Di
Tommaso Cancellieri
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Introduzione:
Native Instruments FM7 è un sintetizzatore basato sulla
sintesi a modulazione di frequenza (FM) che si vide per la prima
volta nel 1983 con il mitico DX7 della Yamaha, macchina che stupì
molta gente con il suo modo rivoluzionario di sintetizzare, diverso
dalla tecnologia in voga all’epoca. FM7 infatti si propone
di essere un emulatore della DX7 e di altri sintetizzatori FM
della Yamaha. E' in grado di caricare dati di Sistema Esclusivo
(Sysex) della DX7, DX7-II, DX11, TX81Z, DX21, DX27, DX100, TX802
e perfino quelli della DX200, un sintetizzatore FM di recente
uscita. In realtà non è solo un emulazione della
DX7 ma è una vera e propria evoluzione ella tecnologia
disponibile nel modello originale. La DX7 disponeva di 6 operatori
che generavano onde sinusoidali e che potevano essere miscelati
e modulati tra di loro. FM7 ha sempre 6 operatori ma ognuno con
32 forme d'onda, in più è stato aggiunto un filtro
ed un multieffetto, sfatando il fatto che la sintesi FM7 non sia
adatta a generare suoni "caldi" (provare per credere).
Requisiti di sistema:
I requisiti di sistema sono abbastanza alti. Questo non è
certamente un software che permette di risparmiare sulla potenza
della CPU. Per Mac è necessaria almeno una macchina con
il sistema operativo 8.6 o superiore, quindi un G4 400 Mhz con
almeno 128 MB RAM. Sotto Windows avremo bisogno di almeno un
Pentium III a 450 Mhz con Win 98/2000/Me ed una scheda sonora
a 16 bit. Ovviamente se la latenza del proprio computer è
molto bassa (<12ms) potremo suonare questo, ed altri VSTi, con
soddisfazione.
La libreria:
Il menù della libreria (Foto
1) è il primo che appare quando si apre FM7. Quì
è dove si caricano, salvano, spostano, importano e organizzano
i preset ed i banchi. E' divisa in quattro blocchi da 32 preset
ognuno (perchè 32 erano i preset della DX7 originale).
Da questo menù si ha la possibilità di importare
le librerie dei sintetizzatori sopracitati che si trovano in
gran numero in internet, molto spesso freeware. C'è anche
una simpatica funzione chiamata "Randomize" che ci permette
di cambiare i vari parametri di FM7 in modo casuale così
da poter creare suoni ,spesso molto particolari, senza impazzire
dietro ai tanti parametri di questo sintetizzatore.
Master page: (Foto
2 )
Qui si accede ai parametri che influiscono sull'output di FM7
come il volume di uscita, quello di ingresso, la polifonia,
il pitch generale, la qualità e la configurazione dei
controller ed degli effetti. Come avete notato dispone di un
parametro che stabilisce il volume di ingresso, infatti FM7
può essere usato come processore di effetti di un qualsiasi
segnale audio di input. La qualità si gestisce con due
parametri, "analog" che simula un instabiltà nel suono
come nei vecchi sintetizzatori analogici, ed il parametro "digital"
che definisce il numero di bit in modo da emulare meglio anche
la DX7 che lavorava a 12bit, a differenza di FM7 che lavora
a 32bit. La sezione effetti è composta da un 4-tap-delay
con quattro LFO indipendenti ed un filtro che ne processa l'uscita.
Easy edit page: (Foto
3)
La sintesi FM era famosa per la sua difficoltà di programmazione
cosa che è stata attenuata con questo menù che
ci da la possibilità di programmare con parametri più
familiari. Come "brightness" e "harmonic", nomi molto simili
a quelli che si trovano nel programmare un sintetizzatore che
utilizzi la sintesi sottrattiva. I cambiamenti possono essere
applicati al preset con il tasto "apply", in questo modo i parametri
di FM7 cambieranno in modo da dare quel risultato e la pagina
di "easy edit" ritornerà allo stato iniziale.
Modulation page:(Foto
4)
Questo menù ci da la possibilità di indirizzare
vari control-change come pitch bend, after touch, breath controller
etc a molti dei parametri di FM7.
LFO page: (Foto
5 )
FM7 dispone di due LFO che possono modulare molti parametri
di questo sintetizzatore grazie ad una "modulation matrix" dedicata
ad ognuno dei due LFO.
Pitch page: (Foto
6)
Qui si decide come si deve comportare il pitch di FM7 modificando
le impostazioni del portamento, dell'envelope, del controllo
tramite pitch bend, del pitch modulation matrix che permette
di utilizzare vari parametri per cambiare il pitch, e della
finestra di microtuning. Questa finestra è molto interessante
perchè ci permette di cambiare sistema di intonazione,
noi siamo abituati al sistema temperato provvidenzialmente creato
dal signor Bach, ma esistono altri sistemi di intonazione quali,
ad esempio, quelli indiani. Varie impostazioni sono già
salvate per avere facile accesso a questi sistemi di scalatura,
ma c'è la possibilità di crearne di propri.
Programmare gli algoritmi: (Foto
6)
La DX7 disponeva di algoritmi di modulazione già costruiti
dalla casa, FM7 invece ci da la possibilità di crearli
grazie alla pagina "matrix", presente nei menù di ogni
operatore. Questo ci permette di avere una ampia "tavolozza"
sonora da cui attingere.
Gli operatori: (Foto
7)
Ogni operatore ha vari parametri di programmazione che sono
gli stessi per gli operatori da A ad F. Per questi si può
scegliere una delle 32 forme d'onda, il pitch, come il volume
varia in dipendenza della dinamica o della nota suonata sulla
tastiera o in funzione del tempo, grazie ad un flessibilissimo
envelope. Gli envelope di FM7 possono essere sincronizzati al
tempo della canzone, quindi si possono creare anche ritmi semplicemente
premendo un tasto. L'operatore X ha gli stessi parametri degli
altri ma genera solo noise che può processare un segnale
in ingresso mandandolo in distorsione. L'operatore Z invece
è uno speciale operatore che dispone di due filtri che
possono essere combinati in vari modi. Questo permette finalmente
alla sintesi FM di avere un suono analogico e caldo.
Conclusioni:
FM7 si è rivelato un sintetizzatore davvero potente,
capace di generare suoni di vario tipo grazie alla sua flessibiltà.
Provando questo software ho avuto la sensazione che fosse "fisico",
a differenza di altri VST instrument a cui sembra sempre che
manchi qualcosa per farli sembrare reali. Nell'utilizzo, le
performance sono molto stabili utilizzando mediamente il 10%
della CPU senza mai superare il 20% su un Pentium III 800Mhz.
Tommaso
Cancellieri
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