Il
tastino Mapping Editor apre la videata che riguarda le
Zone (foto: kontakt
sample map) , da qui possiamo importare nuovi
campioni, spostarli, modificarne l'estensione sulla tastiera,
la velocity, creare crossfade, etc.. Il tasto edit raggruppa
tutte queste funzioni. Il loop
editor ci permette di settare fino a 8 punti di loop,
la modalità e addirittura l'intonazione del loop
stesso. I menù View, Snap e Command ci danno la
possibilità di visualizzare e raggiungere i punti
cruciali con estrema precisione, di trattare il nostro
campione tramite un'editor separato (Sound Forge, Wavelab,
etc.), mentre dai riquadri andremo ad impostare il tipo
di loop, il numero di ripetizioni (!) ed il crossfade.
In fine abbiamo il Group editor che si permette di operare
modifiche "di gruppo", da notare che selezionando questo
tasto i moduli sottostanti cambiano: questo ci permette
quindi di effettuare delle modifiche che andranno ad influenzare
solamente le Zone raccolte nei vari Group. Il tasto Edit
all riveste un'importanza strategica, quando è
selezionato tutte le modifiche che saranno effettuate
nelle successive sezioni avranno effetto sull'intero Instrument,
diversamente sarà possibile intervenire sui singoli
gruppi. Anche qui non hanno badato a spese.....
Ora
che abbiamo fatto la conoscenza dell'organizzazione dei
sample, passiamo a conoscere le modalità di modifica
che Kontakt ci offre. Colorati di verde troviamo, subito
sotto le precedenti funzioni, diversi moduli: Source,
Filter, Amplifier e Modulation. I nomi sono abbastanza
autoesplicativi ma, anche qui troveremo delle belle sorprese...
Kontakt utilizza tre diversi algoritmi di sintesi
per il trattamento dell'audio e questo porta ad ottenere
risultati completamente diversi a seconda di quale algoritmo
stiamo utilizzando. Andando più in profondità
si capisce come gli ingenieri tedeschi abbiano voluto
immaginare e realizzare dei motori di sintesi diversi
a seconda del tipo di materiale audio che andremo a riprodurre,
quindi un loop percussivo non può essere trattato
come un campione d'archi, che raffinatezza.....
Sampler
è la classica rappresentazione del campionatore
digitale e riproduce i dati dalla memoria di sistema.
Sono presenti i controlli Tune, Reverse, Tracking, disabilitando
il quale tutti campioni suoneranno su tutta la tastiera
con il pitch originale e Voice Group che assegna il Group
corrente ad un Voice Group. Il concetto base di Voice
Group è quello di gestire la modalità con
cui verranno riprodotte le voci, infatti tornano sulla
sinistra della videata e selezionando il tasto Structure/Voce
Groups possiamo nominare il gruppo, modificare il numero
di voci assegnate, la priorità da utilizzare in
caso di superamento delle voci assegnate e settare un
rilascio breve o totale della voce. Ulteriori controlli
per gestire i gruppi appaiono settando, dall'header dell'instrument,
il MIDI Group e l'uscita Group, questi ci permetteranno
di assegnare liberamente le uscite ed i canali MIDI al
gruppo spedifico.
Tone
Machine è un sintetizzatore granulare ed è
in grado di aggiungere delle informazioni timbriche al
materiale campionato di base. Si tratta quindi di un sintetizzatore
ibrido che crea artificialmente la sintesi granulare e
la applica a dei campioni. A differenza di altri synth
ibridi Tone Machine processa i sample indipendentemente
dalla loro velocità originale e dal tono. Il modulo
riconosce i punti start e loop anche se, data la sua natura,
non raggiunge la precisione di un sampler. Passando dalla
modalità Sampler a Tone o Time Machine (che analizzeremo
tra poco), i sample presenti nell'Instrument vengono analizzati
e preparati per essere "granuralizzati"...... Anche qui
possiamo intervenire su molti paramentri: Tune regola
il pitch, Smooth la quantità dei micro-inviluppi
granulari e riduce gli effetti indesiderati, Speed cambia
il playback rate indipendentemente dal pitch, ad esempio
a 50% il sample suonerà alla metà della
velocità originale, ma non basta.... la velocità
può essere sincronizzata al clock MIDI per cui
cliccando sopra il % appariranno i valori di nota da scegliere.
Ad esempio scegliendo Whole la lunghezza del sample verrà
sottoposta a strech corrispondente ad una misura della
song. Seguono i controlli Formant, DC Filter, Legato e,
come il precedente modulo, Tracking, MIDI Channel, Output
e Voice Group.
Time
Machine è l'ultimo modulo ed è, come il
precedente Tone Machine, un sintetizzatore granulare.
E' stato disegnato per alterare la velocità dei
campioni preservandone le informazioni di pitch. Anche
qui i controlli in comune con il Tone sono molti: Tune,
Smooth, Speeed, Tracking, Voice Group, Legato, MIDI channel
ed Output. Le novità sono rappresentate da Grain,
che determina la grandezza della particella sonora usata
per la resintesi e Hi-Quality, che preserva le caratterstiche
del campione anche in condizioni di playback molto lento.
Entrambi
Tone Machine e Time Machine differiscono dalla modalità
Sampler per il modo di "Syncing" delle voci: mentre in
sampler mode viene effettivamente alterata la velocità
di riproduzione del campione, nei due moduli granulari
questo non avviene. Quindi permette una sincronizzazione
del punto di partenza tra differenti voci utile per ottenere
un legato effettivo.
Dedichiamoci
ora ai piccoli tastini presenti sotto la scritta Source,
se pensavate fosse finita qui, vi sbagliate di grosso.....
Questi
tastini, apparentemente innocui, li possiamo incontrare
nei moduli Source, Filter e Modulation e racchiudono diverse
funzioni utili. Intanto troviamo dei preset di configurazione
mentre il il tastino Mod (foto)
ci apre un sotto-riquadro sottilissimo che serve a gestire
le modulazioni che potranno essere selezionate dal primo
tastino + a destra. Le sorgenti disponibili sono: External
Source (velocity, aftertouch, pitch bend, etc.), LFO (6
forme d'onda), Envelopes ( 3 differenti modalità)
e Others (step modulator, envelope follower eglide). Da
rimarcare il fatto che le sorgenti interne offrono una
risoluzione superiore ai classici 128 step MIDI. Una volta
scelta la sorgente possiamo modificarne il dosaggio per
mezzo di uno slider, accompagnato da un riquadro che visualizza
il valore corrente. Se selezioniamo le sorgenti di modulazione
esterne avremo la possibilità di intervenire sul
Rescaling dei controller, e potremo quindi scegliere tra
diverse curve di dinamica o accordature particolari che
verranno rappresentate graficamente. Chiude la sottile
striscia la destinazione selezionabile.
Se
avremo scelto delle sorgenti di modulazione interne si
apriranno dei nuovi riquadri sottostanti simili ai moduli
che abbiamo analizzato precedentemente. Questi nuovi moduli
si differenziano per la presenza del tasto bypass.
LFO
- Sono presenti 6 forme d'onda, il comando retrigger,
i potenziometri per la frequenza ed il Fade in, la rappresentazione
grafica e, i soliti tastini per le modulazioni.
Envelopes
(foto)-
in modalità DBD (semplice a due sezioni con break-point
centrale), AHDSR (attack, hold phase, decay, sustaine
release) e Flexible Envelope, che merita uno sguardo più
attento. Si tratta di un'inviluppo a 32 stadi dove è
possibile determinare il livello ed il tempo che dovrà
intercorrere tra un punto e l'altro. Inserendo un breakpoint
tra i due che delimitano il sustain, questo si trasformerà
in un "loop" e verrà ripetuto per tutta la durata
del sustain, creando nuovi effetti di vibrato spostando
semplicemente questi tre punti. Naturalmente non manca
la funzione Tempo-Sync.
Others
- Step Modulator è un tool che permette
di disegnare complesse curve di modulazione in base ad
una griglia temporale, che andranno a modificare la forma
d'onda in base alla frequenza scelta.
Envelope
Follower traduce l'ampiezza di un campione in un segnale
di controllo al fine di addomesticare le rapide fluttuazioni
che potrebbero generare distorsioni.
Glide
- permette di controllare il portamento.
Il
secondo tastino + ci apre le porta agli effetti
interni di Kontakt che, anche in questo caso, ci offre
nuove possibilità per uno strumento del genere.
La struttura è molto sofisticata e flessibile e
si divide in:
- Group
Insert Effect: attivabili dal modulo Source, collegati
in serie ed attivi sui Group (Distortion, Saturation,
Lo-Fi, Compressor e Stereo Enhancer)
- Instrument
Insert Effect: attivabili dal modulo Amplifier, anche
questi collegati in serie ed attivi sull'intero Instrument
(11 filtri, 3 equalizzatori, phaser e 2 wovel, oltre
agli stessi effetti attivabili in Group Insert)
- Send
Effect: attivabili dal modulo Amplifier (Panning Delay,
Stereo Chorus, Stereo Flanger, Stereo Phaser, Reverb)
Filter
(foto)
Sono presenti 11 filtri tra Lowpass, Highpass, Bandpass,
Multimode 3x2, da 6 a 36 db e 3 equalizzatori parametrici
a 1/2/3 bande. Naturalmente anche in questo caso abbiamo
una nutrita scelta di preset da adottare e la possibilità
di assegnare le modulazioni ai parametri del filtro.
Amplifier
Il modulo presenta i controlli di volume e pan oltre
alle sopracitate capacità di modulazione.
Al
lavoro
Ho stressato Kontakt per un paio di giorni installandolo
su un PC PIII 1000 con 256 mega ram e disco IDE, e non
ho incontrato inconvenienti strani, segno di una maturità
progettuale e realizzativa veramente ottima. Mi spingerei
anche oltre, affermando che se tutte le software-house
immettessero sul mercato delle versioni 1.0 di questo
livello, sarebbe un paradiso per noi utenti, impegnati
molte volte a districarci in mezzo a bugs più o
meno clamorosi. Detto questo bisogna puntualizzare che
Kontakt suona molto bene, la riproduzione dei campionamenti
è pulitissima, i filtri potenti e precisi mentre
gli effetti possono dare quel tocco di personalità
che cerchiamo sovente. Se vogliamo essere puntigliosi
mi sarebbe piaciuto poter salvare i settaggi dei vari
moduli ed effetti come preset, speriamo nella prossima
release.
Nonostante
questa mole incredibile di funzioni, al punto che la definizione
di campionatore calza un po' stretta, Kontakt offre un
ambiente di lavoro piacevole e rilassante. Partendo dalla
gestione dei file fino alla modifica più intima
è uno strumento che si lascia scoprire poco alla
volta, senza intimorire dalla miriade di opzioni offerte,
e può essere utilizzato con profitto in diverse
situazioni. Se dobbiamo semplicemente caricare un banco
di suoni Akai e riprodurlo, Kontakt si comporterà
come un semplice sample player dall'interfaccia semplice
e chiara, mentre in pochi secondi possiamo mettere mano
ad un arsenale di tools che ci procurerà autentiche
emozioni da smanettoni. Le funzioni Group moltiplicano
all'infinito le già notevoli possibilità.
Naturalmente
il programma ha un funzionamento impeccabile e, nonostante
tastini e menù microscopici, si lascia governare
in un'attimo grazie ad una concezione veramente azzeccata.
Il paragone con i diretti concorrenti lo lascerei ad altri,
anche se devo ammettere che Kontakt ha qualche marcia
in più, ma ripeto non voglio sbilanciarmi a favore
di nessuno per il semplice motivo che ciascuno di noi
ha diverse esigenze ed è comprensibile che si si
possa trovare bene a lavorare con prodotti diversi.
Concludendo
non posso fare a meno di dare una sbirciata al mio "vecchio"
EMU IV, che da qualche tempo a questa parte si prende
dei lunghi periodi di riposo, ed osservare l'evoluzione
inarrestabile che questi strumenti stanno subendo. La
maturità raggiunta da software come Kontakt dimostra
che gli sforzi si stanno concentrando sull'interfaccia
utente (finalmente), mentre sembra sempre più difficile
inventare soluzioni che, al di là del puro esercizio
tecnico, siano in grado di offrire dei sostanziali miglioramenti.
A
cura di Valerio
Tarini © 2002 www.cubase.it
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