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Topic: Uno spazio per chi ama scrivere...
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yasodanandana
Member
Member # 1424
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posted 29. Settembre 2003 20:56
potremmo riesumare le poesie anti windows!!!! eh???
Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002
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simon
Member
Member # 1237
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posted 29. Settembre 2003 21:41
i doni dell'anima e il senso della vita che ci manca non si conquistano con i carrarmati, il danaro ed il potere.
Messaggi: 2741 | Data Registrazione: Lug 2002
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gio
Member
Member # 829
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posted 29. Settembre 2003 23:31
finisci la frase, simon!
Messaggi: 8319 | Data Registrazione: Feb 2002
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Mille
Member
Member # 1310
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posted 29. Settembre 2003 23:32
Questo è una specie di raccontino introduttivo che ho scritto un paio di anni fa... è solo un inizio: peccato che tutto il resto sia rimasto nella mia testa Primo - Fred
Il sole splendeva alto nel cielo di questa bellissima giornata estiva senza nuvole, lontano e accecante, riscaldando l'aria e facendo scendere una piccola goccia di sudore dalla fronte di Fred. Lui la fece scorrere sul dito rompendola tra il pollice e l'indice per rendersi conto della sua natura. Lo faceva spesso, in queste giornate così calde, per cercare di capire dove si trovava, ma questa volta sembrava diverso. Era così reale quel riflesso umido sulla punta del suo dito... Fece per infilare l'indice in bocca per sentirne il gusto, ma qualcosa colpì la sua attenzione distraendolo da ciò che stava facendo. Era il canto di un usignolo. Non il bellissimo canto che si sente passeggiando nei parchi di primavera quando le belle giornate si fanno sentire, ma un canto triste, infinitamente triste, un canto blu prigioniero della stessa gabbia da cui è stato creato. Fred si voltò verso la finestra riparandosi gli occhi dalla luce fastidiosamente calda che entrava, e vide la piccola voliera appoggiata sul davanzale. Avrebbe detto che si trattasse di un usignolo nel sentire la ricercatezza con cui il povero prigioniero cantava la sua triste storia, ma fu sorpreso nel trovare un giallo canarino tra i riflessi del sole. Chiuse il libro che aveva aperto davanti a se riponendolo nel ripiano inferiore del banco, e si alzò evitando di far stridere la piccola sedia su cui era seduto per non disturbare la struggente melodia della creatura imprigionata. Si avvicinò alla bianca e arrugginita gabbia di metallo laccato. Fu preso da un incredibile tristezza. Era sicuro di comprendere ciò che il povero uccellino gli stava cantando: un animale nato per volare, destinato a vivere tutta la vita in gabbia, con la terribile tortura di osservare il mondo tra gli spiragli di metallo della vecchia voliera. Sognare di volare... Gli avevano tolto la libertà, ma nessuno gli avrebbe mai tolto la voce, e avrebbe cantato giorni e notti riempiendo di tristezza e disperazione le orecchie dei suoi carcerieri. Fred era rapito da quel canto... "Allora... cosa aspetti a liberarlo?" Si girò di scatto nel riconoscere quella voce così calda e familiare. "Ginger..." il suo nome gli uscì strano dalla bocca. Cosa ci faceva li? "Ora che hai compreso la tristezza di questa povera creatura sei ancora indeciso se lasciarla andare?" lo rimproverò lei dolcemente. Aveva i capelli neri come la notte, lisci e lunghi sulle spalle e il dolce sorriso appena appuntato sulle labbra. I grandi occhi scintillavano sotto l'estate meravigliosa, e con il vestito leggero che portava era una zuccherosa tentazione, la stessa tentazione che prova un bambino lentigginoso davanti ad un cesto di fragole. "Si, adesso lo lascio andare..." Sorrise lui. Aprì la gabbia molto semplicemente con un gesto naturale ma dal significato molto profondo. Stava ridando la libertà di volare ad un essere che era nato per quello. Osservò il piccolo canarino giallo svolazzare fuori nell'azzurro senza nuvole. Il suo canto ora era gioioso e allegro, leggero come si sente nelle belle domeniche di primavera. Fu in quel momento che la realtà si sgretolò, frammentandosi in piccole schegge binarie senza senso apparente. Secondo - Ginger
Si ritrovò sdraiato sul suo letto con il senso di confusione mentale che gli attanagliava la mente. Aveva le mani appoggiate alle tempie e gli occhi ancora chiusi. Odore di pioggia misto al profumo sintetico di rose tibetane si espandeva nella stanza, creando una composizione olfattiva del tutto nuova. Il dolce lampeggiare digitale del timer risuonava tra i muri scandendo il suo ritorno alla realtà. Piccole pulsazioni sonore nel silenzio della pioggia, come sul fruscio di un vecchio nastro analogico. Aprì gli occhi sul timer della piastra, sul piccolo schermo al plasma. Tre secondi e ventinove centesimi... Alzò lo sguardo alla stanza illuminata da luci soffuse, osservando il vento che accarezzava dolcemente le tende bianche in seta sintetica facendole sussurrare di piacere. ****o! Pensò Fred tra sé e sé: mi stavo perdendo, laggiù. Tre secondi e ventinove centesimi per non ricavarne un ****o, nemmeno un frammento. Ma come mai la connessione si è interrotta? sembra che sia stato sbattuto fuori. Era la prima volta che gli capitava una cosa del genere, i nodi di rete interna reagiscono in vari modi, ma l'interruzione del collegamento non è mai prevista dal programma. Meglio così... si disse, si stava proprio perdendo. E come al solito non sapeva come si era perso. I ricordi che si hanno di una immersione sono sempre molto vaghi; poche volte rimangono impressi nella mente, e la maggior parte delle volte vengono dimenticati pochi secondi dopo il rientro dalla matrice, specialmente dopo un'emersione forzata. La piastra di immersione era scintillante in tutta la sua cromatura, semplicemente liscia, dotata di uno schermo al plasma e nessun pulsante di comando esterno. Per controllare la piastra bastava solo infilare le fibre ottiche che uscivano da un lato. Venivano collegate a un unica porta di passaggio dati, impiantata chirurgicamente nel collo, all'altezza dell'atlante. La porta è formata da polimeri biologici che fungono da collegamento tra le fibre ottiche della piastra e il sistema nervoso di chi la utilizza, per cui viene semplicemente controllata tramite impulsi cerebrali. La Matrice, a sua volta viene creata dagli impulsi impartiti dalla piastra alla corteccia cerebrale. Gli impulsi si trasformano in una "nuova realtà" usando i ricordi e le immagini presenti nel cervello, favorendo una migliore interazione con il mare informatico. Fred si alzò, scollegando le fibre ottiche dal suo sistema nervoso, lasciando bippare la piastra in standby. Si avvicinò al comando dell'ambiente olografico variando il programma impostato. Il piccolo controllo a muro ora non era più innestato nel muro... era innestato nella corteccia ricurva e ruvida di un ciliegio. Petali profumati si staccavano dolcemente dai rami, trasportati dal vento lungo la stanza che ormai non c'era più. L'erba fresca di rugiada sotto i suoi piedi nudi e il caldo sole del mattino lo fecero sorridere, come se fosse ritornato nel sogno di qualche minuto prima, un sogno che nemmeno si ricordava più. Il letto era ancora dove era prima, e Fred si sdraiò sulle lenzuola bianche ricoperte ormai di fiori rosa. "Buongiorno..." disse con voce pacata "Sei già sveglia?" La voce arruffata di Ginger uscì da sotto un cuscino "Forse si... Forse no..." "Dovresti ascoltarmi più spesso quando ti do un consiglio." "Forse hai ragione..." "Sai, mi sono immerso prima." Cambiò discorso Fred. "Trovato qualcosa?" "Nulla... tre secondi e ventinove, ma nulla" disse pensieroso "E' caduta la connessione" "Caduta la connessione? In che senso?" "Non so il motivo, ero all'interno di una banca dati e dopo un attimo mi sono ritrovato fuori" "Tutto ok? Ti vedo strano." La voce di lei si fece più preoccupata "E' successo qualcosa?" "No, va tutto bene." rispose "Mi sembra solo molto strano." "Cosa ti sembra strano?" "La connessione... stavo parlando della connessione..." "Non diventare paranoico adesso." disse Ginger "Vieni qua invece." Il viso di lei uscì dalle lenzuola, un po' assonnato e con i lunghi capelli neri scompigliati; sbadigliando mentre un petalo olografico si appoggiava sul naso fino e delicato. Gli occhi castani si intrecciarono con lo sguardo smeraldo di lui. Un sorriso sulla sua bocca, e un bacio. Il sapore di essenze cosmetiche all'arancio, lo colpì in pieno, scaturendo dalle vellutate labbra di Ginger. Lui le sorrise a sua volta e il sole olografico tramontò. Flebili luci danzavano ora nella "stanza", una moltitudine di piccole lucciole rischiaravano il buio della notte, mentre la pallida luna sintetica li guardava fare l'amore. CIAO !!
Messaggi: 717 | Data Registrazione: Ago 2002
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yasodanandana
Member
Member # 1424
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posted 30. Settembre 2003 00:27
haiku' haiku' il pc si pianta e non riparte piu'
Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002
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gio
Member
Member # 829
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posted 30. Settembre 2003 00:37
yaso, senza offesa, vorrei ricordare: "Mi piacerebbe che questo thread ospitasse i vostri testi,le vostre poesie o brevi racconti,insomma tutto ciò che è partorito dalle vostre penne di aspiranti scrittori." non e' quindi un concorso a punti.
Messaggi: 8319 | Data Registrazione: Feb 2002
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yasodanandana
Member
Member # 1424
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posted 30. Settembre 2003 01:05
e io che ho fatto? pure la poesia haiku!!! falla te la poesia haiku se ti riesce!!!
Messaggi: 29459 | Data Registrazione: Ott 2002
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