Qualche volta può capitare di aver registrato una batteria acustica e, nonostante la cura, o a causa di mezzi non idonei perchè economici o per qualsiasi altro motivo, il risultato è molto al di sotto delle aspettative. A me è capitato, ad esempio, che dopo aver sistemato i microfoni e fatto i suoni, un batterista abbia dato inavvertitamente un calcio all’astina del mic della cassa riposizionandolo in modo assurdo.
A causa della mia sbadataggine (non me ne sono accorto) ci siamo trovati con un certo numero di brani con la cassa pressocchè inadoperabile. Cosa fare? La soluzione sta nella magica parolina: RITRIGGERARE. L’idea è semplice in sè: si tratta di sostituire al suono dello strumento che non ci aggrada un altro che invece sia consono; in pratica, si usa la traccia rovinata come input di una qualche apparecchiatura che, ogni volta che riconosce un impulso, innesca la riproduzione di un campione che viene a sua volta rimandato al programma e riregistrato a tempo. Il sistema dei trigger è adoperato da un buon numero di batterie a pad (ad es. la serie DTX Yamaha o la V-Drum della Roland): in questo caso, un sensore applicato sul pad o su una pelle rileva il colpo, lo trasforma in un impulso elettrico che viene inviato ad un’unità di conversione che lo trasforma in una nota midi, un concetto ormai acquisito da tempo, anche in campo chitarristico con i convertitori Roland.
Si tratta quindi unicamente di applicare questo concetto non già ad una esecuzione live ma ad una traccia registrata. Nell’epoca del virtuale, i programmatori hanno pensato giustamente di eliminare anche l’hardware e quindi è nato DRUMAGOG, di cui avrete letto la recensione che è apparsa poco tempo fa su questo stesso forum. Ero ormai ad un passo dall’acquisto, quando, stimolato dagli alti lamenti che provenivano dal mio portafoglio e da mia moglie (Drumagog costa 289 dollari) ho provato a cercare in rete se qualcuno avesse pensato a programmare un vsti free che svolgesse la stessa funzione.
Signori e signore, vi presento: JTRIG!
In questo Testorial ritriggererò quindi la band di cui sopra usando il nostro simpatico (gratis!) programmino, prendendo così i classici due piccioni con una fava: un test del VSTi e contemporaneamente un tutorial sul procedimento (così CJ mi paga il doppio) (NDcj: non vale! :).
JTRIG è un vsti freeware che si scarica dal sito: http://jens.org/stuff/jtrig/readme.htm. Sul sito è presente anche un completo manualino in inglese. Dopo aver scaricato il vsti, lo si installa semplicemente copiando la dll relativa all’ interno della cartella vst plugins di Cubase.
Il plugin si presenta così:
Figura 1
Il VSTi
I comandi sono essenziali, e ricordano quelli di un compressore:
trig level: threshold, ovvero soglia di rilevazione del segnale (attivazione dell’impulso). Analogamente al threshold di un compressore, questo è il punto in cui il segnale in ingresso attiva il processore.
attack: il tempo di attacco dell’inviluppo che pilota il trigger;
release: il tempo di rilascio del medesimo. trig level e attack, usati in combinazione, isolano bene il colpo che interessa triggerare dall’eventuale background presente sulla traccia (nel caso seguente, l’hh e un po’ di tom presenti sulla traccia del rullante) il release permette di aggiustare la coda del colpo, in modo che il processore si prepari più o meno rapidamente al colpo successivo. un release troppo corto può provocare un falso innesco provocato da un colpo di hh immediatamente successivo al rullante. durante il periodo di release, infatti, l’input del detector è inattivo. eventuali imprecisioni o colpi mancati, comunque, possono essere facilmente corretti dopo la registrazione, in quanto sono stati generati degli eventi midi.
note: il numero di nota MIDI generato dal processo; il numero 36 corrisponde alla cassa su C1, 38 al rullante sul D1 e così via.
channel: canale midi di uscita
listen: consente diversi tipi di ascolto della traccia originale. Input, il materiale registrato viene ascoltato così com’è; Envelope, solo i colpi che raggiungono la soglia di innesco vengono ascoltati. il suono viene monitorato, quindi, solo al momento in cui passa la soglia; Env + Clip, ogni volta che avviene un innesco, viene generato un beep a 440 hz. in questa modalità è possibile sentire distintamente l’effetto del comando release: man mano che si alza il valore di release, il beep si allunga.
max notes: indica il numero massimo di note generabili per secondo.
Ritriggeriamo il rullante
Come prima cosa, prepariamo la traccia originale. Per questo tipo di operazione, ho messo in insert sulla traccia un compressore (quello standard di Cubase), per omogeneizzare il più possibile la dinamica e rendere più facile il compito al vsti; se l’escursione fra i colpi suonati piano, forte o semplicemente suonati male (i batteristi talvolta centrano il bordo al posto della pelle, qualcuno mi ha anche centrato il microfono!) è ridotta o nulla, sarà più facile regolare threshold e attack. Contestualmente al compressore, adopero il gate presente nel plugin della Steinberg per eliminare il più possibile i rientri degli altri strumenti. Se osserviamo la traccia del rullante, infatti, si notano distintamente i colpi sul rullante, con le dinamiche del batterista, e il rientro dal resto della batteria e degli strumenti..
Figura 2 (click per ingrandire)
Una volta ottenuto un output costante, possiamo mettere in insert in cascata dopo il compressore il JTRIG. JTRIG si carica con una serie di parametri di default, per il momento impostiamo il ch. midi su 10, la nota di output su 38 (il rullante del kit GM), il monitor su envelope e il numero di note midi su qualsiasi opzione superiore a zero.
Mettendo in play Cubase, con la traccia del rullante in solo, agendo su trig level, attack e release cerchiamo di ottenere degli impulsi puliti in corrispondenza dei transienti del rullante.
Figura 3
A questo punto creiamo una traccia midi, impostiamola come Drumtrack, assegniamo all’input di traccia il JTRIG.
Figura 4
Mettiamo in solo sia la traccia del rullante (sorgente) che la traccia midi (destinazione) e armiamo quest’ultima per la registrazione. Durante la registrazione, appariranno in corrispondenza dei colpi di rullante le rispettive note midi generate da JTRIG.
Figura 5
Ultimata la registrazione, assegniamo alla traccia midi risultante il suono desiderato, mettendo in mute la traccia originale. Rimando tutte le operazioni sulla Drumtrack al tutorial specifico, sempre nella sezione tutorial del forum. Una operazione in particolare si rende necessaria; sfortunatamente (non si può avere tutto dalla vita) JTRIG non è sensibile alla dinamica, perciò tutti i colpi verranno riportati con un valore fisso di velocity pari a 64. Poco male, basta aprire la finestra di editing della velocity relativa e operare le modifiche ove necessario. Siccome anche i tom non mi sono venuti una meraviglia in questa occasione, ho ritriggerato anche quelli. alla fine dell’operazione, la mia drumtrack si presenta così:
Figura 6
Abbiamo la linea del rullante e dei 2 tom, assegnati a campioni della libreria di Sampletank II.
Ecco due piccoli files prima e dopo la cura. le tracce sono tutte flat, senza compressori, eq o effetti.
Conclusioni
Forse JTRIG non è sofisticato come Drumagog, forse gli mancano il 99% delle sue possibilità, ma due caratteristiche fondamentali le possiede: funziona ed è GRATIS. Ho anche provato ad inserirlo su un loop audio per ricavarne la versione midi ed ha funzionato, con un po’ di pazienza. Con i tamburi funziona benissimo, con i piatti molto meno, ma nel caso delle batterie acustiche quest’ultima cosa secondo me è ininfluente; e comunque si può andare per tentativi, estrapolando una linea percussiva alla volta ed anche un passaggio alla volta.
Alla fine, si dimostra pienamente adeguato al suo scopo.
Valerio Nigrelli inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature. Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it