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Articoli: Test Native Instruments Kontakt

Per comprendere meglio l'articolo, potete leggerlo tenendo aperta questa finestra che mostra l'interfaccia grafica di Kontakt sotto forma di filmato Flash. Assicuratevi di avere l'ultima versione del Plug-in della Macromedia . Chi non ha Flash installato puo' caricare le immagini allegate.

APRI "KONTAKT INTERFACE"

Native Instruments Kontakt
di Valerio Tarini

Il mondo del campionamento prosegue senza soste la sua migrazione verso piattaforme software, lasciandoci un ricordo quasi sbiadito dei tempi in cui era necessario ricorrere ai campionatori hardware per riprodurre, in modo credibile, qualsiasi tipologia di suono.

La maggiori case produttrici di software si sono lanciate alla conquista di territori che solo fino ad un paio d'anni fa erano sotto stretto dominio di aziende come Akai, Emu, Roland e Yamaha. Il risultato è stato naturalmente devastante, in poco tempo i campionatori software hanno fatto terra bruciata intorno, lasciando ai predecessori in formato rack il compito di affrontare le situazioni live (magari ancora per poco), ed appropriandosi del ruolo principale nelle situazioni in studio. La ragione principale di tale successo è portata dalla natura stessa del principio del campionamento; tale procedimento è concettualmente più affine al mondo dei computer che a quello dei rack; in fondo si tratta di riprodurre delle forme d'onda, un campo in cui le CPU attuali si trovano particolarmente a loro agio, il resto è solo una questione di convertitori.

Native Instrument è un'azienda che, già dal suo esordio, è riuscita a guadagnarsi una rispettabilissima fama, lanciando sul mercato prodotti che hanno sempre centrato il bersaglio. Sintetizzatori come Reaktor, FM7, Pro52, B4, etc. si sono imposti come strumenti virtuali dalla personalità spiccata, grazie a qualità sonore eccellenti, interfacce grafiche accattivanti e prestazioni al top.

Kontakt (clicca per la foto)è l'ultimo nato di casa Native e beneficia dell'enorme know-how maturato sul campo. Già dalla sua presentazione ha riscosso un successo notevole, riuscendo ad aggiudicarsi premi prestigiosi ancor prima di entrare in produzione, segno della grande fiducia che il mercato riserva a questa software-house.

 

Le specifiche parlano da sole:
  • 256 voci di polifonia, multitimbrico a 16 parti MIDI, 32 output come plug-in e 16 in versione stand-alone.
  • Supporto dei formati Battery™ Reaktor™, Akai™ S-1000/S-3000, Sf2, Gigasampler™, LM4™, SDII, AIFF e WAV, risoluzione da 8 a 32 bit
  • Compatibilità VST® 2.0, DXi™, DirectConnect™, MAS™, ASIO™, DirectSound™, MME™, SoundManager™, FreeMIDI™, OMS™
  • Granular time-stretching e resintesi in tempo reale
  • Gestione dei sample Drag and Drop
  • Display grafico per la mappatura dei sample e per il settaggio del key range, fino a 128 velocity layer
  • Effetti Eq delay, reverb e waveshaper integrati
  • Interfaccia grafica adattabile ai soli parametri attivi
  • 17 tipi di filtri
  • Estese capacità di modulazione per mezzo di display grafico
  • Tempo-synced step-modulators, LFO ed inviluppi multistadio
  • Loop editor integrato con visualizzazione della forma d'onda, supporto fino a 8 punti di loop
  • 3 gigabytes di campionamenti professionali inclusi.

 

Procediamo quindi senza indugi all'installazione, che va avanti senza intoppi. Il setup richiede il numero di serie del cd, quindiviene chiesto di specificare il percorso della cartella dei VST Instrument ed il tutto si completa quindi in pochi secondi. All'apertura il programma si presenta con un'interfaccia grafica sobria ed elegante, i toni sono quelli del verde scuro e del grigio che non affaticano ed offrono un ottimo contrasto, e la prima cosa che possiamo notare è la divisione in aree di lavoro.
Sulla destra prendono posto i moduli, liberamente organizzativi, e a sinistra troviamo un file browser per la ricerca e l'organizzazione dei vari fiele. Per mezzo dei mastini posti in alto è possibile accedere alle funzioni classiche di Laos/ave, al menù opzioni, ai 3 diversi modi di visualizzazione modificabili a piacimento. Gli ultimi due tasti offrono la possibilità di escludere la visualizzazione del file browser o dell'area di lavoro.
Ai classici menù a tendina sono assegnati pochi compiti: l'uscita dal programma, la configurazione audio/midi e la possibilità di caricare un MIDI file per testare l'ascolto o per una riproduzione totale del file stesso. Questa organizzazione dell'interfaccia è razionale al massimo, nessuna pagina nuova da aprire, tutto sotto controllo in una videata, molto bene.

File Browser (foto)
Il file browser offre tre menù: Favorites, Show e Structure. La prima funzione di permette di organizzare i nostri dati per mezzo di 3 cartelle default (sample/instruments/multis), ma è possibile creare ulteriori cartelle dove potranno risiedere i nostri progetti personalizzati (attenzione: i files non verranno riscritti, ma verrà tenuta traccia della loro posizione corrente, per cui nel momento che sposteremo i files dovremo indicare un nuovo percorso). Il tutto non è proprio intuitivo al massimo, ma una volta acquisito io metodo, ci consente di raggiungere i nostri dati in un batter d'occhio. Il tasto Show abilita/disabilita la visualizzazione dei diversi formati audio presenti nei nostri drive, mentre il tasto Structure trasforma l'area file browser nella rappresentazione della struttura del progetto in corso. Chiude questa sezione il tasto in basso per il preascolto dei campioni. Il caricamento dei campioni avviene come consuetudine per trascinamento.

Kontakt Rack (foto)
Sulla destra della videata risiede il cuore di Kontakt: il Rack. In questa area, che riprende il concetto introdotto da Reason, possiamo assemblare fino a 16 Instrument, ciascuno dei quali contiene un lettore di campioni, un modulo di amplificazione, un'editor per la mappatura degli stessi ed un loop editor. Da questi moduli sarà possibile raggiungere ulteriori funzioni, ma ci arriveremo con ordine. L'header di ogni Instrument contiene le informazioni di base quali il nome, i tasti solo/mute, un LED meter, keyrange, velocity range, selezione del canale MIDI, polifonia, utilizzo della memoria RAM, indirizzamento verso le uscite audio, più tre manopole che governano tune, pan e volume. Questa impostazione ci permette di tenere sempre sotto controllo i principali parametri del preset senza rubare spazio prezioso alla videata. Il tastone Edit ci spalanca le porte alle innumerevoli possibilità di manipolazione dei campioni, offrendoci un controllo assoluto su ogni parametro.

Signal flow (foto)
A questo punto è doveroso ricordare come Kontakt organizza il flusso dei dati attraverso questo schema:
L'elemento base è il Sample che, posizionato nel mapping editor, crea una Zone; ogni Zone comprende quindi mappatura, volume, pan e tune. Le Zone possono coprire un particolare range della tastiera e possono essere messe in layer. Una o più Zone possono essere associate in un Group, le modifiche apportate al Group riguarderanno quindi ogni Zona assegnata al Group stesso. I Sample disposti in Zone ed arrangiati in Group formano l'Instrument. Infine gli Instrument, fino a 16, possono essere assegnati a diversi canali MIDI e formeranno il Multi-Instrument.

Edit
Riprendiamo quindi dal punto fatidico in cui ci eravamo fermati, il tasto Edit; premuto tale tasto il nostro Instrument ci permette di entrare nelle proprie viscere e di osservare l'organizzazione dei dati e modificare i parametri di riproduzione.

Il tastino Mapping Editor apre la videata che riguarda le Zone (foto: kontakt sample map) , da qui possiamo importare nuovi campioni, spostarli, modificarne l'estensione sulla tastiera, la velocity, creare crossfade, etc.. Il tasto edit raggruppa tutte queste funzioni. Il loop editor ci permette di settare fino a 8 punti di loop, la modalità e addirittura l'intonazione del loop stesso. I menù View, Snap e Command ci danno la possibilità di visualizzare e raggiungere i punti cruciali con estrema precisione, di trattare il nostro campione tramite un'editor separato (Sound Forge, Wavelab, etc.), mentre dai riquadri andremo ad impostare il tipo di loop, il numero di ripetizioni (!) ed il crossfade. In fine abbiamo il Group editor che si permette di operare modifiche "di gruppo", da notare che selezionando questo tasto i moduli sottostanti cambiano: questo ci permette quindi di effettuare delle modifiche che andranno ad influenzare solamente le Zone raccolte nei vari Group. Il tasto Edit all riveste un'importanza strategica, quando è selezionato tutte le modifiche che saranno effettuate nelle successive sezioni avranno effetto sull'intero Instrument, diversamente sarà possibile intervenire sui singoli gruppi. Anche qui non hanno badato a spese.....

Ora che abbiamo fatto la conoscenza dell'organizzazione dei sample, passiamo a conoscere le modalità di modifica che Kontakt ci offre. Colorati di verde troviamo, subito sotto le precedenti funzioni, diversi moduli: Source, Filter, Amplifier e Modulation. I nomi sono abbastanza autoesplicativi ma, anche qui troveremo delle belle sorprese...


Kontakt utilizza tre diversi algoritmi di sintesi per il trattamento dell'audio e questo porta ad ottenere risultati completamente diversi a seconda di quale algoritmo stiamo utilizzando. Andando più in profondità si capisce come gli ingenieri tedeschi abbiano voluto immaginare e realizzare dei motori di sintesi diversi a seconda del tipo di materiale audio che andremo a riprodurre, quindi un loop percussivo non può essere trattato come un campione d'archi, che raffinatezza.....

Sampler è la classica rappresentazione del campionatore digitale e riproduce i dati dalla memoria di sistema. Sono presenti i controlli Tune, Reverse, Tracking, disabilitando il quale tutti campioni suoneranno su tutta la tastiera con il pitch originale e Voice Group che assegna il Group corrente ad un Voice Group. Il concetto base di Voice Group è quello di gestire la modalità con cui verranno riprodotte le voci, infatti tornano sulla sinistra della videata e selezionando il tasto Structure/Voce Groups possiamo nominare il gruppo, modificare il numero di voci assegnate, la priorità da utilizzare in caso di superamento delle voci assegnate e settare un rilascio breve o totale della voce. Ulteriori controlli per gestire i gruppi appaiono settando, dall'header dell'instrument, il MIDI Group e l'uscita Group, questi ci permetteranno di assegnare liberamente le uscite ed i canali MIDI al gruppo spedifico.

Tone Machine è un sintetizzatore granulare ed è in grado di aggiungere delle informazioni timbriche al materiale campionato di base. Si tratta quindi di un sintetizzatore ibrido che crea artificialmente la sintesi granulare e la applica a dei campioni. A differenza di altri synth ibridi Tone Machine processa i sample indipendentemente dalla loro velocità originale e dal tono. Il modulo riconosce i punti start e loop anche se, data la sua natura, non raggiunge la precisione di un sampler. Passando dalla modalità Sampler a Tone o Time Machine (che analizzeremo tra poco), i sample presenti nell'Instrument vengono analizzati e preparati per essere "granuralizzati"...... Anche qui possiamo intervenire su molti paramentri: Tune regola il pitch, Smooth la quantità dei micro-inviluppi granulari e riduce gli effetti indesiderati, Speed cambia il playback rate indipendentemente dal pitch, ad esempio a 50% il sample suonerà alla metà della velocità originale, ma non basta.... la velocità può essere sincronizzata al clock MIDI per cui cliccando sopra il % appariranno i valori di nota da scegliere. Ad esempio scegliendo Whole la lunghezza del sample verrà sottoposta a strech corrispondente ad una misura della song. Seguono i controlli Formant, DC Filter, Legato e, come il precedente modulo, Tracking, MIDI Channel, Output e Voice Group.

Time Machine è l'ultimo modulo ed è, come il precedente Tone Machine, un sintetizzatore granulare. E' stato disegnato per alterare la velocità dei campioni preservandone le informazioni di pitch. Anche qui i controlli in comune con il Tone sono molti: Tune, Smooth, Speeed, Tracking, Voice Group, Legato, MIDI channel ed Output. Le novità sono rappresentate da Grain, che determina la grandezza della particella sonora usata per la resintesi e Hi-Quality, che preserva le caratterstiche del campione anche in condizioni di playback molto lento.

Entrambi Tone Machine e Time Machine differiscono dalla modalità Sampler per il modo di "Syncing" delle voci: mentre in sampler mode viene effettivamente alterata la velocità di riproduzione del campione, nei due moduli granulari questo non avviene. Quindi permette una sincronizzazione del punto di partenza tra differenti voci utile per ottenere un legato effettivo.

Dedichiamoci ora ai piccoli tastini presenti sotto la scritta Source, se pensavate fosse finita qui, vi sbagliate di grosso.....

Questi tastini, apparentemente innocui, li possiamo incontrare nei moduli Source, Filter e Modulation e racchiudono diverse funzioni utili. Intanto troviamo dei preset di configurazione mentre il il tastino Mod (foto) ci apre un sotto-riquadro sottilissimo che serve a gestire le modulazioni che potranno essere selezionate dal primo tastino + a destra. Le sorgenti disponibili sono: External Source (velocity, aftertouch, pitch bend, etc.), LFO (6 forme d'onda), Envelopes ( 3 differenti modalità) e Others (step modulator, envelope follower eglide). Da rimarcare il fatto che le sorgenti interne offrono una risoluzione superiore ai classici 128 step MIDI. Una volta scelta la sorgente possiamo modificarne il dosaggio per mezzo di uno slider, accompagnato da un riquadro che visualizza il valore corrente. Se selezioniamo le sorgenti di modulazione esterne avremo la possibilità di intervenire sul Rescaling dei controller, e potremo quindi scegliere tra diverse curve di dinamica o accordature particolari che verranno rappresentate graficamente. Chiude la sottile striscia la destinazione selezionabile.

Se avremo scelto delle sorgenti di modulazione interne si apriranno dei nuovi riquadri sottostanti simili ai moduli che abbiamo analizzato precedentemente. Questi nuovi moduli si differenziano per la presenza del tasto bypass.

LFO - Sono presenti 6 forme d'onda, il comando retrigger, i potenziometri per la frequenza ed il Fade in, la rappresentazione grafica e, i soliti tastini per le modulazioni.

Envelopes (foto)- in modalità DBD (semplice a due sezioni con break-point centrale), AHDSR (attack, hold phase, decay, sustaine release) e Flexible Envelope, che merita uno sguardo più attento. Si tratta di un'inviluppo a 32 stadi dove è possibile determinare il livello ed il tempo che dovrà intercorrere tra un punto e l'altro. Inserendo un breakpoint tra i due che delimitano il sustain, questo si trasformerà in un "loop" e verrà ripetuto per tutta la durata del sustain, creando nuovi effetti di vibrato spostando semplicemente questi tre punti. Naturalmente non manca la funzione Tempo-Sync.

Others - Step Modulator è un tool che permette di disegnare complesse curve di modulazione in base ad una griglia temporale, che andranno a modificare la forma d'onda in base alla frequenza scelta.

Envelope Follower traduce l'ampiezza di un campione in un segnale di controllo al fine di addomesticare le rapide fluttuazioni che potrebbero generare distorsioni.

Glide - permette di controllare il portamento.

Il secondo tastino + ci apre le porta agli effetti interni di Kontakt che, anche in questo caso, ci offre nuove possibilità per uno strumento del genere. La struttura è molto sofisticata e flessibile e si divide in:

  • Group Insert Effect: attivabili dal modulo Source, collegati in serie ed attivi sui Group (Distortion, Saturation, Lo-Fi, Compressor e Stereo Enhancer)
  • Instrument Insert Effect: attivabili dal modulo Amplifier, anche questi collegati in serie ed attivi sull'intero Instrument (11 filtri, 3 equalizzatori, phaser e 2 wovel, oltre agli stessi effetti attivabili in Group Insert)
  • Send Effect: attivabili dal modulo Amplifier (Panning Delay, Stereo Chorus, Stereo Flanger, Stereo Phaser, Reverb)

 

Filter (foto)
Sono presenti 11 filtri tra Lowpass, Highpass, Bandpass, Multimode 3x2, da 6 a 36 db e 3 equalizzatori parametrici a 1/2/3 bande. Naturalmente anche in questo caso abbiamo una nutrita scelta di preset da adottare e la possibilità di assegnare le modulazioni ai parametri del filtro.

Amplifier
Il modulo presenta i controlli di volume e pan oltre alle sopracitate capacità di modulazione.

Al lavoro
Ho stressato Kontakt per un paio di giorni installandolo su un PC PIII 1000 con 256 mega ram e disco IDE, e non ho incontrato inconvenienti strani, segno di una maturità progettuale e realizzativa veramente ottima. Mi spingerei anche oltre, affermando che se tutte le software-house immettessero sul mercato delle versioni 1.0 di questo livello, sarebbe un paradiso per noi utenti, impegnati molte volte a districarci in mezzo a bugs più o meno clamorosi. Detto questo bisogna puntualizzare che Kontakt suona molto bene, la riproduzione dei campionamenti è pulitissima, i filtri potenti e precisi mentre gli effetti possono dare quel tocco di personalità che cerchiamo sovente. Se vogliamo essere puntigliosi mi sarebbe piaciuto poter salvare i settaggi dei vari moduli ed effetti come preset, speriamo nella prossima release.

Nonostante questa mole incredibile di funzioni, al punto che la definizione di campionatore calza un po' stretta, Kontakt offre un ambiente di lavoro piacevole e rilassante. Partendo dalla gestione dei file fino alla modifica più intima è uno strumento che si lascia scoprire poco alla volta, senza intimorire dalla miriade di opzioni offerte, e può essere utilizzato con profitto in diverse situazioni. Se dobbiamo semplicemente caricare un banco di suoni Akai e riprodurlo, Kontakt si comporterà come un semplice sample player dall'interfaccia semplice e chiara, mentre in pochi secondi possiamo mettere mano ad un arsenale di tools che ci procurerà autentiche emozioni da smanettoni. Le funzioni Group moltiplicano all'infinito le già notevoli possibilità.

Naturalmente il programma ha un funzionamento impeccabile e, nonostante tastini e menù microscopici, si lascia governare in un'attimo grazie ad una concezione veramente azzeccata. Il paragone con i diretti concorrenti lo lascerei ad altri, anche se devo ammettere che Kontakt ha qualche marcia in più, ma ripeto non voglio sbilanciarmi a favore di nessuno per il semplice motivo che ciascuno di noi ha diverse esigenze ed è comprensibile che si si possa trovare bene a lavorare con prodotti diversi.

Concludendo non posso fare a meno di dare una sbirciata al mio "vecchio" EMU IV, che da qualche tempo a questa parte si prende dei lunghi periodi di riposo, ed osservare l'evoluzione inarrestabile che questi strumenti stanno subendo. La maturità raggiunta da software come Kontakt dimostra che gli sforzi si stanno concentrando sull'interfaccia utente (finalmente), mentre sembra sempre più difficile inventare soluzioni che, al di là del puro esercizio tecnico, siano in grado di offrire dei sostanziali miglioramenti.

 

A cura di Valerio Tarini © 2002 www.cubase.it

 

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