di
Riccardo Angelo
Ballerini
Hardware
Testato: iMac 800 G4,
scheda audio Yamaha UW 500 USB, 512Mb Ram
Ci troviamo dinanzi alla terza reincarnazione virtuale del
mitico Prophet 5 della Sequential Circuits, questa versione
succede al Pro 5 e al Pro 52. N.I. ha, come spessissimo le
capita, realizzato un eccellente prodotto nell’emulare
un synth che ha fatto la storia della sintesi!
Il modello originale è stato in commercio dalla fine
degli anni settanta agli inizi di quelli ottanta ed utilizzato
praticamente da qualunque tastierista di punta.
La
macchina prevedeva una polifonia a 5 voci, da cui il nome,
e questa è forse l’unica caratteristica che non è stata
emulata con successo (per fortuna!…) In realtà la
polifonia adesso è limitata solamente dall’hardware
utilizzato. Persino la funzione AutoTune (A 440) è stata
emulata! Ovviamente adesso la sua utilità è più nel
controllare il routing audio (emanando un segnale di test a
440Hz) che non per accordare i suoi 10 oscillatori che all’epoca
non ne volevano saper molto di rimanere intonati.
Impressioni
e Caratteristiche:
I nuovi oscillatori hanno
una pasta sonora leggermente più morbida senza per questo
perdere punch e trasparenza. E’ presente la possibilità di
avere il filtro in modalità passa alto (HP Filter) così come è possibile
invertirne il generatore d’inviluppo L’oscillatore
in bassa frequenza (LFO) permette di essere sincronizzato al
MIDI Sync Lo stesso LFO permette di ritriggerare le note già in
esecuzione Se le 3 forme d’onda dell’LFO sono
attivate contemporaneamente si ha un effetto Sample & Hold
E’ ora possibile utilizzare l’algoritmo di modeling
di Pro53 come EFX Plug-In e, tramite la funzione Hold, non è più necessario
creare una lunga nota MIDI su una traccia per tenere aperto
il filtro
Uno
degli aspetti maggiormente interessanti è Poli-Mod,
che ha permesso a questo synth di distiguersi dagli altri analogici
dell’epoca. (oltre ad altre caratteristiche…)
Poly-Mod è una matrice di modulazione particolare
di questa macchina, diversamente ottenibile solo con synth
modulari. Poly-Mod permette di utilizzare il generatore d’inviluppo
del filtro (Filter Env) piuttosto che l’oscillatore
B (o tutti e due contemporaneamente) per modulare i seguenti
parametri:
1)
la frequenza dell’oscillatore A (freq
Osc A);
2) l’ampiezza della PWM di A (Pulse Witdht Osc
A);
3) la frequenza d’intervento del filtro (Filter
Cutoff)
Queste
modulazioni sono più efficaci di quel che
sembrano…provate a disabilitare l’intervento
sul primo suono che Pro53 vi propone, vale a dirsi Super Sync
Lead, e sentirete subito la differenza.
Nonostante
la modulazione del Filter EG sia indirizzata alla frequenza
dell’oscillatore
A, è interessante notare che, essendo attivata la funzione
Sync di A, l’effetto è un tremendo sweeping del
filtro che, oltretutto, ha l’inviluppo invertito ed è in
modalità Passa Alto (High Pass Filter = HPF).
Il Poly-Mod è oltretutto indirizzabile contemporaneamente
a qualunque combinazione delle destinazioni!
Altra
modulazione interessante proviene…ovviamente…dalla
Modulation Wheel che, utilizzando l’LFO e/o un Pink
Noise Generator (generatore di rumore rosa) può essere
indirizzata alla Frequenza, al PWM degli oscillatori oppure
alla frequenza d’intervento del filtro…o
a qualunque combinazione dei medesimi!
E’ presente
una funzione Analog che tende ad emulare il fatto che in
origine gli oscillatori non rimanevano accordati
perfettamente. Poiché la loro scordatura relativa compartecipava
alla genesi del suono in maniera sostanziale, ne è stato
ricreato il comportmento (in più è regolabile!).
Suonando, quindi, la stessa nota ripetutamente, si possono
apprezzare
e regolare le deviazioni dall’intonazione “pulita” in
quanto nelle macchine analogiche polifoniche ogni nuovo evento
nota era partorito dall’oscillatore successivo. Questo
effetto conferisce una sorta di “chorus” endogeno
durante l’esecuzione di linee monofoniche o di “morbidezza” negli
accordi.
Interfaccia
Utente:
Si presenta con l’ormai
classico aspetto con tastiera virtuale richiudibile e con il
pannello dei controlli. E’ presente un misuratore di
risorse per valutare l’impatto di Pro53 sulla CPU.
I controlli sono ora leggermente più grandi e quindi
più facilmente gestibili anche col mouse.
Maggiormente comodo è gestirli tramite controllers esterni
e, in questo ambito, la funzione MIDI Learn ci viene in grande
aiuto. Si seleziona un controllo sul pannello, si manda un
CC da hardware esterno o da una traccia MIDI, et voilà il
gioco è fatto! Ho trovato scomodo dover però riimportare
la controller map di default per annullare assegnazioni che
non desideravo più!
E’ stata
mantenuta l’originale organizzazione
in banchi da 8 suoni, quindi i 512 suoni disponibili appaiono
in una numerazione apparentemente strana. (schema ottale) Quindi
gli 888 suoni in realtà sono 512 (8x8x8)…meno
male adesso ci sono i nomi!!! Suppongo che questa caratteristica
sia stata mantenuta per permettere la compatibilità verso
i banchi suoni originali.
Installazione:
L’installazione non presenta nulla
di particolare o di diverso dalla routine normalmente utilizzata
su piattaforma Wintel od Apple.
Il programma viene fornito sia in versione stand-alone, vale
a dire come programma autosufficiente, che in versione plug-in
per essere ospitato in una miriade di host diversi.
Effetti:
E’ presente, a differenza dell’originale
ovviamente, un Digital Delay utile per dare un po’ più di
corpo ad alcuni suoni. La funzione Spread conferisce la possibilità di
rendere asimmetriche (nel tempo) le quattro linee di ritardo
del modulo. Oltre ai controlli normali per un delay sono presenti
anche un invertitore di fase del segnale (prima di entrare
nel delay), un filtro passa basso ed uno passa alto. Il tutto
sincronizzabile MIDI.
Tavolozza
Sonora:
Lo spettro delle sonorità sviluppabili
dal software sono ampie e abbastanza fedeli all’originale
pur offrendo maggiori opportunità. Si presta molto bene
a crare suoni aggressivi per linee solistiche,di basso, brass-synth
ma non fa brutta figura anche per tappetoni morbidi. Il tempo
di salita del VCA è bello rapido con un “Punch” del
suono ottimo!
Conclusioni:
Assolutamente
un ottimo VSTi, entra a pieno diritto nei miei preferiti!
E’ uno di quegli strumenti
che possono risolvere problemi con una linea melodica poco
espressiva piuttosto che una traccia di basso che non passa
nel mix.
Pro: Buona pasta di suono, flessibile, poco pesante in termini
di CPU
Contro:
In modalità stand-alone non è possibile
accedere alle patch con un menu che ne faccia vedere i nomi
ma solo col selettore numerico!! Ancora non disponibile la
versione per OSX.
Valutazione: 8/10
Compatibilità:
Mac:
VST® 2.0, DirectConnect™,
MAS™, FreeMidi™, ASIO 2.0™, SoundManager™ WIN:
VST® 2.0, DXi™, ASIO 2.0™, MME, DirectSound,
Requisiti
minimi di sistema:
Apple:
G3 300 – 128 MB
RAM – 60 MB liberi su HD – Mac OS 8.6 o superiore – OMS
o FreeMIDI per la modalità satnd-alone
Windows: PII 300 (Cyrix e AMD K6 esplicitamente sconsigliati
per le loro scarse prestazioni in virgola mobile) 128 MB RAM – 60MB
liberi su HD – Win 98/ME/2000/XP
Il
materiale di questa pagina è di proprietà di Riccardo
Ballerini e Cubase.it
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