Tutte le novità nella recensione di Cubase 7.5

cubase_75_test_01A qualche giorno di distanza dal rilascio della nuova versione, ecco una descrizione delle novità che include un minitutorial sul riverbero e sulle curve di decadimento non lineari…a cura di cubaser

Appare ormai consolidata la prassi Steinberg di rilasciare una nuova versione del software ogni due anni, intervallata da una major release intermedia. Puntualmente, ad un anno dall’uscita di Cubase 7, ecco la v. 7.5; come di consueto, le novità sono parecchie e sostanziali.

Track Visibility
ora è possibile visualizzare sulla sinistra della schermata principale un elenco delle tracce in uso nel progetto, sulla falsariga della funzione presente nel mixer. È possibile visualizzare, nascondere, selezionare tracce e, mediante un comando apposito, sincronizzare le viste al mixer, in modo che la successione delle tracce visibili sia identica nelle due situazioni.

cubase_75_test_02
Track Visibility

Il menu contestuale consente parecchie operazioni utili per velocizzare le operazioni, nella fattispecie un finder tramite il quale è possibile visualizzare solo le tracce selezionate, o quelle che contengono un particolare nome ed altro, ed una funzione toggle che permette di alternare due viste annullando e ripristinando l’ultima selezione.

Un ulteriore menu consente di salvare delle “configurazioni” ovvero degli snapshots, delle condizioni di visibilità delle tracce, analogamente a quanto accade nel mixer; in questo modo è possibile switchare istantaneamente, ad esempio, da una vista “solo ritmiche” ad una vista “voce e cori”.

cubase_75_test_03
configuration track visibility

Naturalmente, se l’opzione di sincronizzazione con il mixer è attiva, il cambio dello snapshot avverrà contemporaneamente sia sul display events che sul mixer.

Una zona immediatamente al di sopra della colonna delle tracce ospita tutti i comandi necessari alla gestione delle tracce stesse.

cubase_75_test_04

 

Instrument rack: completamente ridisegnata la finestra VST intruments, che ora include anche gli strumenti caricati cone Instrument Track; sulla cornice superiore compare una lista di comandi, da cui è possibile creare una nuova Instrument Track.

Instrument rack
Instrument rack

Il menu dell’ Instrument Rack consente di creare nuove tracce, assegnare uscite ed ingressi multipli sia audio che midi, editare lo strumento e/o caricare un preset per ogni slot, editare i parametri essenziali del preset senza aprire l’editor del Virtual Instrument, mettere in solo, mute o cercare le tracce abbinate ad un dato Instrument. Per la prima volta è possibile utilizzare uscite audio multiple per una Instrument Track, e pilotare Virtual Instruments multitimbrici caricati in una Instrument Track su più canali midi da tracce midi differenti.

Instrument rack
Instrument rack

Track Version: con questa funzione è possibile visualizzare diverse combinazini di parti ed eventi all’interno di un unica traccia. Una prima possibilità è quella di riarrangiare le parti contenute in una traccia (tutti i parametri di parte sono inclusi, compresi gli eventi contenuti nella parte). Per fare un esempio, si può utilizzare una Track version per mandare in play una parte di batteria midi, eliminando dall’esecuzione (mettendo in mute nell’editor) uno o più strumenti e/o ridistribuendo o eliminando i fills, mettendoli in mute all’interno dell’editor (anche le singole note) o escludendo/tagliando/mutando le rispettivae parti.

Un’altra possibilità è quella di registrare più versioni della stessa take su un’unica traccia, alternando poi le Track versions per determinare quale è la migliore (attenzione, non è la funzione cycle recording, anche se il risultato è simile; è comunque possibile copiare/incollare eventi e parti tra diverse Track versions). Un ulteriore comando Track versions/crea corsie dalle versioni visualizza tutte le Track version presenti in una traccia come corsie di una registrazione ciclica permettendo la realizzazione di comp come di consueto. Ogni Track version può comunque contenere corsie in modo indipendente dalle altre.

Utilizzando Track versions diverse in una sessione di registrazione ciclica è possibile impostare e paragonare diverse versioni della comp ottenuta editando le diverse takes; una volta registrato un solo in modalità registrazione ciclica, è quindi possibile creare diverse versioni dello stesso e passare dall’ una all’altra semplicemente cambiando Track version.

È possibile impostare Track versions su tracce midi, instrument, audio, tempo, signature, accordi, anche su tracce multiple. Un comando apposito consente di selezionare contemporaneamente tutte le Track versions di un progetto che hanno lo stesso ID (ogni nuova Track version è identificata da un numero progressivo; tutte le Track versions create contemporaneamente possiedono lo stesso ID, ma è possibile modificarlo arbitrariamente a posteriori, come è possibile assegnare per comodità un nome ad una Track version, es. best solo). Utilizzando le Track versions è possibile creare arrangiamenti diversi di uno stesso progetto in maniera anche più complessa e flessibile che non con il tradizionale sistema dell’ arranger.

Se spostate in una cartella, le Track versions usufruiscono della possibilità di editing di gruppo.

Non è possibile impostare, per le Track versions, parametri relativi al canale audio vero e proprio; volume, panpot, automazioni ed effettistica sono comuni per tutte le Track versions. Per il volume è però possibile utilizzare i parametri di parte, e, nel caso di tracce midi, i CC, mentre per le tracce audio possono essere impostati diversamente fade in/out e inviluppo di parte.

Per l’effettistica (in insert), si può ricorrere ad un piccolo trucco: un plugin può essere applicato dal menu Audio/plugin; il plugin però è scritto sulla parte, e quindi dovrà poi essere annullato con la funzione Undo.

 

Individuazione automatica degli Hitpoints: una volta ultimata la registrazione di una take, gli hitpoint vengono calcolati automaticamente senza dover entrare nell’ audio editor; i comandi da tastiera ALT (opt)/N e ALT (opt)/B consentono di navigare tra gli hitpoints sia nella finestra progetto che nell’editor. Una nuova funzione nell’audio editor consente di filtrare ulteriormente gli hitpoints impostando una soglia di tolleranza temporale (distanza minima tra due hitpoints).

 

Individuazione automatica degli Hitpoints
Individuazione automatica degli Hitpoints

Modalità Re-record: si attiva dalla barra di trasporto. Quando è attivata, la pressione del tasto record attiva automaticamente la registrazione dal punto impostato precedentemente, cancellando l’ultima versione; utile per ricominciare rapidamente in caso di errore di esecuzione.

Editor partiture: è stato aggiunto un inspector che consente funzioni che erano prima esclusive del piano roll, come ad es. la quantizzazione, trasposizione, lunghezza delle note ed altro

Editor partiture
Editor partiture

Nuovi plugin: un nuovo riverbero algoritmico di alta qualità, REVelation, con la possibilità di editare separatamente le prime riflessioni e la coda.

 

Piccola digressione sul Riverbero
Il Riverbero è la risposta acustica di un ambiente ad un suono che viene generato al suo interno. Ogni qualvolta un suono viene emesso all’interno di un ambiente chiuso, viene generato un treno di forme d’onda che rimbalza sulle pareti, sul pavimento, sul soffitto e sugli oggetti in esso contenuti,  con particolari caratteristiche temporali e timbriche che vanno ad influenzare sia il timbro stesso del suono, sia la sua localizzazione nello spazio da parte di un ascoltatore.

Ho trovato molto interessante per chiarezza e brevità questo articolo da un blog

http://www.atelierdarcheterie.com/blog/Articoli/Ilsuonoinunospaziochiusoi.html (grazie a Atelier d’ Archeterie, www.atelierdarcheterie.com e Tangerinetech, www.tangerinetech.net), che descrive le modalità della risposta di un ambiente alle varie frequenze.

Durante una sessione di registrazione, o in un missaggio, molto spesso si fa uso di ambienti virtuali: riassumo in poche righe i principali concetti.

Il parametro principale di un riverbero è ovviamente il tempo di riverberazione, espresso nelle formule con la lettera T. Per indicare in generale il tempo di decadimento di -60dB del riverbero si usa invece la denominazione RT60.

All’interno di un riverbero digitale, tre parametri molto importanti sono da prendere in considerazione: il predelay, le prime riflessioni (early reflections) e la coda (tail); questi parametri sono direttamente responsabili della qualità acustica del riverbero. Un determinato ambiente può essere infatti piccolo, grande, con il soffitto basso, con le pareti curve, parallele, asimmetriche, ma può  avere anche pareti riflettenti, assorbenti a seconda dei materiali con cui è costruito, in varie combinazioni; il timbro e la risposta acustica di un ambiente dipendono sia dalla forma che dai materiali.

Il predelay, espresso in millisecondi, è il tempo che intercorre tra l’emissione del suono e l’inizio delle prime riflessioni. Più che dal tempo di riverberazione, le dimensioni dell’ambiente sono determinate da questo parametro. Predelay molto corti tenderanno a prolungare direttamente il suono nel riverbero, e quindi indurranno la sensazione di ambiente piccolo, predelay più lunghi separeranno il suono dal riverbero suggerendo ambienti più grandi.

Un predelay più lungo aiuta anche a mantenere la sorgente più pulita come definizione, mentre applicare un predelay lungo ad uno strumento a percussione potrebbe generare un effetto “doppio colpo” indesiderato, in quanto il riverbero arriverebbe completamente separato dal suono che lo genera (stiamo parlando comunque di pochi millisecondi, a meno che non vogliate inserire il vostro esecutore all’interno della Basilica di S. Pietro).

Una volta che il suono urta una parete, iniziano le riflessioni; la somma di tutte le riflessioni generate dalle pareti, e la somma delle iterazioni fra le riflessioni che si riflettono ulteriormente e si incrociano tra di loro, determina il risultato acustico dell’ambiente.

Le prime riflessioni sono quelle dotate di una maggior energia sonora e di un maggior contenuto armonico, perché non hanno ancora perso energia sonora dovuta al rimbalzo su una parete successiva alla prima, o frequenze, a causa della distanza percorsa o all’intersecarsi con altre riflessioni che possono provocare cancellazioni o risonanze. Le riflessioni successive si verificano ad intervalli temporali sempre più ravvicinati e sono contraddistinte da modifiche più o meno accentuate del contenuto armonico e da durata decrescente.

Tutto ciò comporta la conseguenza che l’intensità ed il colore del riverbero si evolvono nel tempo in modo piuttosto complesso; all’interno del tempo di riverberazione, ogni frequenza avrà un tempo di decadimento differente, dovuto al periodo stesso della frequenza e all’interazione delle singole frequenze tra di loro dovute all’accavallarsi delle riflessioni (nel nostro caso un periodo è il ciclo completo di una forma d’onda; l’ ampiezza del periodo è proporzionale alla frequenza).

Nelle fasi iniziali, quindi, il riverbero normalmente contiene la maggior gamma di frequenze, che poi decadono via via nella coda a seconda della conformazione dell’ambiente. Questo comportamento, che viene definito non-lineare, necessita di una grande quantità di istruzioni per essere simulato; REVelation ospita una nutrita serie di opzioni per la personalizzazione, differenziate per le prime riflessioni e per la coda.

REVelation
REVelation

Prime riflessioni

  • Predelay
  • Early reflections: disponibili vari patterns riferibili a tipologie di ambiente diverse come hall, room chamber etc.
  • ER/Tail mix: determina il rapporto tra prime riflessioni e coda; a seconda di come viene impostato il parametro è possibile avvicinare o allontanare la sorgente dalla parte frontale dell’ ambiente
  • Size: regola la lunghezza del pattern delle prime riflessioni
  • Low cut, High cut: attenuano basse ed alte frequenze all’interno delle prime riflessioni 

 

per la coda

  • Delay: ritarda l’attacco della coda
  • Room size: simula le dimensioni della stanza
  • Main Time: il tempo di riverberazione complessivo della coda e tempo di decadimento delle medie frequenze
  • High time, low time: tempo di decadimento delle alte e basse frequenze
  • High freq, low freq: frequenze di crossover fra alte, medie e basse frequenze
  • Shape: attacco della coda
  • Density: controlla la distanza temporale tra le varie riflessioni. Più ravvicinate le riflessioni tra di loro, più denso il riverbero
  • High cut: attenua le alte frequenze

 

un altra interessante possibilità è attivare una modulazione sul riverbero.

Ecco di seguito alcuni esempi

 

Loop orchestrale (royalty free, courtesy Looperman). Un preset di REVelation piuttosto… cattedralico.

Il file Orchestral presenta lo stesso loop ripetuto due volte; il livello della mandata è identico per le due ripetizioni, come pure la lunghezza della coda ed ogni altro parametro. Quello che cambia è il rapporto ER/Tail che nella prima ripetizione è del 9%. del 100% nella seconda. Orchestral ha un predelay di 50 ms, corrispondenti ad una navata di circa 16 m. Notate come la seconda ripetizione appaia più lontana rispetto alla prima.

Orchestral 2 ha gli stessi parametri, ma un predelay (volutamente esagerato) di 250 ms, corrispondenti ad una basilica di circa 80 m!
Notate il netto rimbalzo del riverbero rispetto al suono dell’orchestra.

 

 

Piccolo loop di EZ drummer, kit standard. La prima battuta  comprende OH e Room originali, che in seguito sono stati messi in mute. Dalla  terza battuta è stato aggiunto un riverbero molto corto, con predelay a 15 ms e rapporto ER/Tail 35%. La quarta battuta (sempre a livello di mandata costante) ha modificato la Shape dal 30 al 70%. La quarta battuta ha modificato il rapporto ER/Tail al 50%, modificando leggermente Room Size e Main Time; la quinta battuta ha azzerato il controllo High, impostato precedentemente sui 2600 Hz, la sesta battuta porta il controllo Density al 25%, sgranando parecchio il riverbero (si avvertono le riflessioni separate). Nell’ultima ripetizione è stato modificato il pattern delle ER, riportato il rapporto EE/Tail al 35%, modificato il tempo di decadimento delle basse e alte frequenze, inserito un piccolo delay all’inizio della coda, modificati shape e density, aperto al massimo il controllo width (che in precedenza era quasi chiuso) per aumentare la sensazione di stereofonia e creare un effetto più simile alla room originale.

L’interessante è notare che, durante tutte queste modifiche, il livello della mandata è rimasto sempre identico; profondità e quantità di effetto sono cambiati esclusivamente modificando principalmente il rapporto ER/Tail (oltre che occasionalmente il tempo di ritardo, la forma della stanza ed altro).

 

Stacchetto di fiati rinforzato ed aperto stereofonicamente con un ambiente molto corto “a rimbalzo” utilizzando il parametro tail delay.

 

 

Frammento vocale con ambiente molto complesso. La coda ha delle ripetizioni multiple ottenute con una combinazione dei parametri predelay/ER pattern/tail delay/density. Ho un po’ esagerato con la quantità di effetto e prolungato il tempo di riverberazione con una automazione sull’ultima sillaba in modo da far comprendere bene il tipo di effetto applicato.

 

REVelation
REVelation

Il materiale degli ultimi due esempi è tratto da una libreria di campioni che (i casi della vita!) mi vendette Cj sicuramente più di 20 anni fa ai tempi della Midiware. (nd cj: colpo basso, così mi fai sentire a very old man!)

 

Magneto II: tape emulation
Derivato da uno dei primissimi plugins di questo tipo, offre la possibilità di “analogicizzare” materiale audio secondo varie  modalità, simulando la saturazione del nastro magnetico.

 

Magneto II: tape emulation
Magneto II: tape emulation

Loopmash FX: suite di effetti “DJ style” incorporati in loopmash. Comprende Tape start/stop, brake, scratch ed altro.

 

Groove Agent SE4
completamente ridisegnato è ormai un lontano parente di Groove Agent one; Oltre ai consueti pad che ospitano colpi singoli, è stata implementata una sezione di 16 pad che contengono dei grooves midi (possono essere caricati trascinandoli dalla finestra dell’arrange). I grooves possono essere modificati con una sezione di controllo posta in una finestra nella parte destra, sincronizzati al progetto o messi in play indipendentemente, sia in modo one shot che hold. Ad ogni pad è associata una nota midi, quindi possono essere innescati inserendo la nota relativa in un editor. Scrivendo una parte, ad es, è possibile utilizzare contemporaneamente colpi singoli e loops one shot (mi viene in mente ad es, la possibilità di programmare una serie di ghost notes per il rullante, da inserire con una sola nota volta per volta invece che scriverle una per una)

Groove Agent SE4
Groove Agent SE4

Ogni pad possiede ora svariate pagine di editing in cui è possibile modificare praticamente qualsiasi parametro; sono disponibili 3 inviluppi (pitch, filtro, VCA) fino a 128 step, sincronizzabili con i BPM del progetto, un VCF con 25 modalità di uso fra filtro low pass/band pass/high pass e combinazioni, da 6 fino a 24 dB/oct., un sofisticato audio editor e 4 aux per inviare il segnale ad uno o più effetti. Presente naturalmente una completa sezione di assegnazione di campioni ai pad con layer/split/switch dinamici ed una particolare funzione che suona i campioni a rotazione ogni volta che viene innescato il pad.

Una finestra Slice consente di suddividere un loop audio, creare appunto delle slices “à la REX” (utilizzando anche stretching/formant shifting, fades ed ogni altro ritrovato per l’editing audio) e generare automaticamente un loop midi che va a posizionarsi automaticamente sul primo Pattern Pad vuoto disponibile.

Importando files REX l’intero processo viene svolto automaticamente; le slices vengono inserite in Pad successivi e viene generato e posizionato sul primo pad disponibile il relativo file MIDI.

Completa la dotazione una sezione Mixer con 4 insert e  4 aux, ognuno dei quali in grado di caricare fino a 4 effetti, ed una sezione master, anch’essa in grado di ricevere fino a 4 insert. Negli effetti inclusi troviamo tutte le consuete tipologie di equalizzatori, compressori, distorsori, effetti di modulazione, ambiente etc.

(nd cj.: pare che la presenza di questo plugin dia il via alla “famiglia Groove Agent 4, come dichiarato da Steinberg in questo post sul forum ufficiale)

 

Halion Sonic SE2: rinnovato nella libreria, ora pesca nella palette sonora di Halion Sonic 2.

Il synth nascosto: Trip.
Una delle librerie aggiuntive in dotazione a Halion sonic SE è costituita da un synt Virtual Analog con la tradizionale struttura a 3 oscillatori (con 8 waveforms, noise e PWM), suboscillatore, due inviluppi, VCF, VCA, 2 LFO, ring modulator e arpeggiatore

HALion Sonic Trip
HALion Sonic Trip

Come abbiamo potuto notare, le novità sono parecchie e sostanziali; mi sono chiesto se valesse la pena di spendere i 50 euro richiesti, in fondo ci troviamo sempre all’interno della V7. Considerato che lo sviluppo della 7.0 non dovrebbe cessare (la 6.0 venne aggiornata fino a tre mesi dall’uscita della 7.0, nonostante la presenza della 6.5) e che, al momento dell’upgrade alla V8 chi è in possesso della 7.5 pagherà 50 euro in meno, i conti tornano. Consideriamolo un piccolo anticipo, una rateizzazione dell’upgrade venturo a Cubase 8. per adesso, godiamoci le novità!

 

Per chi volesse approfondire

http://www.steinberg.net/en/products/cubase/whats_new/whats_new_in_cubase_75.html

 

 

Cubaser è Valerio Nigrelli, inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature.

Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it.

Potete scrivergli su valerionigrelli@cubase.it
Potete navigare fino al suo sito www.valerionigrelli.it
Potete andarlo a trovare nel suo negozio:

Easyprint
Via Ognissanti, 9
35129 Padova
Tel. 049 8079043