Blue Cat’s Patchwork e Sound Radix 32 Lives

Quando aggiorniamo il sistema operativo del nostro mac/pc oppure installiamo l’ultima versione di una DAW, può capitare di perdersi qualche plugin o virtual instrument non più compatibile con il nuovo ambiente operativo. Molti di questi casi si sono verificati con il passaggio alle piattaforme a 32 bit, o con l’introduzione di nuovi formati di plugin (VST3, AAX) che hanno rimpiazzato gli standard precedenti. A darci una mano per cercare di risolvere il problema ecco due programmi: Blue Cat’s Patchwork e Sound Radix 32 Lives.
A cura di Stefano Danese e cj@

Potrebbe sembrare inutile parlarne ancora oggi nel 2020, dove il mondo informatico è ormai abituato da tempo ai 64 bit, ma il tema è ancora di attualità dato che non sono pochi coloro che scelgono di limitare gli aggiornamenti dei propri sistemi operativi per evitare di abbandonare la compatibilità con il software a 32 bit. Per “software” si intendono soprattutto i plugin a 32 bit che non gireranno in applicazioni solo a 64 bit come le ultime versioni di Cubase.

Esistono delle soluzioni per aggirare il problema, i cosiddetti wrapper (dall’inglese to wrap: avvolgere), programmi che, come dei contenitori virtuali, caricano al loro interno i plugin e fungono da tramite tra questi e la DAW.

Bisogna dire che i wrapper non hanno avuto un grande successo, dal momento che non hanno mai dato risultati omogenei ed affidabili e, in qualche caso, il loro impatto sulle risorse di sistema era tale da rendere impossibile il loro utilizzo. Il programma di cui parleremo adesso sembra invece possedere tutti i requisiti per essere utilizzato con soddisfazione. 

 

Blue Cat’s Patchwork

Blue Cat’s Patchwork, giunto alla versione 2.43, è un software molto interessante per via delle sue tantissime funzioni, per la sua semplicità di utilizzo e per la grande stabilità.

In pratica stiamo parlando sempre di un wrapper, ma ciò che lo contraddistingue è che si tratta di un host universale di plugin…che funziona come un plugin! In questo caso specifichiamo subito che il programma  non supporta plugin a 32 bit ed è più che altro un wrapper di plugin che fa anche molto altro che adesso vedremo. 

Blue Cat’s Patchwork è disponibile nei formati:

  • Mac: AAX, AU, RTAS, VST, VST3, Standalone
  • Win: AAX, AU, RTAS, VST, VST3, Standalone
  • Win X64: AAX, DX, VST, VST3, Standalone

e in una singola istanza può caricare fino a 64 plugin esterni nel formato VST, VST3, AU oltre ad offrire un bundle interno di 25 effetti Blue Cat Audio.

Blue Cat’s Patchwork GUI

Il funzionamento è molto semplice. Basta aprire la DAW e caricare Blue Cat’s Patchwork come un normale plugin, sia in una traccia Instrument come strumentosia in insert in una traccia compatibile come effetto.  Al suo interno troverete una serie di slot a matrice in cui inserire i plugin che si desidera utilizzare e il gioco è fatto. In pratica con Patchwork è possibile usare plugin VST su host non VST, come Logic e Pro Tools e anche il contrario, ovvero utilizzare plugin AU sotto daw che non li supportano direttamente come Cubase. Ottimo!

Blue Cat’s Patchwork B4II resurrection!

Per ogni slot, si hanno a disposizione funzioni di bypass, compensazione della latenza, undo-redo, gestione dei preset e selezione dei canali audio. Grazie alla gestione MIDI è possibile automatizzare sia i controlli di Patchwork, sia gli effetti caricati al suo interno.

Blue Cat’s Patchwork non si limita ad ospitare plugin. Il suo sofisticato routing interno e la possibilità di personalizzazione ne fanno una vera e propria patchbay digitale. Scorrendo la lista dei preset, troviamo molte configurazioni prestabilite dalle quali poter iniziare a conoscere Patchwork.

Blue Cas Patchwork Presets

Partiamo dal preset di default per avere una panoramica del routing che collega le diverse sezioni disponibili e seguiamo il percorso del segnale: 

per prima cosa troviamo lo stadio di Input con possibilità di variare l’intensità del segnale di ingresso, la sezione Pre che offre una serie di slot “in cascata” (equivalenti agli insert sui canali delle DAW), la sezione centrale detta Parallel Chains (che vedremo in dettaglio più avanti), la sezione Post anch’essa con una serie di slot in serie e un controllo del livello in uscita, e infine la funzione Mix che permette di miscelare il segnale dry prelevato direttamente dall’input con il segnale processato wet.

Essendo pensato in maniera modulare, è possibile personalizzare la propria configurazione utilizzando le singole sezioni o combinazioni di esse in base alle proprie esigenze.

La sezione Parallel Chains, come si intuisce dal nome, permette di utilizzare catene di plugin o  instrument in parallelo. Questo avviene attraverso la divisione del segnale proveniente dalla sezione Pre in più flussi (massimo 8) che possono essere processati individualmente, prima di ricongiungersi nella sezione Post.

Per evitare che il livello di uscita vada fuori controllo, selezionando la funzione Average, simbolo {A}, il livello totale dei flussi viene automaticamente compensato (prendendo come riferimento il segnale in ingresso), mentre con la funzione Sum, {Σ}, il volume finale sarà la somma di tutte le catene utilizzate. 

TIP
È possibile usare Patchwork per applicare effetti in send e return, come di solito avviene per i riverberi, utilizzando le Parallel Chains. Attivando la prima catena senza inserire effetti e applicando un riverbero in modalità full wet sulla seconda, otterremo i due segnali distinti da poter miscelare a piacimento. 

Il costo di Patchwork è 99.00 $, un prezzo decisamente impegnativo per un wrapper, ma come abbiamo visto si tratta di un software ricco di funzioni, completamente flessibile, facile da usare e multi piattaforma, uno strumento indispensabile per chi usa molti plugin e virtual instruments e non vuole compromessi alla propria creatività.

Blue Cat’s Patchwork però da solo non carica plugin a 32 bit, per fare questo occorre un altro wrapper, quello di Sound Radix, che si chiama 32 Lives che naturalmente ha la sua utilità anche slegato dal software di Blue Cat.
È una soluzione solo per Mac, una soluzione simile per il mondo Windows è jBridge, indicata dalla stessa Steinberg tempo fa come alternativa al bridge interno (non più supportato nelle ultimissime versioni di Cubase).
Il sito è https://jstuff.wordpress.com
Invitiamo chiunque abbia familiarità con jBridge o altri plugin simili e voglia scrivere qualche riga a contattarci all’indirizzo info[chiocciola]cubase.it

 

Sound Radix 32 Lives

Sound Radix 32 Lives è un software solo per macOS (fini a Mojave, escluso ovviamente Catalina) che funziona da adattatore per convertire i vecchi VST e AU 32 bit in plugin a 64 bit.

Ormai tutte le moderne DAW hanno beneficiato di nuove funzionalità e miglioramenti grazie l’architettura a 64 bit, che consente di sfruttare molto più di 4 GB di RAM che era la capacità massima dell’architettura a 32 bit.

Sfortunatamente, i vecchi plug-in a 32 bit sono diventati obsoleti. Se vi capita di riaprire con una DAW aggiornata a 64 bit dei vecchi progetti creati con una versione a 32 bit, sicuramente non vi ritroverete più i plugin caricati correttamente.

32 Lives B4II resurrection

È quasi superfluo spiegare come usare 32 Lives tanto è semplice. Una volta installato basta lanciare l’applicazione che andrà alla ricerca dei plugin VST, VST3 e AU nelle cartelle di default (è anche possibile aggiungere directory personalizzate). Per ogni plugin sono visualizzate alcune informazioni come il nome, il produttore, il formato, la versione, lo stato (morto o resuscitato) e la directory.

32 Lives resurrections

Una volta individuati i plugin, basta selezionare quelli da “resuscitare” e cliccare sul tasto xx 64. Fatto!

Blue Cat’s Patchwork che prova a caricare un VST non a 64 bit
Blue Cat’s Patchwork Error 2 – Non è un AU a 64 bit! 😉 

Sicuramente chi usa plugin a livello professionale avrà perso per strada qualche programma utile, come accennato all’inizio molti studi home o professionali scelgono di mantenere una configurazione stabile e duratura, Sound Radix 32 Lives permette di “resuscitare” vecchi plugin che saranno utilizzabili nelle DAW di ultima generazione. Anche qui il prezzo è indirizzato a chi vuole investire sulla retro compatibilità del proprio software, il costo è infatti di 99$, non per tutti ma non impossibile da sostenere.

Una soluzione simile per il mondo Windows è jBridge, indicata dalla stessa Steinberg come alternativa al bridge interno (non più supportato nelle ultimissime versioni di Cubase https://jstuff.wordpress.com

Per maggiori informazioni:

Buoni AU in Cubase e VST in Pro Pro Tools e Logic…con 32 bit o senza 🙂

Stefano Danese

Claudio Januario

 

 

 

 

Stefano Danese
Musicista e appassionato da anni di Hard Disk recording, diplomato col massimo dei voti in Musica Elettronica con indirizzo “Tecnico di sala di registrazione” presso il Conservatorio di Frosinone.
Tecnico di Missaggio per Cast Doppiaggio srl
Potete andarlo a trovare oppure contattarlo via email

 

cj è Claudio Januario è l’ideatore e realizzatore di questo sito dal 2000 (sic) ed è docente certificato Steinberg