Modartt Concert Harp Hohner collection:

Modartt_Concert_Harp_Hohner_collection_0Due nuovi Instruments Packs arricchiscono la gamma delle emulazioni Pianoteq:
Concert Harp, e Hohner collection, in cui si aggiungono al suono del Clavinet ed Electra Piano, già presenti, altri due famosi modelli, Pianet T e Pianet N.
Test e VideoTutorial a cura di Cubaser

 

Concert Harp

Modartt_Concert_Harp_Hohner_collection_01L’arpa è uno strumento molto antico, che entrò nell’organico orchestrale nel 1600 e assunse la forma attuale nel 1811 con l’introduzione dell’arpa a doppio movimento.

Le due categorie attuali di arpe sono le Arpe Celtiche e le Arpe da Concerto

Lo strumento da concerto possiede 47 note accordate secondo una scala diatonica in tonalità di do bemolle maggiore su un’estensione di 6 ottave e mezzo, tuttavia ciascuna corda può produrre 3 differenti altezze, a seconda di come viene premuto uno dei 7 pedali a doppia tacca presenti sullo strumento. L’Arpa Celtica non possiede pedali e ha un numero inferiore di note.

Ogni pedale può innalzare tutte le note della stessa altezza di uno o due semitoni, a seconda della posizione, modificando la successione degli intervalli e rendendo così possibile l’uso di scale e tonalità differenti. A pedale rilasciato, la corda vibra per tutta la sua lunghezza, mentre in prima e seconda posizione la corda viene accorciata e vengono quindi prodotti i due semitoni successivi.

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FIG. 2 (per gentile concessione www.oradimusica.it)

 

A differenza del pianoforte, le corde non hanno nessun tipo di smorzo (damper) e vibrano sempre libere.

Lo strumento dispone di una cassa di risonanza chiusa da una tavola armonica, la cassa di risonanza poggia sullo zoccolo, che ospita i sette pedali.

 

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L’interfaccia grafica è organizzata con il consueto ordine; per la descrizione di alcune sezioni, che hanno una corrispondenza nell’emulazione del pianoforte, rimando al precedente test su Pianoteq5 pubblicato su Cubase.it:

 

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La prima sezione ospita i parametri relativi all’accordatura ed al temperamento; a differenza del pianoforte, l’arpa è uno strumento a corde singole, e di conseguenza il parametro Unison width, che nel pianoforte assume una discreta rilevanza per la sonorità, nell’arpa riveste quasi il compito di un chorus, introducendo una serie di battimenti che lo strumento reale non possiede.

La sezione successiva, Voicing, offre la possibilità di personalizzare il tocco e le armoniche presenti sulle corde.

Ancora a seguire la sezione Design consente di variare la risposta della tavola armonica e delle risonanze simpatiche (sympathetic resonance).

Le tre sezioni seguenti, Calibration; Output ed Effects ricalcano le funzioni standard, dove previste. Parametri come Mallet Bounce, non avendo l’arpa alcun martelletto, possono o no produrre risultati di rilievo; questo vale in generale per tutti i parametri che costituiscono il suono del pianoforte ma non sono presenti in quello dell’arpa.

Abbiamo visto come l’arpa sia uno strumento diatonico; la successione delle note è Dob-Reb-Mib-Fab-Solb-Lab-Sib-Dob, nella scala di do bemolle maggiore

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Questo significa che per passare, ad esempio alla scala di do maggiore occorrerà che tutti e sette i pedali siano portati alla prima tacca. Stiamo ancora parlando di una scala costruita sulla modalità maggiore o ionica con gli intervalli tono-tono-semitono-tono-tono-tono-semitono.

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Pianoteq5 dispone, oltre che della classica tastiera cromatica, anche di una “tastiera diatonica” in cui i tasti bianchi sono assegnati ai 7 intervalli della scala, mentre i sette gruppi di tre tasti neri non suonano e servono a commutare il pedale relativo alla nota indicata; in questo caso, si trovano tutti e sette in posizione iniziale.

 

Se volessimo utilizzare una scala di do minore melodico (tono-semitono-tono-tono-tono-tono-semitono) la successione sarebbe Do-Reb-Mib-Fa-Sol-La-Si-Do. Di conseguenza, la disposizione dei pedali dovrebbe essere rilasciato, prima tacca, rilasciato, rilasciato, prima tacca, prima tacca, prima tacca.

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Se invece dovessimo utilizzare una scala di Sol maggiore Sol-La-Si-Do-Re-Mi-Fa#-Sol, la sequenza dei pedali sarebbe:

prima tacca (Reb portato al Re naturale), prima tacca (Dob portato al Do naturale), prima tacca (Sib portato al Si naturale), prima tacca (Mib portato al Mi naturale), seconda tacca (Fab portato al Fa#), prima tacca (Solb portato al Sol naturale), prima tacca (Lab portato al La naturale)

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Ma per la gioia e la fortuna dei tastieristi, Modartt ha dotato la sua arpa di una tastiera cromatica!

 

Dei quattro pedali, i primi due sono assegnati a funzioni “arpistiche”:

il primo pedale è “glissando” rende l’attacco delle note meno incisivo e più dolce, come accade durante un arpeggio; il secondo pedale attiva la funzione “pinch harmonics” che simula una particolare tecnica per cui la corda viene contemporaneamente pizzicata e toccata, producendo armoniche pari ed una altezza un’ottava sopra la nota suonata.

 

 

 

Hohner collection

Modartt_Concert_Harp_Hohner_collection_01bProprio nel momento in cui sto scrivendo, Moddart annuncia l’aggiunta di un modello alla collezione

Gli strumenti disponibili sono ora
il mitico Clavinet D6, l’ Electra Piano, e i Pianet T e N (new entry).

Questa famiglia di strumenti, assieme ai vari Fender Rhodes, Wurlitzer, e perchè no, Hammond fu il sistema che venne escogitato per “elettrificare” gli strumenti acustici, rendendoli più consoni ad una esecuzione dal vivo. Inutile dire che il suono di questi strumenti “elettromeccanici”, lungi dall’assomigliare a quelli acustici, assunse ben presto una sua autonomia, venendo apprezzato proprio per il carattere elettrico.

Il Clavinet non ha bisogno di presentazioni, essendo protagonista di decine di hits mondiali, e strumento prediletto di molti artisti. La generazione sonora avveniva per mezzo di corde percosse in un punto preciso da dei puntali di gomma montati sull’estremità dei tasti. Il punto dove avveniva la percussione, analogamente a quello che accade in una chitarra, determinava l’altezza della nota.

Due pickup sono incaricati di amplificare il segnale, il Clavinet era essenzialmente un clavicembalo elettrico, ma divenne subito un formidabile strumento ritmico, spesso utilizzato con effetti come il distorsore e il whawha.

La sezione Voicing presenta alcuni parametri che permettono, come nello strumento originale, la selezione di combinazioni dei due pickups. Due cursori consentono di miscelarne il volume in maniera continua, contrariamente ai selettori originali che offrivano alcune sonorità preselezionate.

 

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Il Pianet e l’ Electra piano furono la risposta teutonica al Rhodes ed al Wurlizer. Contrariamente a questi modelli, in cui il suono veniva generato da cilindretti metallici o da ance metalliche (nel Wurlitzer; quante ne ho rotte! Bisognava sostituirle ed accordarle una per una, utilizzando gocce di stagno fuso e limetta per aumentarne o diminuirne la massa e questo vi fa intuire quanto vecchio io sia), l ‘Electra Piano aveva una meccanica simile a quella di un pianoforte, anche se utilizzava ance invece di corde. Nella serie Pianet, invece, il battente era in condizioni normali appoggiato sulle ance. Messo in movimento il martelletto, esso si staccava dall’ancia mettendola in vibrazione, un sistema molto più simile al pizzico. Vennero costruite diverse varianti, alcune delle quali a console, altre con gambe smontabili, altre, come il modello T, destinate prevalentemente all’uso dal vivo, e il modello N, ultimo introdotto da Modartt. Il modello T fu usato da numerosi artisti, e piuttosto intensamente (sempre dal vivo) da Tony Banks dei Genesis. Nel modello T i martelletti vennero realizzati in silicone anziché in gommapiuma, con il duplice risultato di essere più resistenti all’usura e conferire allo strumento un suono più rotondo. Il modello N possedeva anche un generatore di tremolo.

Anche qui, le differenze fondamentali stanno nella sezione Voicing, dove troviamo parametri responsabili della posizione dei pickups.

 

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Pianoteq5 PRO

Per finire, un piccolo addendum al primo test; la versione PRO consente di modificare, indipendentemente per ogni nota, i parametri di accordatura, voicing e design; nell’esempio, è stato variato l’unison width. Il parametro detune permette, ad esempio, di “accordare” nota per nota il proprio pianoforte come farebbe un accordatore in carne ed ossa (il temperamento consiste nell’accordare le quarte e le quinte rispettivamente leggermente crescenti e leggermente calanti).

Per chi volesse approfondire, ecco una spiegazione più dettagliata sulla suddivisione dell’ ottava e sull’accordatura:

https://it.wikipedia.org/wiki/Temperamento_(musica)

 

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Non da ultimo il video allegato a questo articolo disponibile sul canale YouTube di Cubase.it in cui si passa dalla parole agli esempi sonori grazie alla prezioza collaborazione del maestro Gianpietro Pendini al quale va il nostro sentito ringraziamento.

Un grazie anche a mio figlio Guido per la realizzazione delle riprese.

 

Pianoteq 5 è un prodotto Modartt e gira su:

 

  • OSX 10.5 o seguenti
  • Windows XP/vista/7/8/10
  • Linux X86
  • standalone/compatibile VST/Audio Units/RTAS/AAX
  • in versione a 32 o 64 bit
  • Requisiti di sistema: Pianoteq 5 non è avido. consigliate unicamente “cpu recenti” dual o quad core e 512 Mb di Ram.

 

Per saperne di più:

 

 

 

Cubaser è Valerio Nigrelli, inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature.

Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it.

È docente certificato Steinberg

Potete scrivergli su info@valerionigrelli.it
Potete navigare fino al suo sito www.valerionigrelli.it
Potete andarlo a trovare nel suo negozio:

Easyprint
Via Ognissanti, 9
35129 Padova
Tel. 049 8079043