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Topic: tecniche di riproduzione dello spazio reale nelle registrazioni audio
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fededike
Junior Member
Member # 9520
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posted 30. Maggio 2007 13:07
Buongiorno, Sono un antropologo musicale che sta facendo una ricerca sulle tecniche di riproduzione dello spazio reale nelle registrazioni audio. IN particolare volevo chiedervi se esistono e se conoscete dei programmi, plug in o qualsiasi cosa che, utilizzando un'interfaccia che simula uno spazio, riesca a creare un ambiente virtuale dove poter posizionare le traccie o strumenti e che attravrso questo posizionamento riesca a ricreare una sorta di spazialità tra le fonti sonore. NOn so se sono riuscito a spiegarmi bene, comunque se avete altre esempi di spazio simulato da programmi sono bene accetti. Grazie
Messaggi: 2 | Data Registrazione: Mag 2007
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alessio
Member
Member # 181
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posted 01. Giugno 2007 00:27
Ciao Fededike, Ti consiglio "ray space" della "quik quak" e' un rev, che ti permette di disegnare la stanza, scegliere l'assorbimento delle pareti e dell'aria, posizionare la sorgente e l'ascolto. Dai uno sguardo al sito, forse ti puo' interessare.
http://www.quikquak.com/
Ciao Ale
Messaggi: 368 | Data Registrazione: Mag 2001
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Kristian
Junior Member
Member # 8070
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posted 03. Giugno 2007 14:15
Forse sono banale, ma per ricreare spazialità tra le fonti sonore la prima cosa è il semplice panpot. E' una semplice funzione (presente in tutti i mixer) che permette di posizionare la fonte sonora all'interno del panorama stereofonico. Ovviamente il riverbero è uno dei più importanti effetti per dare un senso di spazialità al suono. Con i riverberi più evoluti puoi decidere praticamente tutte le variabili in gioco: grandezza della stanza, assorbimento delle pareti, rifrazioni, ecc, ecc... Comunque a questo scopo si possono citare in generale tutti gli effetti di ritardo. Anche il delay ricrea un effetto di spazialità, e può essere usato in moltissimi modi. Ultima cosa che mi viene in mente è l'equalizzazione. Apparentemente potrebbe sembrare estraneo come strumento. Ma tieni presente che le frequenze che arrivano all'uditore sono influenzate molto dal luogo in cui la fonte (o l'uditore stesso) si trova. La medesima fonte sonora avrà un taglio o una enfatizzazione su determinate frequenze a seconda dell'ambiente in cui si trova; a seconda della distanza, ecc... Tagliando ad un suono alcune frequenze si può dare l'impressione che questo si trovi più lontano, e viceversa. Credo che qui comunque si entri nel campo della psicoacustica. Il missaggio, a quanto inizio a comprendere, è anche l'arte (e la tecnica) di saper disporre in modo appropriato le fonti sonore in uno spazio "virtuale", tanto che il mix viene diviso sempre in "piani sonori", che corrispondo, in linea di principio, alle tre dimensioni dello spazio.
Credo di essermi espresso molto male. Spero che il contenuto si ugualmente comprensibile. Se ho detto qualche ****ata, correggetemi.
CIAO
Messaggi: 265 | Data Registrazione: Ago 2006
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c.pusher
Member
Member # 5523
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posted 03. Giugno 2007 14:55
ti sei espresso maluccio ma il contenuto è giusto.(però con il panpot gestisci solo una delle tre dimenzioni spaziali...)
Messaggi: 3512 | Data Registrazione: Apr 2005
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Kristian
Junior Member
Member # 8070
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posted 03. Giugno 2007 19:49
Che mi sia espresso male non v'è dubbio.
Dicendo che con il panpot si gestisce la posizione del suono all'interno del panorama stereofonico non intendevo dire che con esso si possa posizionare qualsiasi cosa ovunque, ovvio.
In soldoni: con il panpot muovi il suono o a destra o a sinistra. Meglio evitare fraintendimenti.
Ciao
Messaggi: 265 | Data Registrazione: Ago 2006
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