This is topic Si deve produrre solo il genere musicale che si è soliti ascoltare?? in forum La Stanza di Cubase.it at I Forum di Cubase.it, il sito italiano su Cubase, Audio, MIDI e Home Recording.


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Posted by ISPJ (Member # 10014) on 28. Gennaio 2008, 23:59:
 
Ciao a tutti. COme da titolo Vorrei porVi questa domanda. E anche quella opposta. Cioè ascoltate solo il genere che producete? Questa domanda mi sorge dalla mia esperienza personale. Mi diletto nella produzione di musica elettronica/house e questo il più delle volte fa si che io venga "etichettato" come un non conoscitore della musica, essendo l'house music un genere privo di sostanza, se si eccettua lo scopo dansereccio. Questo ovviamente è il giudizio che spesso mi sento emettere da persone le quali non conoscono il mio background musicale e quali siano i miei stessi gusti da ascoltatore. E con le quali mi sento in netto disaccordo.
So che per molti il produrre house o comunque un genere di musica definito "commerciale" equivale a essere:
- scarsi musicisti
- pessimi ascoltatori
- mediocri produttori
Voi cosa ne pensate?
 
Posted by profano (Member # 983) on 29. Gennaio 2008, 00:39:
 
ciao,
no, ascolto svariati gruppi dalle più disparate sonorità, ma poi quando produco i brani col mio gruppo andiamo sempre su territori new wave.
 
Posted by yasodanandana (Member # 1424) on 29. Gennaio 2008, 01:31:
 
Ciao a tutti. COme da titolo Vorrei porVi questa domanda. E anche quella opposta. Cioè ascoltate solo il genere che producete?
io faccio una specie di techno con elementi etnici.. poi ascolto hard rock anni 70, blues, technopop anni 80, musica indiana classica e popolare, rock californiano anni 60/70, surf, rock and roll, soul funky, trance, reggae

So che per molti il produrre house o comunque un genere di musica definito "commerciale" equivale a essere:
- scarsi musicisti
- pessimi ascoltatori
- mediocri produttori
Voi cosa ne pensate?

che e' bello cio' che piace..

onestamente non so nemmeno se e' da consederarsi un bene ascoltare molta musica e di generi variati.... a me interessa solo se cio' che esce fuori da un artista mi piace...
 
Posted by ISPJ (Member # 10014) on 29. Gennaio 2008, 03:30:
 
[Smile]
Io mi trovo in perfetta sintonia con Voi. Sono cresciuto con i miei genitori che mi facevano ascoltare i cantautori italiani, che amo profondamente, ascolto il funk e il rock inglese anni '70 da una vita e amo i Queen. Poi però faccio elettronica. E sono certissimo che questi miei ascolti in qualunque modo influenzino il mio stile e le mie produzioni.
Sono pienamente d'accordo con il fatto che sia bello quello che è piace. D'altronde l'oggettività nell'arte esiste solo ai massimi livelli secondo me. Certo è che è difficile farsi apprezzare facendo un genere che viene puntualmente associato al "non gusto". E' una brutta sensazione... [Frown]
 
Posted by maurix (Member # 2135) on 29. Gennaio 2008, 04:40:
 
quote:
Originally posted by ISPJ:
Certo è che è difficile farsi apprezzare facendo un genere che viene puntualmente associato al "non gusto". E' una brutta sensazione... [Frown]

Ti faccio una domanda: secondo te, nell'ambito delle musiche commerciali/funzionali, cioè che nascono essenzialmente con lo scopo di stimolare il movimento (per esempio), c'è a livello compositivo la libertà per il produttore di esprimere sè stesso ?
 
Posted by pierecall (Member # 1290) on 29. Gennaio 2008, 08:49:
 
io cerco di ascoltare un po diversi generi,ma riguardo la mia produzione hobbystica mi rimangono sempre impresse determinate sonorità di musicisti dell'area elettronica dei primi anni 70 dalle quali poi prendo spunti per rielaborazioni,modifiche ed esperimenti vari

ciao

gennaro
 
Posted by Axiom (Member # 4626) on 29. Gennaio 2008, 08:54:
 
quote:
Originally posted by ISPJ:
So che per molti il produrre house o comunque un genere di musica definito "commerciale" equivale a essere:
- scarsi musicisti
- pessimi ascoltatori
- mediocri produttori
Voi cosa ne pensate?[/QB]

che è un emerita ******ata [Smile]
la maggior parte di produttori che conosco e che fanno questo genere sono tutti metallari, jazzisti e quant'altro.

Cheers,
Luca
 
Posted by Merlin (Member # 8973) on 29. Gennaio 2008, 09:30:
 
mi sembra che l'approccio del topic sia piu' puntato su questioni culturali...

come la tipica diatriba per esempio sui libri horror da sempre considerati una "sottocultura",
o il fumetto.. etichettato come cosa poco artistica.

Be, io penso che in ogni forma espressiva si possa essere colti e/o talentuosi a vari livelli..

non esiste generalizzazione...

in questo senso penso che anche la house music abbia i suoi fondamenti, e che una house fatta bene sia riconoscibile al "colto" di quel genere che sa riconoscervi precisi parametri artistici e di talento.

non posso scendere nel dettaglio in quanto decisamente non e' il mio genere.. ma penso che il concetto sia estendibile a pressoche' ogni attivita' umana, house compresa.
 
Posted by ISPJ (Member # 10014) on 29. Gennaio 2008, 12:14:
 
Wow. Ke commenti... Bello..
Con ordine.. Alla domanda in cui mi si chiede della libertà degli artisti nel genere house rispondo NI. (o SO).. Io credo che la risposta stia nell'individuare prima cosa si intende per musica House, con la H maiuscola. Per fare un esempio i brani alla Bob SInclar da airplay radiofonici assurdi, correlati di video, ecc sono chiaramente definiti genere House. Personalmente mi trovo in disaccordo totale. SOno brani pop con cassa in 4/4 che batte tutto il tempo. Stop. Certo che qui l'IO del produttore è ridotto ai minimi termini. Senza magari l'obbligo dei colossi discografici per cui firmano, bensì dal targe che cercano di raggiungere. Ed è qui, per me, la chiave di volta del discorso. Fare della musica in serie porta a non sviluppare idee innovative, bensì adattarsi ad uno standard che frutti popolarità e redditività.
Io che non ho scopi di successo invece lo faccio, come tanti, per passione. E ben sapendo che per fare un brano simile a tutti gli altri ci vuole si e no un'ora di lavoro, cerco di ascoltare e di farmi influenzare da qualcosa di diverso. E' per questo che non capisco molti post da parte di ragazzi che fanno dance/house e chiedono la cassa di Tizio e il basso di Caio. Ma se sono già loro te che gusto ti prendi? Dove stà il divertimento?
Merlin poi afferma che "na house fatta bene sia riconoscibile al "colto" di quel genere che sa riconoscervi precisi parametri artistici e di talento". Non c'è cosa più giusta [Smile] .
Il fatto che non passino in radio spesso coincide con il maggior talento del produttore. "Più sei bravo, meno ti passo in radio". Perchè per bravi io, ma come me tanti amanti dell'house, identificano colui che sa proporre suoni, musiche ecc differenti, innovativi.
 
Posted by yasodanandana (Member # 1424) on 29. Gennaio 2008, 12:24:
 
beh.. se cominciate a distinguere la "House" di classe, la "House" con l'"H" maiuscola, la "House".. "fatta bene"....

beh...

allora siete come quelli che criticano la "House" come un sottogenere....

[Smile] [Smile]

la vera apertura della mentalita', a mio parere, e' semplicemente riconoscere la preminenza del gusto personale..

magari sbaglio.. [Wink]
 
Posted by ISPJ (Member # 10014) on 29. Gennaio 2008, 12:32:
 
Credo di essere stato frainteso. Non parlo di House con la H maiuscola con il tentativo di scindere in musica di classe o meno.. Parlo di House con la H maiuscola per indicare produzioni esplicative del genere stesso. Infatti il mio discorso collima con il fatto che non tutta la musica house ha la cassa in 4/4 e non tutta la musica con cassa in 4/4 e musica House.
Spero di avere precisato il concetto.
 
Posted by ISPJ (Member # 10014) on 29. Gennaio 2008, 12:34:
 
In ogni caso sono d'accordo con te Yaso, xo' c'è obiettivamente da considerare il fatto che l'ambizione di vendere prodotti standard è la morte dell'intelletto umano.. [Big Grin]
 
Posted by Merlin (Member # 8973) on 29. Gennaio 2008, 13:05:
 
-quote-

In ogni caso sono d'accordo con te Yaso, xo' c'è obiettivamente da considerare il fatto che l'ambizione di vendere prodotti standard è la morte dell'intelletto umano..

-end of quote-

anche su qesto si potrebbero applicare delle discrezionalita'....

Leonardo affrescava volte su commissione ad esempio... anche lui doveva accontentare un committente ed ottenere un plauso generale... forse questo toglie valore artistico alle sue opere ???

Oggi un musicista che riesce a dare alle sue idee una valenza commerciale, (senza cadere nella banalita'... ovvio), o semplicemente riesce a dare al suo lavoro la forma di canzone... secondo me ha comunque un valore aggiunto...

personalmente ascolto tuttal'tro che canzonette e commerciale, ma quando trovo della genialita' sapientemente incastonata in questo "format"... beh... apprezzo molto !
 
Posted by RoundpeaR (Member # 1341) on 29. Gennaio 2008, 14:16:
 
ciao!

a mio parere la discriminante fondamentale è se ci sono di mezzo i soldi o no...

mi spiego: se la musica viene fatta per diletto trovo che la libertà possa essere assoluta, e quindi non trovo obbligatorio ascoltare ciò che si suona..

ma se con quello che suono ci devo vivere (e soprattutto ho a che fare con generi commerciali) ritengo indispensabile ascoltare il genere che suono. è troppo importante essere aggiornati su novità stilistiche, compositive e timbriche...

provate ad immaginare un singolo house con una cassa vecchia di 5 anni.... non venderebbe mai...
 
Posted by yasodanandana (Member # 1424) on 29. Gennaio 2008, 14:29:
 
quote:
Originally posted by RoundpeaR:
ciao!

a mio parere la discriminante fondamentale è se ci sono di mezzo i soldi o no...

seguendo il resto del discorso... la penso differente, ovvero... i limiti, a mio parere, spesso aiutano
 
Posted by martivb (Member # 10532) on 29. Gennaio 2008, 14:51:
 
quote:
in questo senso penso che anche la house music abbia i suoi fondamenti, e che una house fatta bene sia riconoscibile al "colto" di quel genere che sa riconoscervi precisi parametri artistici e di talento.
quoto.

spesso sento criticare la house da persone che poi, come termine di paragone portano smoke on the water... una canzone costruita su un riff ripetuto in continuazione, che so suonare anch'io [Smile]

per il resto quoto yaso. i punk che criticano chi ascolta commerciale, i metallari che criticano chi ascolta punk, i commercializzanti (?) che criticano chi ascolta jazz ecc.. e tutti si credono superiori.. soprattutto quando si parla di generi d'"elite".. e fanno anche un po' le vittime "noi siamo colti e incompresi".. peggio delle religioni [Smile]
BASTAAAAAA uffi che palle [Razz]
che ognuno ascolti quel c...o che gli pare!
 
Posted by ISPJ (Member # 10014) on 29. Gennaio 2008, 16:26:
 
Mi sento di dire che ognuno di noi ha detto delle cose sacrosante... Però forse ci stiamo discostando dal tema del topic. Posto che per forza di cose troveremo sempre qualcuno pronto a stroncare il nostro lavoro e disprezzare il genere che produciamo, torniamo alla domanda.
Producete quindi quello che ascoltate e solo quello? E inoltre mi viene una seconda domanda..Quanti di Voi sarebbero disposti a mutare anche magari in minima parte il proprio prodotto per accontentare un discografico?
 
Posted by geno (Member # 837) on 29. Gennaio 2008, 16:40:
 
Per me dipende tutto dall'atteggiamento che si adotta nella stesura di un pezzo. A volte si parte con spirito libero e si suona secondo quelli che sono i gusti personali e te ne sbatti se un suono è catalogato di un genere o no, semplicemente lo usi perchè ti piace.

A volte invece si parte gia con l'idea di "rifarsi" alle sonorità di un pezzo famoso o per lo meno di lavorare nell'ottica di rientrare nei canoni di un determinato genere musicale.

I entrambi i casi possono esserci buoni risultati. Certo, rifarsi ad un genere può essere limitante ma..allo stesso tempo soddisfare il tuo ascoltatore perchè sai che è proprio quello che vuole....e, anche questo da soddisfazione......diciamo indiretta [Smile]

Quindi io non catalogherei nessun genere come secondario. Ci sono delle canzoni dance commerciale anni90 che, ascoltate a distanza di 15 anni mettono i brividi da tanto eran belle (proprio un paio di giorni fa mi sono ri-ascoltato 3o4 volte di fila un pezzo che avevo proprio dimenticato...Simon Jay - wanna be like a man)

Eppure era dance-commerciale finalizzata alla vendita...ma alla fine, chissenefrega
[Cool]
 
Posted by Merlin (Member # 8973) on 29. Gennaio 2008, 16:41:
 
personalmente :

1)
non produco solo cio' che ascolto ma trovo estremamente divertenti "incursioni" un po' in tutti i generi... in verita' spazio di piu' suonando che ascoltando...

2)
se non ritengo che il cambiamento proposto dall'eventuale discografico vada a stravolgere il fulcro di cio' che io avevo in mente mi sta bene e non c'e' problema...

se invece stravolge... faccio la mia battaglia, porto i miei argomenti.... tento almeno di arrivare ad una mediazione per me onorevole...

poi se proprio non c'e' "trippa per gatti"... me lo faccio stare bene lo stesso.
 
Posted by yasodanandana (Member # 1424) on 29. Gennaio 2008, 21:55:
 
quote:
Originally posted by ISPJ:
Quanti di Voi sarebbero disposti a mutare anche magari in minima parte il proprio prodotto per accontentare un discografico?

se uno mi da consigli dei quali riconosco la validita' cambio idea molto volentieri..
 
Posted by maurix (Member # 2135) on 30. Gennaio 2008, 22:56:
 
quote:
Originally posted by ISPJ:
Producete quindi quello che ascoltate e solo quello?

Posta in questo modo la domanda è un po' limitante, o meglio limiterebbe quello che uno può ascoltare.

Se produci solo quello che ascolti significa che sei costretto ad ascoltare solo quello che sapresti produrre
[Wink]
 


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