Test: M-Audio Fast Track C600 vs. Focusrite Scarlett 8i6

Figura 1Mettiamo a confronto due tra le più gettonate schede audio del momento: Fast Track C600 e Scarlett 8i6 sono le due schede di punta come prezzo/prestazioni delle nuove serie M-Audio/Avid e Focusrite; quello che segue è un elenco ragionato delle caratteristiche di ognuna. Le due schede in oggetto fanno parte del segmento entry level/evoluto dei due marchi, anche se il concetto di ?entry level? si è elevato notevolmente nel corso del tempo; siamo arrivati oramai alla terza generazione di schede audio, caratterizzate da preamplificatori e convertitori di buona qualità, elevato numero di ingressi e uscite e mixer DSP che permette un monitoring sofisticato e a latenza praticamente zero. a cura di cubaser 

Se alcuni dei termini impiegati nel test fossero di non chiara comprensione, vi invito a consultare alcune brevi spiegazioni nella sezione Glossario del forum.

http://www.cubase.it/cgi-bin/ultimatebb.cgi?ubb=forum;f=12

Alcuni anni or sono M-Audio è stata rilevata da Avid, colosso della postproduzione Audio/Video, ma da qualche tempo a questa parte, il marchio M-Audio è associato ufficialmente ad Avid; la serie C sembra essere la prima serie di schede audio progettata interamente sotto la supervisione Avid, segnando una discontinuità anche… estetica con le serie precedenti. La scheda infatti è strutturata in modo da ospitare i controlli sulla parte superiore anziché sul frontale; questa soluzione è secondo me, piuttosto intelligente per il tipo di utilizzo per cui è stata pensata perchè consente di appoggiarla a fianco di un laptop o sulla propria postazione avendo i comandi a portata di mano come se fosse un controller (cosa che in parte è, come vedremo).

Fast Track C600 è una scheda audio USB 2.0 che supporta una Sampling Rate fino a 96 Khz e una Bitrate di 24 bit; offre quattro ingressi combo sul pannello posteriore, con preamplificatore microfonico, gain, pad e alimentazione phantom; i primi due inputs sono replicati come ingressi di linea HI-Z sulla parte frontale. Ogni input dispone inoltre di un bel meter a 8 segmenti.

Sono presenti, sempre nel pannello posteriore, 6 outputs bilanciati TRS, una connessione S/PDIF e la presa USB 2.0 e l’interfaccia MIDI; completano la dotazione due uscite per cuffie sul pannello anteriore.

Figura 2

Il top della scheda ospita i 4 canali di ingresso, ciascuno con gain, ledmeter, attenuatore (pad) e, per i primi due ingressi, il selettore front/rear; due tastini abilitano l’alimentazione phantom per ogni coppia di ingressi. La metà destra del top è occupata da una serie di potenziometri e switch che pilotano varie funzioni della scheda e, udite  udite, della nostra DAW.

Figura 3

 

Costruttivamente risulta piacevolmente pesante, ma (tiratina di orecchie) è realizzata interamente in plastica e i potenziometri, pur precisi, sono piccoli e di impugnatura piuttosto disagevole, almeno che chi è dotato di dita/salsicciotto!

In particolare, la corsa dei potenziometri dei preamplificatori mi è sembrata abbastanza equilibrata, l’ azione è costante su tutta l’escursione del potenziometro.

La connessione è USB 2.0, come già accennato, e la scheda può essere alimentata con alimentatore esterno, o dal bus; in questo caso, però, le funzionalità vengono ridotte a due ingressi e quattro uscite. Il buffer minimo impostabile è di 32 campioni, che corrisponde ad una latenza rilevata su Cubase di circa 4,2 ms sia in ingresso che in uscita, con la Sampling Rate a 44.100 campioni. Per vedere fin dove potesse essere sovraccaricata la scheda, ho masso in play la demo-monstre di cubase 5 (oltre 70 tracce più il video) ed è risultato impossibile scendere sotto un buffer di 192 campioni, corrispondenti ad una latenza di circa 8 ms, con sporadici picchi della cpu.

(test effettuato su Macbook pro, core 2 duo 2,4 Ghz, 4 Gb RAM/OS X 10.6.7/Cubase 6.0.5)

Figura 4

A 256 campioni, poco più di 9 ms, la situazione è più tranquilla.

Tramite il mixer DSP è possibile impostare fino a 3 diversi monitoraggi (Mix) assegnati rispettivamente alle coppie di uscite 1 e 2 + cuffie 1,  3 e 4 + cuffie 2,  5 e 6,  e un quarto Mix assegnato alle porte SPDIF. In pratica, ogni Mix riporta i livelli di tutti gli ingressi e di tutti i ritorni software che possono essere miscelati a piacimento. Ogni strip channel prevede panpot, mute, solo, volume di traccia e un aux send, configurabile pre o post fader, per la mandata ad un effetto interno, scelto tra le varie tipologie disponibili di riverbero e delay.

I canali denominati Hardware Inputs consentono il monitoraggio dei segnali provenienti dagli ingressi fisici della scheda, mentre quelli denominati Software Returns servono al monitoraggio dei segnali provenienti dalla DAW, utilizzando fino a 3 bus analogici più uno digitale.

Supponiamo di star registrando in contemporanea un cantante (ingresso MIC 1) e un percussionista (ingressi MIC 3 e 4) che ascoltano una base composta da batteria (in stereo), basso, chitarra elettrica e tastiere (in stereo).

Il Mix 1 viene assegnato al cantante, che ascolterà se stesso, con un po’ di riverbero in send, tramite l’ Hardware Input 1, la batteria in stereo tramite un bus di cubase assegnato agli outputs 1 e 2 associato  al Software Return 1 e 2, il basso, assegnato all’output 3 su cubase tramite il Software Return 3, la chitarra, output 4/Software Return 4 e le tastiere in stereo tramite bus 5/6 di Cubase, Software Return 5/6. Il tutto viene ascoltato tramite l’uscita cuffie 1.

Figura 5

Il Mix 2 viene assegnato al percussionista, il quale avrà il suo strumento più alto, magari vorrà sentire di più la batteria e meno il cantante, regolandosi così i volumi a suo piacimento e ascoltando il tutto tramite l’uscita cuffie 2.

Figura 6

I segnali in ingresso, essendo elaborati direttamente dal DSP (Digital Signal Processor) della scheda, avranno una latenza praticamente uguale a zero

La Fast track C600 offre come ciliegina sulla torta una serie di switch posti sul lato destro, che possono servire a varie funzioni: un gruppo di 3 switch abilita o disabilita i 3 bus analogici stereo di uscita consentendo, ad esempio, di utilizzare diverse coppie di monitor da studio per fare dei confronti A/B senza dover riconfigurare manualmente le uscite sul pannello di controllo; la manopolona del master volume può essere assegnata via software ad uno o più bus di uscita.

Il tasto MULTI può essere a sua volta assegnato a varie funzioni del software utilizzato; in particolare, visto che può supportare fino ad 8 funzioni contemporaneamente, può essere programmato per riprodurre una Macro, vale a dire una sequenza di comandi utilizzati più di sovente. Dovendo ad esempio stabilire una sequenza di comandi per registrare, si potrebbe impostare alla prima pressione la creazione di una traccia audio, alla seconda lo start di registrazione, alla terza lo stop, alla quarta il ritorno alla posizione di start per il riascolto e via dicendo. I comandi di trascinamento, il classico set di 5 (START, STOP, FFWD, RRWD, REC), può essere analogamente riconfigurato su qualsiasi altra funzione del programma. Dato che queste impostazioni sono memorizzabili come setup, assieme ai Mix, è possibile crearsi vari set di comandi, trasformando la C600 in una mini superficie di controllo.

Veniamo ora al gioiellino di casa Focusrite.

Focusrite è un marchio attivo da molto tempo nella progettazione di processori audio, come strip channels, compressori, equalizzatori e via dicendo. Da una decina di anni si è lanciata anche nella produzione di schede audio e apparecchiature digitali (famoso il Liquid Channel) di tutto rispetto.

La serie Scarlett è l’ ultima nata del catalogo, presumibilmente la prima pietra di una nuova serie che andrà a sostituire le Saffire che ha già fatto molto parlare di sè, ottenendo un ottimo favore fra gli appassionati di home recording.

La 8i6 è quindi una scheda audio USB 2.0 che offre 4 ingressi analogici (di cui due combo e due di linea) una coppia di in/out S/PDIF e quattro uscite analogiche bilanciate TRS, capace di registrare fino ad una SR di 96 Khz con una Bitrate di 24 Bit.

Apro una piccola parentesi: vi starete chiedendo perchè mai vengono dichiarati 8 ingressi e 6 uscite, quando gli ingressi sono 4 e le uscite pure 4? Uno spiacevole vezzo di tutti i produttori (M-Audio inclusa, che dichiara per la C600 6 ingressi e 8 uscite) è quella di considerare ?ingresso? o ?uscita? qualsiasi… ?buco? reale o virtuale presente sulla scheda, forse per accalappiare meglio l’ acquirente!

Se sommiamo quindi i 4 ingressi analogici, i due ingressi SPDIF e i due ingressi loopback (che non sono altro che ritorni software utilizzabili per integrare nel flusso audio della Scarlett un altro software), otteniamo la magica cifra di 8 ingressi, mentre per arrivare a 6 outputs bisogna sommare ai quattro out analogici anche l’out S/PDIF.

Se prendiamo in mano una 8i6 saremo sicuramente colpiti dalla pesantezza e dalla costruzione molto solida, con lo chassis interamente in metallo; scarna la dotazione di potenziometri, che però hanno una corsa veramente morbida e sembrano veramente di buona qualità. Il pannello anteriore ospita gli ingressi combo il gain relativo, uno switch per attivare l’ alimentazione phantom, due potenziometri che controllano il volume generale e l’uscita cuffia.

Figura 7

Il pannello posteriore invece ospita due inputs di linea (commutabili HI-Z tramite software), quattro

uscite analogiche bilanciate TRS, le porte S/PDIF e l’interfaccia MIDI.

Figura 8

La 8i6 necessita di alimentazione e non può essere utilizzata come bus powered. Il buffer minimo impostabile è di 32 campioni e corrisponde ad una latenza dichiarata su Cubase di circa 3,4 ms in ingresso e in uscita; un buffer di 256 campioni, corrispondenti a circa 8,4 ms, mi ha consentito di riprodurre senza problemi la demo di Cubase 5.

Figura 9

Il cuore della 8i6 è rappresentato dal Mix Control sistema di monitoraggio DSP based decisamente molto sofisticato

Figura 10

Un tipico Strip Channel offre routing di ingresso (può essere selezionato uno degli inputs analogici o digitali disponibili, oppure un ritorno DAW, cioè un bus di Cubase nel nostro caso, oppure un loopback input, cioè il ritorno di un altro software), solo, mute e pfl; un ulteriore pulsante consente di accoppiare due inputs in uno strip stereo.

La metà inferiore della finestra consente il routing di qualsiasi ingresso, o qualsiasi ritorno, o qualsiasi mix ad una o più uscite fisiche; il Mix 1 della fig. 10 spedisce al nostro cantante il suo microfono, dal MIC input 1, l’esecuzione di un tastierista, sugli inputs Line 3 e 4 in stereo, e le parti preregistrate di batteria, tramite il software return 1 e 2 in stereo e di basso e chitarra tramite i software returns 3 e 4, opportunamente associati ai rispettivi bus di Cubase.

Il tastierista che registra contemporaneamente avrà un setup analogo, ma con le impostazioni di volume personalizzate, sul Mix 3.

Tramite la sezione routing in basso, il Mix 1 è spedito agli outputs fisici 1 e 2, e da qui, tramite un sistema di ascolto, al cantante, mentre il mix 3 sarà inviato alle uscite 3 e 4, a loro volta inviate alla presa cuffia sul pannello anteriore, appannaggio del tastierista.

Alla fine della fiera, però quello che più conta in una scheda audio è come suona; con l’avanzare della tecnologia e l’esperienza ormai più  che decennale dei costruttori, oggi le schede audio  hanno raggiunto generalmente un ottimo livello medio qualitativo. Io ho fatto un paio di test, che vi riporto così come sono: come prima cosa, ho generato su Wavelab 7 un test tone costituito da una sinusoide che parte da 40 Hz e arriva a 22.000, e poi l’ho riregistrata per ciascuna scheda facendola uscire dal bus 3 e reimmettendola nell’input 1, con impostazione di line input, quindi a guadagno unitario.

Figura 11

Stranamente, l’input di linea della M-audio mi riporta una attenuazione di 3 dB, ma ancor più stranamente quello della Focusrite attenua il segnale di ingresso addirittura di una ventina di dB. Ho pensato ad una qualche forma di attenuazione, ma né il pannello frontale, né il software, hanno tale funzione. Commutando via software l’input 1 da line ad instrument le cose migliorano parecchio, attorno ai 5 dB, ma ho temuto che questo tipo di ingresso potesse influenzare la misura successiva.

Ho quindi passato il risultato in Wavelab 7, utilizzando lo spettrometro, che mi ha rilasciato un diagramma del comportamento dei due ingressi.

La C 600 presenta una caduta piuttosto accentuata fino a circa 90 Hz, mentre la risposta è omogenea fino ai 2000, dove inizia a calare di qualche dB fino ad una attenuazione massima di una quindicina di dB sui 22 Khz (ovviamente il test tone era ad ampiezza costante)

Figura 12

Dal canto suo, la Scarlett mantiene una risposta omogenea dai 40Hz fino a quasi 3000, dove inizia una attenuazione che la porta ai circa -15 sui 22 Khz

Figura 13

Non ho modo di sapere se il risultato sia dovuto all’ingresso solamente, oppure se anche il DAC in uscita presenti queste caratteristiche, o se sia una combinazione dei due, di conseguenza valutate il risultato cum grano salis, come si suol dire.

Questi, però, sono solo numeri, alla fine; passiamo quindi alle orecchie: valendomi dell’ ormai insostituibile collaborazione del mio amico Sandro Legnaro, ho registrato un breve pezzettino con la sua Takamine acustica, utilizzando un microfono Shure SM81 a condensatore, puntato a circa 30 cm. al manico; lasciando uomo, chitarra e microfono nella stessa posizione, non ho fatto altro che spostare il cavo XLR da una scheda all’altra. Ho subito notato che, per ottenere la stessa resa dal pre, ho dovuto alzare il gain della Scarlett grossomodo al 75% della corsa, contro il 50% della C600. Questa cosa può avere varie spiegazioni, progettuali e di componentistica, quindi non mi sono preoccupato più di tanto e ho proceduto alla registrazione. Il risultato è questo

Il luogo della registrazione è il solito salotto di casa, quindi ambiente assolutamente non trattato (e tra l’altro a cento metri in linea d’aria da una stazione ferroviaria, ogni tanto arrivavano anche gli annunci dei treni!)

A voi il giudizio sulla timbrica!

Al momento attuale, C600 è compatibile con i sistemi operativi Microsoft Vista e Win 7, e OS X fino a 10.7.2, mentre 8i6 con s.o. Microsoft Win XP solo 32 bit, Vista solo 32 bit, Windows 7 e OS X fino a 10.6.5

Per saperne di più

Cubaser è Valerio Nigrelli, inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature.

Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it.

È docente certificato Steinberg

Potete scrivergli su valerionigrelli@cubase.it
Potete navigare fino al suo sito www.valerionigrelli.it
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