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[QUOTE]Originally posted by ninja636: [QB]Ok, maurix, d'accordo su quasi tutto. Però c'è qualche particolare da esaminare meglio: parliamo di musica e di arte, cmq di creatività. Ti cito la definizione di Henri Poincaré, un matematico: "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili", che trovo elegantissima per l'essenzialità. Si tratta di conoscere quel che già è stato fatto e di creare nuove interrelazioni, che siano "utili" in quanto socialmente riconosciute tali - Galileo se la vide brutta, e pure Stravinsky e tanti altri. Non stiamo parlando di un operaio che se trova un'altra fabbrica può fare lo stesso lavoro che faceva prima senza dover per forza inventare qualcosa di nuovo. Gli artisti hanno per definizione la croce di dover promuovere loro stessi, i propri lavori. Parlando di lavoro retribuito, paradossalmente forse i musicisti cinquantenni e oltre - a parte me che non sono nessuno - sono avvantaggiati dal nome che si sono creati in passato, mentre i giovani o lavorano aggratis, o per 20 eur, o non lavorano. Hai voglia a MySpace etc. Torno a dire che così l'arte soffre, ma soprattutto la cultura soffre, che sono le uniche cose che possono davvero salvarci dal degrado attuale. E un altro particolare: la creatività è un talento che è sia un dono che una maledizione. Se non la agisci, se la reprimi troppo, ti fa marcire dentro. Cosa che non succede a chi ha un talento differente. Si tratta di trovare nuove connessioni - anche tra cose apparentemente opposte tra loro. E cos'è la musica se non questo? Relazioni tra suoni e silenzi, nel tempo. Tutto qui. In più, tanto per fare trentuno con gli svantaggi, è l'arte più astratta che esista. Non si tocca, non si vede, è fatta solo di "cultura". Di memoria. Personale e sociale. In questo momento ci sono pochissimi soldi e le prospettive son buie. Se fate una piccola ricerca gugolando "I dati Siae sull'attività di spettacolo in Italia nel primo semestre 2012" (non è consentito il link diretto), leggerete sul sito della siae o di repubblica che tutto il mercato dello spettacolo è sceso (a parte il calcio) ma l'offerta di spettacoli è aumentata. Che vorrà dire? Nel frattempo io sono sempre più incerta sul mio futuro musicale. Anche perché ho "scoperto" di non saper fare nulla che non sia creativo. A stare sotto capo e fare pedissequamente quel che mi viene detto, muoio dentro. Già provato, già morta, già scappata a gambe levate. Oppure cacciata perché "sovversiva", "rompiscatole" e tutto quel che vi viene in mente - non ce la faccio a non pensare e stare zitta, propongo sempre cambiamenti, innovazioni, ottimizzazioni etc. Se andrò a finire sul lastrico romano, siate pur certi che avrò da ridire sul posizionamento dei tombini del marciapiede si cui dormo. In quanto a Sky, se la Rai facesse quel che dovrebbe fare con la cultura (vedi BBC), anche l'arte ne trarrebbe vantaggio. In Italia di arte e cultura ce n'è tantissima. Siamo il paese più ricco di cultura al mondo. E la disprezziamo. Ieri sera visto documentario-film (HBO), 90' circa, sulla perfomance "The Artist Is Present" di Marina Abramovic al MoMA nel 2010, durata tre mesi consecutivi, 700 ore in totale. Se lo trovate guardatelo, è veramente illuminante. Lei inizia dicendo "Do you know what's interesting? After 40 years that people thinking that you're insane and you should be put in Mental Hospital, you finally, actually, get all this acknowledgements. Such a long time to take you seriously." (Ci vuole molto tempo per essere presi sul serio.) Lei è una tenacissima, stoica. Bello quando racconta la storia della sua vita, la sua infanzia. Dice che sua madre non l'ha mai baciata, mai abbracciata, per non viziarla. E lei ne ha sofferto moltissimo. Tutto quel che fa nella perfomance "The artist is present" è di guardare negli occhi la persona che le si siede di fronte, con attenzione e apertura totali. Moltissima gente piangeva di commozione. Non fa altro che "dare attenzione", sembra amore incondizionato. Unisce la sua mancanza d'affetto patita nell'infanzia con il dare amore incondizionato nel presente a chiunque le si sieda davanti. Questo è "unire gli opposti" = arte. Imho. Ne ho visto anche un altro su Jim Morrison, The Doors. Lui c'è finito sotto. Mentre Redford e Newman non si sono fatti mangiare dal divismo, e spiegano quanto sia invadente e a volte devastante. Interessante anche quello su Marsalis. E quello sui Pink Floyd - stranucci, devo dire. Ho mancato i Queen e mi rode, spero lo rimandino. Tra un po' c'è Barenboim 2° lesson, non vedo l'ora! Lo so che Gillian sta così così, ma alla faccia... cmq a me piace sempre la sez ritmica, sono rockettara dentro: The Clash forever! :headbang:[/QB][/QUOTE]
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