni ricostruendone la posizione sommando le riflessioni che le arrivano direttamente dalla fonte sonora e dai lati. Applicando un riverbero ad un suono, si crea appunto quest’effetto di profondità; se però i due canali della sterofonia hanno uguali caratteristiche, si perderà l’effetto tridimensionale. CSR è in grado di differenziare le riflessioni per i due canali destro e sinistro ed inoltre, mediante un controllo di modulazione è in grado anche di simulare le interazioni delle riflessioni tra di loro in modo da generare una risposta più realistica; è presente infatti una pagina di Matrix Modulation in grado di applicare fino a 8 sorgenti di modulazione, fra inviluppi e LFO ad altrettanti bersagli. E’ possibile anche associare fino a 8 controlli ad uno o più dei 4 Macro Sliders, che possono essere quindi usati per variare in tempo reale gruppi di parametri in modo da effettuare per esempio un morphing tra due riverberi diversi, o programmare lo spostamento di una sorgente sonora variando al tempo stesso non solo il decadimento del riverbero ma anche le caratteristiche di spazialità e di risposta in frequenza.
Tutto questo ben di Dio di opzioni, però, non deve far dimenticare il parametro principale di valutazione: come suona?
La pasta sonora è bella, naturale e non metallica. Molto bello il modulo Plate applicato alla voce, con preset molto corti (es. Thick vocal plate) la voce acquista presenza e dimensione, sembra situarsi davanti e al di sopra dei monitor; ho anche provato a simulare un ambiente su una traccia (mono) di chitarra acustica. Per iniziare, ho creato un gruppo stereo e assegnato la traccia di chitarra al gruppo, con un panpot a circa “ore 10” sulla sinistra, poi ho creato una traccia effetti con CSR,  assegnato alla mandata effetti del gruppo in prefader. Questa operazione si è resa necessaria per poter giocare con il rapporto fra segnale riverberato e segnale diretto, se avessi usato solo la mandata in post fader sul canale non avrei ottenuto lo stesso risultato, come non lo avrei ottenuto mettendo direttamente in prefader sul canale, perchè così avrei perso i settaggi di compressione e eq di traccia. Lo stesso effetto avrei potuto averlo mettendo in insert CSR sul gruppo, ma, sebbene CSR abbia una serie di parametri fatti apposta per definire la stereofonicità dell’input e dell’output, oltre al normale MIX fra effetto e segnale in ingresso, mi trovo più comodo ad operare con la maniera per me tradizionale. Ho usato un preset Room su CSR, con un tempo di decay molto corto. Una volta stabilito il rapporto fra segnale diretto e riverbero, agendo sul livello e sulla mandata del gruppo, e stabilita su CSR la quantità di riflessioni necessaria a bilanciare il lato dove il segnale diretto è meno presente in modo da farmi avere una percezione realistica del punto da dove desidero appaia provenire il suono, posso agire direttamente sul cursore della traccia di chitarra per alzare o abbassare il volume dello strumento, senza che il rapporto vari. In questo modo, la chitarra viene localizzata sulla sinistra in alto, ma sempre al di fuori della linea retta ideale che unisce i due monitor.
Ci troviamo di fronte, in conclusione, a un plugin potente ma amichevole e di facile utilizzo, con un bel suono e -dulcis in fundo- prodotto da una ditta italiana che si confronta con ottimi risultati e senza complessi di inferiorità con colossi da nomi molto più blasonati.

T-Racks: il Masteringosauro
T-Racks

“Ho notato che i miei mix suonano male e più bassi se confrontati con i cd commerciali…”
Quante volte abbiamo letto (e pensato) qualcosa di simile? Benvenuti quindi nel mondo del Mastering.
T-Racks è il primo software uscito dalle menti degli sviluppatori IK Multimedia, ed è un processore dedicato alla delicata operazione del Mastering, ovvero l’operazione con cui, tramite l’uso di equalizzatori, compressori e limiter, si cerca di dare più presenza e loudness (“energia del segnale”) al proprio mix.
T-Racks esiste in tre versioni, molto simili tra loro: T-Racks 24, standalone, T-Racks plugin, (htdm, rtas, vst, dx e au)  e T-Racks VS, versione ottimizzata per le workstation digitali Roland VS.
Tutte le versioni si compongono di 4 moduli: un equalizzatore, un compressore, un limiter multibanda, e un modulo “soft clipping” che consente di alzare ulteriormente la dinamica del segnale senza incorrere, appunto, nel fenomeno del clipping, che si manifesta come una fastidiosa saturazione.
Il modulo EQ ha 6 interventi, di cui 2 (gli estremi) del tipo passa alto e passa basso, e quattro parametrici, ognuno dotato di bypass.
Il modulo Compressore ha i consueti controlli di Attacco, Rilascio, Ratio (rapporto di compressione) e Input Drive, mentre il controllo Threshold, o soglia di compressione, è stato omesso, rimpiazzato da un circuito automatico “soft knee” che rende la compressione particolarmente morbida. Esiste inoltre un parametro Stereo Enhancer, che enfatizza l’apertura stereo del segnale, devo dire in modo naturale e non invasivo; a volte infatti l’uso di questo tipo di controllo genera artefatti fastidiosi. La versione Plugin ha un ulteriore parametro denominato Sidechain HPF, in pratica un filtro High Pass applicato alla stadio di ingresso in modo da attenuare l’effetto “pompaggio” dovuto alle frequenze basse. Questo filtro è in grado di eliminare dal circuito di rilevazione della soglia del compressore (non dal segnale passante, quindi) determinate frequenze in modo da ammorbidire l’azione del compressore stesso.
Il modulo Limiter è piuttosto semplificato nella versione standalone, ma un vero gioiellino nella versione plugin: infatti si compone di tre interventi separati, bassi medi e alti, con due crossover in grado di delimitare gli split point delle tre bande. Ho provato questa funzione su una traccia stereo di batteria (vera) che presentava una cassa con un discreto attacco ma con una certa saturazione e una coda indesiderata. La combinazione del compressore con la funzione Sidechain HPF e il limiter multibanda mi hanno permesso di migliorarne parecchio la resa, frenando le frequenze basse senza far perdere presenza.
Il modulo Soft Clipping consente di dare la spolveratina finale al nostro lavoro, alzando il loudness generale.
Come considerazioni generali, i controlli sono efficaci, anche se avrei preferito avere la possibilità di inserire i valori direttamente, e non solo girando il potenziometro relativo con il mouse. Sono presenti parecchi preset molto interessanti e funzionali; i preset possono essere caricati sia come modulo singolo che come suite. La vera bellezza sta nel T-Racks plugin, che può essere utilizzato sia caricando l’intera suite come un singolo plugin sia caricando i singoli moduli; con questo sistema, è possibile realizzare, usando in insert di traccia o su software come Wavelab più moduli simili e differenziandone i parametri, combinazioni molto complesse ed accurate di eq, compressore e limiter.
Il risultato finale è valido, sia adoperato (con parsimonia!) per il mastering, sia come plugin generico su singole tracce. In quest’ultimo caso, può rivelarsi particolarmente utile in Cubase per controllare le dinamiche delle ritmiche, dando ad esempio più “botta” alla batteria, senza compromettere l’equilibrio del mix e senza mandare in rosso i led di canale e del master.

Amplitube 2
Amplitube 2

Amplitube 2 è il successore di un fortunato plugin dell?IK, Amplitube 1, ma da quest?ultimo deriva solo il nome e l?idea di base; tutta l?architettura, a partire dall?algoritmo stesso con cui il programma lavora, è stato infatti ridisegnata dai programmatori.
In particolare, il nuovo algoritmo, denominato DSM tecnology, è in grado di ricreare ed adattare la diversa risposta della circuiteria di un preamplificatore o di uno stadio finale in base al volume e al contenuto armonico del segnale in ingresso.
La tecnica Classika della convoluzione infatti ?fotografa? un determinato comportamento di un processore analogico in un determinato istante, ma la risposta di un preamplificatore o di un finale di potenza analogici, soprattutto se valvolari, non è mai lineare, ed è influenzata grandemente anche dalle caratteristiche del segnale in ingresso.
Questo nuovo algoritmo permette una maggiore naturalezza del risultato sonoro consentendo, ad esempio, di controllare dinamicamente il crunch di un preamplificatore dosando il volume in ingresso.
Amplitube 2 offre la scelta fra 14 preamplificatori, 7 finali di potenza, 16 cabinets, 21 emulazioni di effetti a pedale analogici, 6 categorie di effetti digitali (riverberi, delays, modulazioni, pitch, eq e dynamic, enhancer per un totale di 11 effetti diversi), 6 microfoni per la ripresa fra condensatori e dinamici, più un tuner.
Tutto questo ben di Dio è organizzato in 5 Moduli, appunto Tuner, (accordatore), Stomp (effetti analogici a pedale), Amp (Emulazione di amplificatori), Cab (Cabinets) , Rack (effetti digitali).
Una serie di 4 moduli più l?accordatore è chiamata Rig. È possibile impostare 2 Rig paralleli, o sfruttarne i moduli secondo 8 configurazioni precostituite.
È quindi possibile, per fare un esempio, creare due catene completamente distinte e parallele, usando amplificatori ed effetti diversi, o sommare 12 effetti analogici di 2 moduli Stomp in un solo Rig, o collegare ad un Rig 2 cabinets diversi, ed altro ancora. È interessante notare come i moduli possano essere salvati individualmente (es, una particolare combinazione di pedali effetto, o delle regolazioni di un preamplificatore, Module Preset), e inseriti in seguito in un Rig (Global Preset).
Come molte volte accade in questi casi, probabilmente IK non è riuscita ad avere la licenza di citare per nome i modelli proposti nei preset, ma la grafica molto accurata fa capire subito che cosa abbiamo caricato, ed inoltre nel manuale sono citati i marchi replicati. Ad esempio (è impossibile sbagliare) il Global Preset denominato ?Brilliance 30AC? fa riferimento ad un VOX AC30, mentre ?Maximum Gain and Lows? è indubbiamente un Marshall JCM 800; anche famosi effetti analogici, uno fra tutti il mitico Memory Man della Electro Harmonix, qui chiamato Echoman, sono stati riprodotti.
La pagina principale del programma riporta la finestra di dialogo per il salvataggio/caricamento dei presets, il diagramma dei collegamenti dei vari moduli, lo skin dell? amplificatore in uso con i relativi parametri (l?aspetto delle manopole cambia a seconda dei modelli!) e una serie di menu per attivare i moduli stessi. Nella parte inferiore della finestra, troviamo inoltre i controlli di input/output, fra cui un noise gate, una finestrella di richiamo del Tuner, sempre attiva, e alcuni controlli di uso generale.
Abbiamo detto quindi che il modulo visualizzato nella pagina iniziale è il modulo Amp. Il modulo Amp è un po? il cuore del plugin, responsabile della timbrica di base, ed è organizzato in 3 sezioni distinte, da sinistra verso destra: Pre Model, EQ Model, Amp Model: ognuna di queste sezioni simula una componente di un amplificatore. Attivando il tastino Match, presente in ogni sezione, e cambiando una delle sezioni, le altre due, oltre al modulo Cabinet, seguiranno la stessa impostazione. Per semplificare il discorso, impostando ad es. British Tube Lead 2 nel modulo Pre, automaticamente verranno caricati la sezione EQ, la sezione di finale di potenza e il cabinet relativi ad un amplificatore Marshall da 100 W valvolare con valvole EL 34 (JCM 900). Disattivando la funzione Match, è possibile assemblare amplificatori ibridi, con pre, EQ , finali e cabinet di marchi e caratteristiche diverse. A sua volta, la sezione Cab consente di scegliere tra diverse configurazioni di cassa (aperta o chiusa) altoparlanti, e microfonazioni; in quest?ultimo caso è possibile impostare anche la distanza del microfono, la posizione (asse/fuori asse) e la quantità di ambiente catturata.
La sezione Stomp permette di caricare fino a 6 emulazioni di effetti a pedale ?anologici?, mentre la sezione Rack ha 4 slots per il caricamento di effetti ?digitali?. L?implemantazione midi è molto completa, ed il plugin è stato ideato per il controllo con la pedaliera STOMP I/O, comprendente anche un?interfaccia audio a bassissima latenza, di prossima uscita sul mercato.
Amplitube 2 esiste in versione VST, AU e RTAS e standalone, ed è stato recentemente aggiornato allo standard VST 2.4 e UB. In versione standalone incorpora anche uno Speed Trainer che consente di caricare un brano musicale e variarne intonazione e tonalità a scopo di studio.
Ad Amplitube 2 è stato recentemente affiancato un fratello, Jimi Hendrix Edition, che racchiude una raccolta degli amplificatori e degli effetti usati dal grande chitarrista americano, in collaborazione con la fondazione americana Authentic Hendrix.

Ampeg SVX
Ampeg SVX

Forte dell?esperienza accumulata con Amplitube e Amplitube 2, IK presenta ora il primo plugin di emulazione esplicitamente dedicato al basso: Ampeg SVX.
Il motore e l?impostazione del plugin derivano direttamente da Amplitube 2, ma la gamma di amplificatori ed effetti ricalca alcuni modelli di punta della casa Ampeg, su cui licenza è stato elaborato tutto il progetto.
Come per Amplitube 2 il percorso del segnale è strutturato in moduli, questa volta 4, mancando un rack di effetti ?digitali?: Tuner, accordatore, Stomp, effetti a pedale analogici, Amp, simulazione amplificatori e Cab, simulazione cabinets. I modelli presi in considerazione sono 4 testate Ampeg molto conosciute, BA 500, B 15 R, SVT Classik e SVT 4 Pro, 8 effetti, 6 cabinets e 6 microfoni, fra dinamici e a condensatore. È prevista la possibilità di miscelare il segnale diretto del basso con quello proveniente dal Bass Rig; in questo caso è presente anche un comando Phase che consente di impostare, come in effetti accade nella realtà, una piccola differenza di fase dovuta alla distanza del microfono dal cabinet.
La pagina iniziale mostra il modulo Amp, e riporta, come in Amplitube 2, il menu di caricamento/salvataggio (anche qui è possibile salvare indipendentemente i singoli moduli), i menu di attivazione dei moduli stessi, lo skin dell?amplificatore selezionato con i relativi controlli, e in basso il master volume, accordatore, mix col segnale diretto.
A differenza di Amplitube2, non è possibile caricare indipendentemente preamplificatori, eq e finali di diversi apparecchi, il tasto Match è presente comunque sul modulo Cabinet, e consente di caricare il cabinet appropriato ad una determinata testata; ogni simulazione riporta (anche qui con una grafica molto accurata) i controlli relativi al modello di testata a cui si riferisce.
La sezione Stomp permette di caricare fino a 6 effetti ?analog feel? a pedale diversi, la sezione Cab ha la possibilità di selezionare il tipo di cabinet e il microfono per la ripresa, anche qui con lo switch in asse/fuori asse e con la possibilità di sommare l?ambiente.
Anche Ampeg SVX ha un?implementazione midi molto completa, esiste in versione VST 2.4 (e quindi funziona su Cubase 4 con un MacIntel), AU, RTAS,, e standalone, che include il dispositivo Speed Trainer.

Caratteristiche:

Ampeg SVX
Bass Amp/FX

  • 4 Modulei separati: Tuner, Stomp, Amp, Cabinet+Mic
  • 4 modelli signature Ampeg® bass amp
  • 6 modelli signature Ampeg® cabinet
  • 6 modelli di Microfoni
  • 8 pedali analog modeled
  • Accordatore High-precision

AmpliTube 2
Guitar Amp/FX

  • 5 moduli separati: Tuner, Stomp, Amp, Cabinet+Mic, Rack Effects
  • 14 Preamp e 14 modelli EQ
  • 7 Power-Amp
  • 16 Cabinet
  • 6 Microphone
  • 21 Stomp Effect
  • 11 Rack Effect
  • High-precision
  • 2 Guitar rig separati

Classik Studio Reverb
High-End Reverb Suite

  • 4 unità : Plate, Room, Hall, Inverse
  • algoritmi basati su DSP
  • 2 modalità d’utilizzo: Easy e Advanced
  • 6 pratici controlli in modalità Easy
  • Più di 100 parametri in Advanced Mode
  • 8×8 Modulation Matrix per unità
  • 4 Macros assegnabilli per unità
  • Full automation

T-RackS
Mastering/Mixing Suite

  • 4 unità separate di mastering
  • 6 band Mastering EQ
  • Tube modeled stereo Compressor
  • Multi-band Master Limiter
  • Soft clipping output stage
  • Complete Mastering Suite

Requisiti di sistema

Power PC Mac
minimo: 866 MHz G4 , 512 MB di RAM, Mac OS X 10.4 .
consigliato: dual 1.25 GHz G4 o G5 , 1 GB RAM, Mac OS X 10.4 .
Formati plug-in supportati: AU, VST, RTAS.

Intel Mac
minimo: 1.5 GHz Intel Core Solo processor, 512 MB of RAM, Mac OS X 10.4.4.
consigliato: 1.66 GHz Intel Core Duo processor, 1 GB of RAM, Mac OS X 10.4.4.
Formati plug-in supportati: AU, VST, RTAS.

Windows
minimo: Pentium 1GHz / Athlon XP 1.33 GHz, 512 MB RAM, Windows XP / Vista.
consigliato: Pentium 2.4 GHz / Athlon XP 1.33 GHz, 1 GB of RAM, Windows XP / Vista.
Formati plug-in supportati: VST, RTAS

 

Cubaser è Valerio Nigrelli, inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature.

Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it.

È docente certificato Steinberg

Potete scrivergli su info@valerionigrelli.it
Potete navigare fino al suo sito www.valerionigrelli.it
Potete andarlo a trovare nel suo negozio:

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