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Autore Topic: Musica Indiana
yasodanandana
Member
Member # 1424

 - posted 13. Ottobre 2003 11:27      Profile for yasodanandana   Email yasodanandana         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
quote:
Originally posted by margie:
..ehm ehm.. che casino la mattina,

quello che dico io e' che esistono i raga del mattino/pomeriggio/sera anche li'.... (a seconda dei guna sattva, rajas, tamas).. poi, i concerti li fanno quando gli pare


Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 14. Ottobre 2003 13:27      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
quote:
Originally posted by yasodanandana:
quello che dico io e' che esistono i raga del mattino/pomeriggio/sera anche li'.... (a seconda dei guna sattva, rajas, tamas).. poi, i concerti li fanno quando gli pare

Anche lì dove? Nel sud dell'India? Beh, certo, se seguono il sistema Indostano, ma quello Carnatico no. In ogni modo se mi citi la tua fonte a tale affermazione mi informo volentieri...Comunque la tradizione è molto importante nel sistema classico indiano e raramente un raga mattutino viene suonato la sera, dicevo che la tendenza occidentale di proporre un concerto la sera ha variato anche alcune regole tradizionali.
L'associazione con gli stati d'animo suscitati da un raga invece non c'entra molto coi guna (ma ti piacciono proprio tanto eh? ), ma con la antica classificazione familiare secondo cui ogni raga ha aspetti femminili, maschili o asessuati e di conseguenza si accorda con dati rasa (disgusto, paura, amore ecc.). Mi scuso con chi ha intravisto nei miei interventi un'attrazione sviscerata per yaso, a me semplicemente interessa l'argomento, non posso però sapere la causa della sua passione per le mie affermazioni monotematiche...


Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged
yasodanandana
Member
Member # 1424

 - posted 14. Ottobre 2003 19:38      Profile for yasodanandana   Email yasodanandana         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
Mi scuso con chi ha intravisto nei miei interventi un'attrazione sviscerata per yaso
(questo e' il povero hen.. che va capito senza interpretarlo )

a me semplicemente interessa l'argomento
(pure a me.. anche se non ne so piu' di tanto)

non posso però sapere la causa della sua passione per le mie affermazioni monotematiche...
(questa me la dovresti spiegare con parole mie...!!)


Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 15. Ottobre 2003 11:49      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
nulla di ché solo che io parlavo per il mio punto di vista e non potevo parlare per altri implicati nel morboso ( ) interesse di hen per la discussione. Non so molto neppure io di musica indiana, ne so quanto ne può sapere chi ci ha scritto una tesi e la studia con maestri ben più autorevoli. In ogni modo tutto quello che riporto non sono mie deduzioni personali. La monotematicità sta nell'oggetto della discussione che non interessa i più...tutto qui
quote:

non posso però sapere la causa della sua passione per le mie affermazioni monotematiche...
(questa me la dovresti spiegare con parole mie...!!)[/B]



Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged
patato
Member
Member # 1453

 - posted 16. Ottobre 2003 11:54      Profile for patato   Email patato         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
Oltre il DEUMM da me citato,un'altra fonte di consultazione su scale indiane (sono 72 in tutto!) strumenti e musica indiana è:

The Music and musical Instruments of Southern India and Decca di C.R. Day Ed. Novello,Ewer e C.,London and New York


Messaggi: 404 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 16. Ottobre 2003 14:06      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
La richiesta era un libro in italiano, in inglese ce n'è una miriade. Sono comunque tutti troppo tecnici per un neofita...Ma di che 72 scale parli??? Le scale sono dieci nella classificazione odierna, quella di Bhatkhande per intenderci, oppure mi pareli di jati (rimpiazzate dai raga quialche secolo fa?).
In italiano c'è solo il libro di Perinu e una buona monografia sul dhrupad della Cassio che consiglierei per la terminologia comprensibile.
quote:
Originally posted by patato:
Oltre il DEUMM da me citato,un'altra fonte di consultazione su scale indiane (sono 72 in tutto!) strumenti e musica indiana è:

[b] The Music and musical Instruments of Southern India and Decca di C.R. Day Ed. Novello,Ewer e C.,London and New York [/B]



Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged
patato
Member
Member # 1453

 - posted 16. Ottobre 2003 15:28      Profile for patato   Email patato         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
Se vuoi un testo in italiano c'è il: Musica e strumenti Indiani di A.Manzato.
Ad ogni modo il DEUMM che io ho,e che ogni musicista che abbia sete di conoscenza e che desiseri un supporto vasto completo enciclopedico sulla musica,dovrebbe possedere,dice innanzitutto tanto per essere precisi(non per contraddirti) che le scale indiane secondo Bharata (saggio vissuto nel 2° sec. A.C) e non secondo Batkhande che ha riportato e trascritto solamente quanto teorizzato dal primo che per primo teorizzò la teoria musicale indiana, le scale fondamentali sono 3 chiamate rispettivamente dal nome della nota iniziale: sa-grama,ma-grama e ga-gramaOgnuna delle 2 prime grama da origine a 7 gamme secondarie chiamate murchana di 7 suoni ascendenti o discendenti.Le 7 note subiscono inoltre,secondo i vari raga diverse alterazioni (tivra=diesis komal = bemolle)
poi ci sono i modi che fin dal tempo di Bharati si chiamavano jati come hai detto tu, ma non sono proprio la stessa cosa dei raga attuali,la cosa infatti eè un pò copmlessa poichè per l'essenza stessa della musica indiana essa è dinamica e soggetta a molte caratteristiche:Comunque per farla brevei Raga sono divisi in due grandi classi gli janaka raga (raga primari) e gli janya raga (raga secondari).I primari vengono a loro volta classificati in 72 tipi differenti (da qui l'eccezione di 72 scale) e sono i 72 Melakarta e mi fermo qui perchè devo scappare a scuola dove insegno, ma se vuoi ti riporto per intero il capitolo del DEUMM,insisto comunque affinchè tu te ne procuri una copia e lo consulti appieno.

ciao


Messaggi: 404 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
yasodanandana
Member
Member # 1424

 - posted 16. Ottobre 2003 15:35      Profile for yasodanandana   Email yasodanandana         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
quote:
Originally posted by margie:
......con maestri ben più autorevoli......

piu' dei miei di sicuro... io non ce l'ho, leggiucchio qualcosina da solo!!!



Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 17. Ottobre 2003 10:12      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
E' logico che la musica classica indiana sia un soggetto complesso. Come hai ben detto tu, tutta la trattatistica indiana riporta classificazioni e teorizzazioni della partica, è quindi CONSEGUENTE alla pratica e cerca di schematizzarla. Chi vuole approfondire il tema deve chiaramente consultare manuali specifici (e direi anche confrontarsi con qualche addetto ai lavori, nonché darsi all'ascolto prolungato e approfondito), ma mi pareva che si chiedesse un'idea generale su quello che è un raga. Le melakarta sono attualmente impiegate solo nel sistema carnatico e questo va specificato (non c'è contraddizione, quello che voglio dire è che la pratica prosegue, la teoria no, quindi non puoi prendermi come spiegazione della realtà musicale indiana classica una classificazione vetusta per alcuni versi). Le jati, invece, sono valide per l'attuale terminologia musicale solo per la classificazione in base al tipo di scala ascendente e disacendente di un raga, nessuno te ne parlerà riferendosi alla classificazione, a meno che non ti faccia la storia della trattatistica indiana da un punto di vista di studioso occidentale. Jati non è un raga ovviamente, ma 'raga' è un termine venuto in uso più recentemente e che ora rimane nella terminologia musicale indiana rispetto a jati.Io credo che chi voglia sapere cosa è un raga prima di appassionarsi all'argomento e avvicinarsi a una teoria più approfondita, verrebbe solo intontito dai numeri delle classificazioni dei trattati indiani. E' inoltre meglio non sottovalutare Bhatkhande, il quale è stato fautore del risveglio della musica classica indiana in epoca moderna. Molti musicisti indiani considerano nelle proprie parole il suo trattato principale in marathi una 'bibbia' (parole loro, non mie),in quanto non ha assolutamente semplicemente riportato le teorie di Bharata, ma ha creato nuove classificazioni attualmente in uso nella musica indostana (sistema di notazione, classificazione in thath ecc.). In quanto all'epoca in cui è vissuto Bharata Muni, gli studi che sono stati condotti (comparando datazioni di altri manuali successivi che lo commentano)forniscono una panoramica molto complessa che fa parere più affidabile considerarla verso il I secolo a. C. Ti ringrazio inoltre per il consiglio di informarmi, ma ciò che tu hai elencato l'ho dovuto per forza studiare, ma fa parte della storia della teoria musicale e non della attuale pratica. Quello che volevo dire è che c'è differenza tra le due e che bisogna sempre tenere presente la distinzione tra sistema indostano e carnatico.
Ciao
quote:
Originally posted by patato:
il DEUMM dice innanzitutto tanto per essere precisi(non per contraddirti) che le scale indiane secondo Bharata (saggio vissuto nel 2° sec. A.C) e non secondo Batkhande che ha riportato e trascritto solamente quanto teorizzato dal primo che per primo teorizzò la teoria musicale indiana...


Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged
patato
Member
Member # 1453

 - posted 17. Ottobre 2003 11:47      Profile for patato   Email patato         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
quote:
Originally posted by margie:
Quello che volevo dire è che c'è differenza tra le due e che bisogna sempre tenere presente la distinzione tra sistema indostano e carnatico.
Ciao

Concordo pienamente con te sul fatto che nella maggior parte dei casi, è proprio l'approccio sbagliato nella maniera occidentale di avvicinarsi e a qualsiasi musica di cultura non occidentale e teorizzarla secondo i nostri criteri applicati al nostro sistema temperato.
Le differenze che hai sottolineato sono fondamentali.


Messaggi: 404 | Data Registrazione: Ott 2002  |  IP: Logged
PeterPa
Member
Member # 2257

 - posted 17. Ottobre 2003 19:05      Profile for PeterPa   Email PeterPa         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
quote:
Originally posted by patato:
Concordo pienamente con te sul fatto che nella maggior parte dei casi, è proprio l'approccio sbagliato nella maniera occidentale di avvicinarsi e a qualsiasi musica di cultura non occidentale e teorizzarla secondo i nostri criteri applicati al nostro sistema temperato......

ma non è sbagliato, è inevitabile.
l'unico approccio che possiamo avere noi occidentali è questo (infatti si chiama approccio)
quando poi l'approccio diventa analisi più approfondita allora le cose cambiano; non potresti fare diversamente se non partire confrontando l'altra cultura con criteri tipici della tua.

PS:
ovviamente io non sono un musicologo indiano e non so una mazza di quello di cui state discutendo, anche se vi leggo con molta curiosità.


Messaggi: 3983 | Data Registrazione: Mag 2003  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 17. Ottobre 2003 22:58      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
Quel tipo di approccio è fondamentale per uno studioso occidentale...infatti se si vuole 'fare' i musicisti indiani alla loro maniera ci vogliono quarant'anni per essere definiti talenti in erba...hehe!
Comunque io sono per l'unione dei due aspetti perché da soli non li trovo completi dal punto di vista musicologico.
quote:
Originally posted by PeterPa:
ma non è sbagliato, è inevitabile.
l'unico approccio che possiamo avere noi occidentali è questo (infatti si chiama approccio)
quando poi l'approccio diventa analisi più approfondita allora le cose cambiano; non potresti fare diversamente se non partire confrontando l'altra cultura con criteri tipici della tua.

PS:
ovviamente io non sono un musicologo indiano e non so una mazza di quello di cui state discutendo, anche se vi leggo con molta curiosità.



Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged
margie
Junior Member
Member # 3004

 - posted 17. Ottobre 2003 23:01      Profile for margie   Email margie         Edit/Delete Post   Reply With Quote 
Beh gli indiani sono stati i primi a teorizzare. Il problema dell'approccio occidentale è nel dare troppo spesso più importanza alla semplice teoria piuttosto che alla pratica, la quale ha invece ispirato la teoria.
quote:
Originally posted by patato:
Concordo pienamente con te sul fatto che nella maggior parte dei casi, è proprio l'approccio sbagliato nella maniera occidentale di avvicinarsi e a qualsiasi musica di cultura non occidentale e teorizzarla secondo i nostri criteri applicati al nostro sistema temperato.
Le differenze che hai sottolineato sono fondamentali.



Messaggi: 102 | Data Registrazione: Ott 2003  |  IP: Logged


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