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| Autore | Topic: Come è meglio lavorare sulla batteria? |  | 
| Ibanico Junior Member
 Member # 14092
 
 
 |  posted 08. Settembre 2014 15:52         Ragazzi, volevo aprire questo topic perchè ho un dubbio che mi assilla da un casino di tempo. Onestamente non so neanche se questa sia la sezione giusta per proporvelo....
 
 Parliamo più precisamente della batteria bene o male di quasi tutti i dischi commerciali (almeno è quello che percepisco io): è molto difficile, se non improbabile, sentire dei suoni, ad esempio di rullante, "venuti male" come un colpo sul ring, colpo troppo soft ecc, come anche per le altre parti della batteria...
 
 Allora io mi chiedo: come lavorano i "big" al proposito? o come sarebbe il metodo giusto di lavorarci su; nel senso che: stanno ore lì col drumagog, o chi per lui, a sostituire o smanettano parecchio solo con i gate, expander e tutta la catena di insert necessaria, ecc.?!
 
 I suoni che ne escono sono pressocchè perfetti e stra-puliti.
 
 Mi viene pensato ad esempio che di solito una release di un gate non può essere troppo corta altrimenti qualsiasi fusto suonerebbe finto, e comunque inascoltabile: in un genere come il punk ad esempio, dove magari esiste un utilizzo un pò più accentuato dei piatti, crash o ride che siano, mi viene insolito pensare ad esempio come possa essere possibile che la coda di un piatto non rientri in un tom o timpano....
 
 Sono tutti esempi per chiedervi se i pro utilizzano strumenti come il drumagog per il "replace", e quindi anche per la pulizia, o lavorano solo con le dinamiche???!!!
 
 Ovviamente la prima cosa che vi verrà pensata sarà del tipo: "ma sei matto, non si sostituisce un suono che in partenza è bello con uno campionato solo per pulizia..."...è ovvio! Ho sentito però in passato, che ad esempio qualcuno è abituato a creare un progetto di "setup" dove vengono rec tutti i suoni singoli del batterista prima di cominciare la sessione di rec per poi poterli riutilizzare in caso di bisogno o proprio per il drumagog... e comunque sarebbero sempre i suoni di quel batterista e non suoni da libreria...
 
 Quindi vi chiedo: come è meglio lavorare al proposito?? Lo so che è un pò generica sta domanda ma vediamo quello che può venir fuori!
 Messaggi: 57 | Data Registrazione: Ott 2010 
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| cubaser Member
 Member # 5766
 
 
 |  posted 08. Settembre 2014 16:18         la prima cosa che fa uno studio "pro" è usare uno strumento che suona ed accordato (può sembrare banale, ma il 50% di un buon suono viene da un buono strumento) e magari con le pelli giuste e non finite, inserito in un ambiente che suona.
 l'altro 50% viene dal batterista, che ha il suo tocco ed è in grado di eseguire il brano con le dinamiche corrette e senza beccare cerchi o meccaniche invece delle pelli
 una volta che la partenza è questa, il resto viene da ottimi microfoni, magari outboard, e molta competenza, oltre che, alla bisogna, dell'aggiunta o sostituzione con campioni che ormai è praticamente prassi
 Messaggi: 17863 | Data Registrazione: Giu 2005 
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| Ibanico Junior Member
 Member # 14092
 
 
 |  posted 08. Settembre 2014 16:23         Quindi mi stai confermando che si utilizzano entrambe! Ovviamente più la parte della ripresa è migliore e più "facile" sarà il lavoro poi...
 Messaggi: 57 | Data Registrazione: Ott 2010 
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| yasodanandana Member
 Member # 1424
 
 
 |  posted 08. Settembre 2014 16:50         lavoro professionale vuol dire impiegare tantissimo tempo nelle rifiniture, giorni, settimane, mesi per completare un brano ...  per cui certamente drumagog o simili, ma anche copia-incolla di parti o micro-parti da punti ben suonati a punti suonati un po' peggio, automazione al millimetro, eq, gate ecc. ecc. ecc.
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| Ibanico Junior Member
 Member # 14092
 
 
 |  posted 10. Settembre 2014 00:53         Ok! Grazie mille!
 Messaggi: 57 | Data Registrazione: Ott 2010 
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