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STEINBERG WARP VST
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a cura di Natale Caccavo

Una caratteristica comune nel sound di tutti i chitarristi "elettrici" è senz’altro quella di una distorsione "calda": il classico ampli valvolare possibilmente "a manetta" e un cabinet adeguato (spesso di notevoli dimensioni e peso).

É evidente che tale caratteristica fondamentale non rende certo il setup molto pratico e trasportabile (nonché economico) oltre a richiedere spazi e tempi adeguati per la pratica dello strumento (provate ad accendere il vostro Marshall a manetta all’una di notte nella vostra camera da letto e tutti i vicini accorreranno... di certo per applaudire l’ispirazione improvvisa che vi ha colto...).

Ma anche in studio la registrazione di una chitarra elettrica "ben amplificata" o processata comporta molti vincoli, perché lascia ben poca possibilità di interventi successivi al sound engineer. Dal punto di vista del tecnico del suono, generalmente sarebbe preferibile effettuare tutte le registrazioni dry e applicare in seguito effetti o altre elaborazioni del segnale.

Come tutti sanno però, è pressoché impossibile convincere un chitarrista a registrare una chitarra "dry" ("e poi dopo gli effetti te li metto io..."). Del resto, entrare con una chitarra clean in un mixer non è proprio il massimo della vita e prosciugherebbe la vena creativa e interpretativa di un qualunque chitarrista, anche inserendo costosi dispositivi per il trattamento del segnale (preamplificatori, distorsori, ecc.), perché finora una valida emulazione di amplificatori valvolari non è mai stata raggiunta dalle tecniche a stato solido.

In particolare per il chitarrista, il suono del suo strumento non è un "optional", ma è parte integrante della performance. Potreste mai immaginare un solista che si gira verso l’ampli in cerca del feedback e, non avendo la "reazione" desiderata dalla catena sonora, continua a tenere la nota? Senza poi pensare ai miti (da Jimi Hendrix a Eric Clapton, passando per Carlos Santana) per i quali "quel particolare suono", dovuto a una determinata catena di preamplificazione-distorsione-elaborazione-amplificazione, è una caratteristica peculiare dell’esecuzione.

PROBLEMA SENZA SOLUZIONE?
Finora sì, ma le tecniche digitali alla base di miracoli già avvenuti (per esempio i cloni virtuali di synth vintage o di processori audio), unite all’esperienza specifica di chi gli amplificatori a valvole li ha sempre fatti, questa volta hanno fatto la differenza.

È così che Spectral Design e Hughes & Kettner hanno introdotto la nuova tecnologia DSM (Dynamic Sector Modeling), che finora ha partorito due oggetti: uno hardware ("zen-Tera" un rivoluzionario amplificatore per chitarra che può replicare vari amplificatori valvolari classici) e, grazie al sodalizio con Steinberg, uno software: WARP, oggetto di questo test.

LE SPECIFICHE TECNICHE
Warp è un plug in per applicazioni compatibili VST (attualmente rilasciato solo in versione per PC, ma presto sarà disponibile anche in ambiente Mac), pensato sia per applicazioni live che per processare tracce audio già registrate nel sequencer audio.

Le caratteristiche dichiarate sono di grande interesse:

  • Emulazione perfetta di 3 amplificatori (Jazz Chorus Amp, Plexi Amp, Warp Rectified Amp)
  • Speaker simulation, 3 Speaker Cabinet disponibili (Combo, 4x12" British, 4x12" Greenback)
  • Controlli per le regolazioni specifiche di tutti i parametri dell’amplificatore emulato
  • Possibilità di utilizzare ognuna delle 3 "testate" con ognuno dei 3 cabinet
  • Parametri automatizzabili nel sequencer VST

A tutti gli effetti Warp è un amplificatore (o meglio trasforma il vostro impianto audio nell’amplificatore desiderato), dunque l’operatività è quella convenzionale. Se vorrete ottenere un feedback, non dovrete far altro che orientare il pickup della chitarra verso la cassa da cui il suono viene emesso; se vorrete intervenire sui parametri dell’ampli, dovrete operare con il mouse (sulle manopole del pannello virtuale, che replica i comandi dell’amplificatore originale). Nell’utilizzo live, come per tutti gli strumenti o effetti virtuali, l’interazione tramite mouse è probabilmente l’unico limite dell’oggetto; un controller hardware esterno dedicato (con 16 manopole e 4 pulsanti) sarebbe l’ideale.

Se il materiale in ingresso è "sporco" o rumoroso, otterrete solo "tanto rumore". I risultati migliori si hanno registrando sorgenti pulite e collegando direttamente la chitarra a un ingresso ad alta impedenza del mixer o, ancora meglio, della scheda audio (se ne è dotata, come ad esempio Echo Mona, Edirol UA5, Nuendo AudioLink, ecc.). Quest’ultima dovrà essere necessariamente di alta qualità (meglio i modelli con conversione a 24 bit) e a bassa latenza. Tempi di latenza al di sotto dei 10 ms (tipici di schede con driver ASIO) sono senz’altro accettabili e (considerando la velocità di propagazione del suono nell’aria) equivalgono al ritardo che il nostro orecchio (non) percepisce quando siamo a pochi passi di distanza da una cassa dalla quale la chitarra è riprodotta.

L’installazione di Warp da CD Rom è velocissima e avviene senza problemi. Una volta avviato l’ambiente VST, è preferibile assegnare Warp in modalità Insert di canale (è comunque possibile lavorare anche in mandata effetti Send). Durante le registrazioni in Cubase VST, il segnale che viene registrato sulla traccia audio è non processato, anche se dai monitor si avverte l’effetto di Warp. Questo permette al performer di suonare con la sonorità desiderata, ma con tutta la flessibilità che dopo serve al sound engineer per eventuali modifiche sui parametri.

 

GLI AMPLIFICATORI
Come si è detto, gli amplificatori disponibili sono 3:

  • JC Clean: un classico Jazz Chorus a transistor degli anni 70, caratterizzato da un suono molto caldo e pulito, dotato di controlli di Volume, Bass, Mid e Treble.
  • Plexi: emula la classica testata valvolare British 50W, normalmente utilizzata insieme a uno speaker 4x12". I controlli disponibili (che nel settaggio originale erano sempre tutti a manetta) sono: Gain, Master, Bass, Mid, Treble, Presence. È questo il modello di ampli in cui si avverte maggiormente l’azione del DSM, con uno spettro armonico molto ampio, pilotato in real time dalla dinamica di esecuzione della chitarra.
  • Warp: si ispira alle testate valvolari Californiane Rectified, i controlli disponibili sono simili a quelli del Plexi.

 

I CABINET
Per ognuna delle testate può essere utilizzato uno dei tre cabinet disponibili, rigorosamente marchiati Hughes & Kettner:

  • Combo clicca per la foto (cono da 12" in cassa aperta)
  • British (4 coni da 12", speaker tipico degli anni ‘80)
  • Greenback (4 coni da 12", speaker di grande potenza)

Per scegliere un cabinet è sufficiente cliccare sul simbolo dell’altoparlante, fino a selezionare quello desiderato.

 

IL TEST
È con grande curiosità che ci siamo accostati a Warp, un po’ per le voci di chi gridava al miracolo e un po’ per lo scetticismo indotto dagli amici chitarristi e dai puristi del "valvolare", ritenuto un regno ancora non aggredibile dalle nuove tecnologie. Finora, sia i plug-in SW che altri baracchini HW per la simulazione di amplificatori hanno visto abbastanza scettici i chitarristi (eccezion fatta per il POD). È per questo motivo che abbiamo voluto sottoporre Warp ai più "conservatori" tra i nostri amici chitarristi.

Prima di tutto abbiamo riprodotto le demo in MP3 (scaricabili anche dal sito Steinberg): belle, ma sono sempre delle demo, cioé non sai come le hanno fatte...OK, passiamo alle song dimostrative per Cubase presenti sul CD Rom di Warp (dove l’azione del plug-in può essere bypassata, per ascoltare il materiale audio non processato/processato).

L’espressione dei vari spettatori è stata il commento più significativo: per tutti l’iniziale smorfia di scetticismo si trasformava prima in: "non ci posso credere" e quindi in: "me lo fai provare live con la chitarra?". Sia nel test sul materiale registrato, che nelle prove live, Warp si è rivelato sorprendentemente realistico, evidenziando la flessibilità dell’algoritmo di Dynamic Sector Modeling, estremamente flessibile in relazione alle dinamiche di ingresso. Con un sistema ben ottimizzato, le latenze sono inavvertibili.

La cosa che colpisce di più è la possibilità di ottenere nei monitor dello studio, in cuffia o dal PA, esattamente "quelle sonorità" che si ritenevano esclusive di certe accoppiate testata/cabinet, ma senza le elevate pressioni sonore normalmente richieste per far lavorare i sistemi nella parte più interessante della curva, cioè in saturazione.

Per la prova, abbiamo utilizzato due configurazioni:

  • un PC portatile basato su Intel PIII a 1130MHz con 256MB Ram e interfaccia audio USB Edirol UA5
  • un Tower con AMD XP1800+ , 512MB Ram e due schede audio: Echo MONA e Midiman Rbus (in link con un mixer Roland VM3100 Pro).

In entrambi i casi abbiamo utilizzato sia il sistema operativo Windows 2000 Pro che Windows ME, con Cubase VST32 5.1 R1. Tutte le configurazioni erano dotate di ingressi ad alta impedenza per chitarra.

Abbiamo verificato che l’utilizzo di CPU del PC è abbastanza contenuto, ma dipendente direttamente dalla configurazione del sistema. Per esempio, con il PIII 1130/256MB Ram il misuratore di performance di Cubase VST32 ha evidenziato un utilizzo di CPU di poco inferiore al 20% per ogni istanza di Warp caricata. Con la configurazione basata su AMD XP1800+ e 512MB Ram, l’utilizzo di CPU si è ridotto a meno del 10%, per ben 3 istanze di Warp contemporaneamente funzionanti!

CONCLUSIONI
A chi è rivolto un processore come Warp? La risposta è immediata: a chiunque abbia l’esigenza di registrare o suonare chitarre!

Warp può essere sicuramente utilizzato sia da chi vuole elaborare delle chitarre (da registrare "clean") in modo convincente e lasciando tutta la libertà di interventi successivi, sia da un performer che cerchi un ottimo e pratico simulatore di amplificatori e casse per utilizzi live.

In una registrazione in studio, il vantaggio di utilizzare Warp diventa evidente: il chitarrista riesce a suonare con la sonorità desiderata (con la chitarra che entra "clean" nel mixer o nella scheda audio). Con Warp in modalità insert su un canale di VST, la chitarra viene registrata senza alcun effetto, anche se il chitarrista suonerà con la timbrica desiderata. In seguito, il tecnico del suono potrà dosare in maniera ottimale tutti i parametri, cambiare modello di ampi o di cassa, aumentare la presenza, modificare gain o equalizzare nel modo desiderato. Tutti gli interventi sui parametri possono essere registrati e quindi automatizzati (in una traccia del sequencer). Il risultato finale è quello di una registrazione effettuata con l’oggetto reale.

Nell’utilizzo live, Warp permette di evitare costose, pesanti e non altrettanto flessibili testate valvolari con tanto di voluminose casse a corredo, a patto di disporre di un ambiente "ospite" VST, di una scheda audio a bassa latenza e di un ingresso audio ad alta impedenza (e di abituarsi alle regolazioni delle "manopole" mediante mouse).

Per concludere, sia per fedeltà di emulazione che per praticità di utilizzo, prevediamo che WARP diventerà presto un must irrinunciabile in ogni setup VST.

A cura di Natale Caccavo

Il materiale di questa pagina è di proprietà di Natale Caccavo e Cubase.it

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