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Si
parlava proprio ieri del grande ritorno del “vintage” con
il nostro amico Andrea (che momentaneamente non bazzica più al bar
dell’angolo:
sempre al verde, troppe birrette e conto a credito in rosso!)
Cos’è uno
strumento vintage? No, non intendo cosa è “fisicamente”,
questo è facile, intendo: cos’è che scatta in ognuno
di noi e ci porta a bramare con tutte le nostre forze di acquistare
a migliaia di
euro strumenti che magari abbiamo già posseduto in passato e
a suo tempo venduto per poche centinaia o anche meno? Una volta tornati
in possesso dell’amato
bene, ricompaiono anche gli incubi (che avevamo ormai dimenticato):
oscillatori instabili, valvole che gracchiano, carichi pesanti da
trasportare, ecc. ecc.
Fortunatamente questo accade con gli strumenti hardware, originali,
ricondizionati o anche clonati (più o meno bene)… e comunque,
fino a qualche tempo fa, qualcuno avrebbe anche detto che solo un
Hammond suonava come… un
Hammond! Gli altri cloni… bleach!... Questo fino a qualche
tempo fa, cioè prima dell’avvento degli strumenti virtuali
targati “Native
Instruments”.
Finora ogni colpo
dei “Soliti Nativi” è stato un successo!
Interpretazioni di eccellenza assoluta (B4, FM7, ecc.), altri colpi di minor
richiamo, ma pur sempre successi, sia nelle emulazioni perfette delle tecniche
di generazione sonora degli strumenti originali, che nella reinterpretazione
di campionatori e strumenti per DJ. Ai “Nativi” mancava solo
un tool vintage per lo strumento più antico del mondo: la voce. E allora?
Allora: VOKATOR!
LE ORIGINI DEL VOCODER
Il Vocoder ha origini molto meno nobili e artistiche
di quanto si possa immaginare, infatti le prime applicazioni sono quelle di
codifica della voce in ambito militare (Vocoder = Voice Coder). Il concetto
di base è quello della “convoluzione” di due segnali audio
o, in modo più elementare, della “modulazione” di un segnale
audio A, sulla base delle caratteristiche di fase di un secondo segnale audio,
B. I due segnali A e B vengono portati a due ingressi del dispositivo (che
in Vokator sono denominati Input A e Input B), lo spettro sonoro viene suddiviso
in bande e le caratteristiche di fase dei segnali contenuti in ogni sotto banda
vengono analizzate di continuo. Le informazioni di fase ricavate dal segnale
A vengono combinate con l’inviluppo dello spettro di frequenze del segnale
B, generando così un segnale completamente nuovo in uscita, che racchiude
le proprietà di entrambi i segnali A e B. Una classica applicazione del
Vocoder è quella di collegare un microfono all’ingresso A per “modellare” un
segnale applicato all’ingresso B attraverso la voce.
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NAVIGATOR:
l’interfaccia utente e l’attivazione dei vari moduli è resa
veloce ed intuitiva dal Navigator.
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COSA E’ VOKATOR?
Limitarsi
a definire Vokator come il plug in di Vocoder di Native Instruments non è riduttivo, è estremamente riduttivo!
Vokator si propone come un avanzatissimo laboratorio di sintesi vocale che
ridefinisce le tecniche “vintage” di vocoding innalzandole a
nuovi standard. E per non fermarsi qui, nel pacchetto sono integrati anche
un avanzato sintetizzatore, un sample player granulare (per favore, non versate
il campionatore granulare in un bicchiere d’acqua: non è solubile
e comunque suona meglio all’asciutto!), un file player (tape deck) e
oltre 300 MByte di campioni; inoltre l’elevata qualità audio e
la flessibilità di Vokator permettono di utilizzare le caratteristiche
del “laboratorio” non solo negli ambiti originali, ma anche per
processare qualunque tipo di segnale, loops, synth, ecc., trasformando Vokator
in una Groove Machine che i più creativi apprezzeranno non poco... Il
motore di tutto è la scomposizione/elaborazione dello spettro sonoro mediante
FFT ad altissima risoluzione (esattamente Vokator utilizza una versione specifica
della Trasformata di Fourier, denominata STFT: Short Time Fourier Transformation).
Mediante questa tecnologia, Vokator non si limita a processare in tempo reale
le solite 8, 16, 20 (o al massimo 32) bande di analisi/sintesi, come fanno
i Vocoder tradizionali: con le sue 1024 bande, Vokator compie un vero e proprio
salto quantico! Sappiamo tutti che l’equazione “più bande
= maggior definizione” di un Vocoder è normalmente valida (anche
se ci sono alcune interpretazioni vintage di Vocoder, per esempio il recente
synth HW MicroKorg, che si avvalgono di sole 8 bande con ottimi risultati).
In Vokator l’utente può scegliere il numero di bande di analisi/sintesi,
impostandolo ai seguenti valori: 128/256/512/1024. Le impostazioni più elevate
aumentano la risoluzione dello spettro (ma aumentano i tempi di latenza). Per
ottenere effetti Vocoder rigorosamente vintage, Vokator permette comunque di
limitare il numero delle bande utilizzate a 4, 8, ecc. (raggruppando più bande
contigue in uno stesso gruppo).
IL FLUSSO DEL SEGNALE
Come si può vedere dal diagramma a blocchi, Vokator
utilizza i due percorsi A e B, che possono ricevere vari tipi di Input. Sul
canale A è possibile applicare un segnale audio denominato “Live-In
A” (microfonico o comunque un altro segnale audio esterno) oppure scegliere
il segnale audio del “File Player” interno. Sul canale B è possibile
scegliere ancora tra un “Live In B”, il Synth o il Sampler
Granulare.
Tutte le impostazioni
sono rese molto semplici mediante un’interfaccia
grafica detta NAVIGATOR, che permette di accendere o spegnere i “blocchetti” elementari,
cioè le caselline che corrispondono ai vari moduli di Vokator.
I due percorsi dei segnali A e B prevedono vari tipi di elaborazioni:
- Dynamics
(Normalizer/Gate),
- Delay
- FFT (elaborazioni nel dominio delle
frequenze)
- Spectral Effects ((Deterioration, Jello Mold, Pitch Roll,
Phase Blaster, Metalizer, ecc.)
Poi i segnali
entrano nel “Motore del
Vocoder” dove è possibile modulare il segnale B mediante il segnale
A (AxB) o viceversa (BxA) o anche uscire senza effettuare alcuna operazione
di Vocoding. Infine il segnale ripassa ancora attraverso un modulo di compressione,
un equalizzatore, il modulo di resintesi (IFFT) e infine nella sezione di uscita
Audio Routing e Control.
Utilizzando le
impostazioni a disposizione nel MAIN PANEL, è possibile
scegliere tra varie modalità di Vocoding:
- AxB: il vocoder
sintetizza il segnale di uscita utilizzando l’informazione di fase estratta dal
canale A e applica l’inviluppo di frequenza del canale B al segnale
sintetizzato. Per esempio: se il segnale di ingresso sul canale A contiene
solo componenti a 400 Hz, 800 Hz e 1600 Hz, queste potranno essere udite solo
se il segnale B contiene tali componenti. Con questa impostazione, le caratteristiche
audio del segnale A vengono mantenute, ma al segnale viene applicato l’inviluppo
di frequenza calcolato dal segnale B.
- BxA: l’opposto
del caso precedente
- Mix Mode:
vengono combinati entrambi i segnali AxB e BxA (è la modalità di utilizzo più pesante
per la CPU).
- A+B
(Vocoder disabilitato): in questa modalità i segnali del canale A e B
transitano attraverso gli effetti (compressore, ecc.) ma il Vocoder è in
bypass.
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3) PRESET
MORPHING. Una delle caratteristiche più innovative e potenti
di Vokator, il Preset Morphing permette di effettuare delle transizioni
di presets del modulo synth o sampler.
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INSTALLAZIONE
All’installazione il wizard chiede il serial number
(riportato nella copertina interna del manuale) e verifica che il CD sia quello
originale. Una volta installato il pacchetto, il CD non viene più richiesto
(fortunatamente), fino a quando non verranno effettuati interventi sull’HW
del computer o aggiornamenti del sistema operativo. Come altri pacchetti di
Native Instruments, anche Vokator si affida ai due piccoli” buchi” sul
CD, per
impedire le duplicazioni
del supporto (il meccanismo di protezione dalla copia non si concilierà con la legge che permette al legittimo proprietario
l’effettuazione di una copia di backup, ma è un buon deterrente
a basso costo per evitare i
l proliferare
indiscriminato di N copie da un CD originale). L’installazione è abbastanza veloce e comporta la copia
su HD di circa 350 MB di “roba” (inclusi gli oltre 300 MB di
campioni e loop che verranno poi utilizzati dal File Player e dal Sampler
di Vokator); il manuale accenna anche a una installazione minima di 60 MB
su HD,
ma noi non abbiamo provato tale opzione.
I requisiti richiesti al computer ospitante sono veramente minimi:
- In
ambienti Windows (98/ME/2000/XP) si parla di un entry level con processori
Pentium, Celeron, Athlon di almeno 800 MHz, 128 MB Ram; ma una configurazione
consigliata per lavorare seriamente prevede un processore di almeno 1.2 GHz
e 256 MB Ram).
- In ambienti
Mac (MacOS 9.2, OMS 2.3.8, MacOS 10.2.2) occorre almeno un PowerMac G3
da 500 MHz
e 128 MB di Ram. Anche in questo
caso, per iniziare a lavorare senza problemi, sarà meglio contare almeno
su un G4 a 733 MHz e 512 MB di Ram.
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4) FILE
PLAYER (tape deck): il riproduttore di file audio prevede la
possibilità di impostare punti di loop.
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Vokator può lavorare sia come applicazione stand-alone (appoggiandosi
direttamente ai driver offerti dal sistema operativo utilizzato: Asio 2.0,
Direct Sound, MME, SoundManager, Core Audio), che come plug –in (in
ambienti ospitanti VST2.0, Dxi, RTAS).
SYNTH e SAMPLER
Avete finora lavorato con Vocoder più o meno tradizionali?
Magari avete osato “trasgredire” con qualche plug-in più o
meno complicato? E allora dite la verità: siete soddisfatti dei synth
di cui i Vocoder sono normalmente dotati? Se, nonostante la domanda retorica,
la risposta fosse si, provate a dare un’occhiata al sofisticato synth
di Vokator, gli altri vi sembreranno di colpo dei giocattoli per bambini! Come
abbiamo visto, l’Input B di Vokator può essere commutato su Live,
OSC Synth o Wave Synth . Nell’OSC Synth la generazione sonora è ottenuta
mediante 2 oscillatori che, per… oscillare, si avvalgono di forme d’onda
elementari (sinusoidi, dente di sega, onde quadre e noise). L’interfaccia
utente è abbastanza immediata e permette di operare mediante cursori e
manopole. Il display riflette immediatamente l’effetto di tutte le modifiche
apportate, rendendo molto semplici e intuitivi gli interventi. Oltre alla scelta
della forma d’onda, si può intervenire su Pitch, Simmetry, Detune,
Harmonics, FM (l’Oscillatore 2 può essere modulato in FM dall’Oscillatore
1) e Ring Modulation. In alternativa, se l’ingresso B è commutato
su WAVE Synth, il synth può basare la sua generazione sonora sulla riproduzione
di campioni da parte del Campionatore Granulare, che riproduce file WAV, AIFF
e Soundesigner II. A differenza dei classici campionatori, pitch e velocità di
playback di ogni campione possono essere variati in modo indipendente (cioè la
velocità di riproduzione rimane costante anche variando il pitch e viceversa).
I campioni possono essere messi in loop, riprodotti in reverse, in modo alternato
(avanti e indietro), modulati; è inoltre possibile variare il punto di
start, controllare il release durante la riproduzione in loop. Il modulo Granular
Sampler è anche dotato di una sezione LFO (Low Frequency Oscillator)
dotato dei classici controlli di Pitch, Rate, Shape, decay, Start, Speed,
Length.
Sia il Synth
che il Sampler possono avvalersi di una sezione di Filtraggio (1, 2 e 4 poli).
Le impostazioni
del filtro (passaalto, passabasso, passabanda)
possono essere variate in modo graduale, senza salti bruschi. Anche in questo
caso il display permette di visualizzare graficamente la modalità di intervento
del filtro e dei parametri impostati dall’utente (tipo di filtro, risonanza,
frequenza di taglio, pendenza, inviluppo, shape e volume). Dopo la sezione
di filtraggio, abbiamo anche un Generatore di Inviluppo (ADSR) e una Sezione
Effetti (Chorus, con regolazione di Profondità, Velocità, Delay e
Feedback).
Infine la tastierina
virtuale, che permette di “suonare” il
Synth se non si ha a disposizione una tastiera Midi e anche di memorizzare
dei preset di accordi (che possono essere richiamati via Midi, manualmente
o anche mediante lo Step Sequencer interno). Oltre che via Midi e con la tastiera
virtuale, il synth/sampler di Vokator può essere pilotato mediante un
arpeggiatore (anch’esso con varie impostazioni di esecuzione (up, down,
random) di articolazione (legato, staccato, ecc.) e di timing (lunghezza delle
note: da 1/2 a 1/32).
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5) GROUP
MODE: il pannello GROUP permette di combinare più bande
adiacenti, per ridurne il numero in modo da simulare perfettamente
il comportamento dei classici effetti Vocoder vintage, che avevano
un numero di bande abbastanza limitato.
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SEZIONE DI MODULAZIONE
Come si vede dal diagramma a blocchi, prima di entrare
nello “Spektral Vocoder Engine” il segnale delle catene di Input
A e Input B, passano attraverso una sezione di Modulazione costituita da 4
LFO, 2 Inviluppi, 2 Rilevatori Voice/Unvoiced (impostazioni classiche che producono
risultati del tutto diversi asseconda che in ingresso venga rilevato un segnale
di tipo vocale ovvero musicale o anche una batteria, ecc.) e uno Step Sequencer.
Ogni sottosezione può essere attivata singolarmente e assegnata in modo
molto semplice per modulare un determinato parametro (per esempio l’Oscillator
1 della Sezione Synth).
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6) OUTPUT:
Analizzatore di Spettro ed Equalizzatore Grafico
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SEZIONE DI OUTPUT
Il segnale di uscita può ancora essere visualizzato
e modellato mediante un Analizzatore di Spettro e un Equalizzatore Grafico,
i cui i punti di intervento (frequenze di taglio e guadagni) possono essere “disegnati” con
il mouse. Infine, il segnale di uscita passa in un compressore, dotato oltre
che dei tradizionali parametri (gain, threshold e rapporto di compressione)
anche di un controllo di shape, che permette di differenziare la compressione
sulla banda delle frequenze più basse e di quelle più acute.
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7) SPECTRAL
EFFECTS: Algoritmi di Effetto applicati sul segnale
in ingresso, dopo la FFT (Input Modulation Effects)
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LA LIBRERIA
Con un Synth e un Sampler così “importanti” non
poteva certo mancare una libreria, che come abbiamo già anticipato è abbastanza
corposa. Essa si compone sia di campioni veri e propri (loop ritmici, drums
e percussions, campionamenti vocali e di strumenti) che di preset per l’impostazione
complessiva di Vokator. I campioni sono frutto della recente collaborazione
di Native Instruments con Zero-G, azienda leader nella creazione di librerie
di campionamenti e di loops e particolarmente specializzata in contesti sonori
Dance, Hip-Hop, Funky, ecc.
I preset permettono
invece di effettuare il cosiddetto “Total Recall”,
cioè l’impostazione complessiva di tutti i parametri di Vokator
e possono essere utilizzati come punto di partenza per elaborare le proprie
modifiche. Il numero di preset forniti dovrebbe coprire quasi tutte le esigenze,
per poter utilizzare immediatamente Vokator per vari generi musicali. Inoltre
i preset sono molto utili a scopo didattico infatti, partendo da un preset
della casa, isolando i vari moduli e con un po’ di tentativi, si può indagare
a fondo il funzionamento di Vokator, il cui potenziale è veramente illimitato.
IL MANUALE
(sottotitolo: “Ma che abbiamo fatto di male?”) Il
manuale è ben fatto, elegante, bella impaginazione, esauriente e pieno
di consigli, , realizzato in ben 4 lingue: Inglese, Tedesco, Francese e Spagnolo.
E… l’Italiano? Mah, dico io, in Italia se ne vendono così pochi
di strumenti virtuali e plug-in che ci trascurano sempre? Oppure ritengono
che tutti gli Italiani parlino almeno una delle altre 4 lingue o addirittura
che siamo troppo intelligenti per avere bisogno di manuali? Mah, sarà,… comunque
per noi, poveri musicisti o DJ, un buon manuale stampato e tradotto nella lingua
dell’utilizzatore ha sempre il suo valore e questo è uno dei plus
a cui dovrebbe aver sempre diritto chi acquista un software originale... meditate
gente, meditate. Ed è un vero peccato che non sia disponibile una versione
italiana del manuale perché la parte terminale è dedicata alla descrizione
degli algoritmi di effetto Spectral Effects. Inoltre, ancora più in fondo,
un interessante approfondimento sulle tecniche di Analisi/Sintesi di Spettro,
Resintesi, Aliasing: da non perdere!
LO ACCENDIAMO?
Ebbene si, Vokator è la nostra scelta definitiva: lo
accendiamo!
Installato su un PC di media potenza non si rivela particolarmente
avido di risorse. Grazie ai preset forniti dalla casa, l’utilizzo è praticamente
immediato e la qualità audio percepita è elevatissima! La sfida è sul
fronte della pulizia sonora, ma anche della simulazione degli effetti tradizionali
di Vocoding; ma dove Vokator brilla in assoluto è nell’utilizzo
creativo: utilizzando campioni ritmici nel tape deck e modulandoli con la voce,
con loop dal synth granulare o con denti di sega del synth, abbiamo ottenuto
dei Groove impressionanti, che hanno il vantaggio di essere sempre “in
movimento”, specie se abbinati all’utilizzo di filtri e altri
modulatori controllati in tempo reale.
Oltre ad alcuni
piccoli bachi dichiarati dalla casa, abbiamo però rilevato
un piccolo problema (che abbiamo provveduto a segnalare alla Native Instruments)
nell’utilizzo della versione Direct X sotto Cubase VST: la finestra
di editing a volte apre una schermata vuota, inoltre, una volta assegnato Vokator
FX (richiamato come plug-in Direct X) a una mandata Insert di un gruppo o di
un canale, se si cerca di annullare l’assegnazione (per caricare un
altro plug in differente), Vokator va in crash e anche VST diventa instabile;
il wrapper direct X segnala che Vokator non è riuscito a liberare alcune
risorse che aveva allocato. Fortunatamente, utilizzando la versione VST di
Vokator, non abbiamo riscontrato alcun malfunzionamento.
Ottima libreria in dotazione, con campioni e preset forniti dalla casa. Gli
utenti potranno a loro volta creare i propri preset e utilizzare altri campionamenti.
Per concludere,
nonostante i piccoli bachi rilevati, riteniamo che Vokator sia un must irrinunciabile
per quanti siano in cerca di un Vocoder allo stato
dell’arte e, soprattutto, per quanti cerchino uno strumento creativo,
fonte di ispirazione, che può anche diventare un potente sintetizzatore
e Groove Machine.
Da Natale e da Andrea, buona musica a tutti.
In Rete
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