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Posted by AmedeoMinghia (Member # 2434) on 05. Marzo 2006, 18:40:
 
Forse sarà iniziatotutto dagli anni 80, da quando la ricchezza crescente col precedente bum economico si è consolidata, da quando le macchine, i monitor, i telefoni, gli sms gli mms, le autoradio, gli mp3 l'asfalto e tutta la tecnologia ci ha cominciato a circondare inesorabilmente...
Il festival di San Remo mi ha fatto venire ancora lo stesso pensiero: ma sarà forse vero che l'interesse per la musica da parte di un popolo, da parte di una cultura è inversamente proporzionale alla ricchezza del popolo stesso?
In africa e in sud america i cantanti vengono adorati; nella povertà più assoluta si considera la musica un mezzo di consolazione, che accompagna la vita e ne rappresenta le vicende.
Sto leggendo un libro di moravia in cui c'è una ragazza di vent'anni che passa il tempo in casa dei coetanei a ballare (chi balla più in casa ora?) e ascoltare dischi ...
A noi rimane Bersani che con una canzone che sembra un fotomodello in una brutta casa ( a me piace molto la canzone in quesiton) costringe una sospettata vera ispirazione in canoni moderni. Ma non si può: i canoni moderni non hanno bisogno di nuova musica, semplicemente, forse e tristemente, non ne hanno bisogno affatto. La musica della modernità sembra essere il silenzio, come il suo supporto sembra svanire nella non materia...
Quando vedo i dischi di vinile disegnati, scritti e commmentati, non posso fare a meno di cogliere in tutta quella materia un bisogno materiale non solo spirituale di musica. Ora i bisogni materiali sembrano essere altri.

Ciao.
 


Posted by Justin_1976 (Member # 4954) on 06. Marzo 2006, 11:31:
 
quote:
Originally posted by AmedeoMinghia:
Forse sarà iniziatotutto dagli anni 80, da quando la ricchezza crescente col precedente bum economico si è consolidata, da quando le macchine, i monitor, i telefoni, gli sms gli mms, le autoradio, gli mp3 l'asfalto e tutta la tecnologia ci ha cominciato a circondare inesorabilmente...
Il festival di San Remo mi ha fatto venire ancora lo stesso pensiero: ma sarà forse vero che l'interesse per la musica da parte di un popolo, da parte di una cultura è inversamente proporzionale alla ricchezza del popolo stesso?
In africa e in sud america i cantanti vengono adorati; nella povertà più assoluta si considera la musica un mezzo di consolazione, che accompagna la vita e ne rappresenta le vicende.
Sto leggendo un libro di moravia in cui c'è una ragazza di vent'anni che passa il tempo in casa dei coetanei a ballare (chi balla più in casa ora?) e ascoltare dischi ...
A noi rimane Bersani che con una canzone che sembra un fotomodello in una brutta casa ( a me piace molto la canzone in quesiton) costringe una sospettata vera ispirazione in canoni moderni. Ma non si può: i canoni moderni non hanno bisogno di nuova musica, semplicemente, forse e tristemente, non ne hanno bisogno affatto. La musica della modernità sembra essere il silenzio, come il suo supporto sembra svanire nella non materia...
Quando vedo i dischi di vinile disegnati, scritti e commmentati, non posso fare a meno di cogliere in tutta quella materia un bisogno materiale non solo spirituale di musica. Ora i bisogni materiali sembrano essere altri.

Ciao.


E anche spirituali. Rimangono pochi fanatici come noi, attenti al cambiamento, sempre con uno strumento in mano. Tristemente consapevoli. Una volta la musica era veicolo di un cambiamento sociale e perchè no, di nuove correnti. Mode. Oggi sembra che come tutto il resto sia diventato un bene superfluo. Utile perchè fa figo avere una nuova suoneria sul cellulare.

Caspita!!
Topic fantastico... una riflessione davvero importante. Che dire. Grazie.
 


Posted by perry farrell (Member # 510) on 06. Marzo 2006, 13:09:
 
...giusta riflessione!

mi è subito venuta in vmente Redemption song
"cosa ci resta come esuli? Una canzone per la redenzione da cantare insieme..."


 


Posted by AmedeoMinghia (Member # 2434) on 11. Marzo 2006, 15:07:
 
lo ritiro su...così se viva mi dite la vostra..
 
Posted by Pinzimonio (Member # 5876) on 12. Marzo 2006, 10:04:
 
Leggiti anche "Gli indifferenti" di Moravia, è un bel romanzo.
 
Posted by yasodanandana (Member # 1424) on 12. Marzo 2006, 10:08:
 
quote:
Originally posted by AmedeoMinghia:
sarà forse vero che l'interesse per la musica da parte di un popolo, da parte di una cultura è inversamente proporzionale alla ricchezza del popolo stesso?

non saprei... i popoli dove la musica "tira" sono sia fra i ricchi che fra i poveri

(dell'adorazione dei cantanti, dove questa ci sia stata prima e ora non piu', non sento alcuna nostalgia)
 


Posted by Red-one (Member # 4637) on 12. Marzo 2006, 10:23:
 
Penso che negli anni "80 ( per riamanere in tema ), chi faceva musica aveva il bisogno di comunicare con gli altri le sue sensazioni ed emozioni. Tutt'ora quando ascolto un bel brano datato riesco a volare con la mente e a ricreare le stesse emozioni che vivevo all'epoca. Oggi giorno penso che fare musica sia solo un mezzo per rendersi visibili, dove non è più importante quello che si dice ma come ci si pone, il linguaggio che si usa, od il look.
Ogni tanto guardo top of the pop e tutte le volte mi rattristo vedendo degli stupidi insulsamente vuoti dentro che ballicchiano sopra una pedana.
Ho perso tutto il mio interesse ad ascoltare musica contemporanea, preferisco ritirarmi nei meandri degli anni "80.

Ciao a tutti
 


Posted by pierecall (Member # 1290) on 12. Marzo 2006, 10:56:
 
Bisogna accettare i cambiamenti in quanto tali,anche a me piacerebbe ritornare indietro e fermarmi ai miei 18 anni, lo stesso discorso vale per la musica,magari nei 70 ascoltavo i moogs e similari ora le sonorità di reaktor e la cosa non è che mi dispiaccia anzi tutt'altro
Gennaro
 
Posted by maudoc (Member # 3815) on 12. Marzo 2006, 12:41:
 
quote:
Originally posted by AmedeoMinghia:
Sto leggendo un libro di moravia in cui c'è una ragazza di vent'anni che passa il tempo in casa dei coetanei a ballare (chi balla più in casa ora?) e ascoltare dischi ....

Forse la cosa piû importante del topic é questa.Nel senso che quoto Gennaro per chi si adegua ai cambiamenti, ma quoto anche chi ascolta sempre e solo la lirica,insomma che ognuno ascolti quello che vuole.
La musica non é obbligatoria.
I rapporti sociali,la maniera di divertirsi e di rispettarsi, quelli ho invece paura che siano cambiati in peggio,insomma siano anche più difficili,mentre dovrebbe essere il contrario.
PS:Ho letto tutto di Moravia quando avevo 17-20 anni e ne mantengo un ricordo bellissimo,oggi non lo rileggerei più.....anche i gusti letterari cambiano.
 
Posted by AmedeoMinghia (Member # 2434) on 13. Marzo 2006, 12:31:
 
quote:
Originally posted by yasodanandana:
non saprei... i popoli dove la musica "tira" sono sia fra i ricchi che fra i poveri

(dell'adorazione dei cantanti, dove questa ci sia stata prima e ora non piu', non sento alcuna nostalgia)


in effetti se ripenso alla francia o alla spagna hai ragione... E' proprio l'italia che sta messa un po' maluccio secondo me
 




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