IK Multimedia ha rilasciato di recente le versioni per iPad e iPhone/iPod Touch di Amplitube, il simulatore di amplificazione ed effetti per chitarra e basso noto a tutti gli utenti di software musicali per sistemi operativi “classici” come Windows e Mac OS e recensito più volte in queste pagine, e l’interfaccia audio iRig per gli stessi dipositivi. Ecco una recensione.
a cura di cj
La versione per iOS, questa è la denominazione scelta da Apple per il software che pilota i propri dispositivi mobilli, è in realtà ?divisa? in due distinte versioni, una per l?iPod Touch o l?iPhone e una per l?iPad, la tavoletta creata da Apple che ha creato tanto interesse negli ultimi mesi. Sinceraramente avremmo preferito una versione unica, quelle contraddistinte da un ?+? quando si cercano le app nell?App Store ma tant?è, se le software house valutano che sia meglio così, avranno i loro validi motivi e IK non è certo l?unica ad aver intrapreso questa via. Certo è che, di fronte alla scelta, secondo noi saranno pochi coloro che compreranno entrambe le versioni.
Ma partiamo dall?’inizio perché di cose da dire non ce ne sono poche.
La prima versione per iPhone (e da qui in avanti in questo modo indicheremo anche quella per iPod Touch) è uscita a luglio, poco prima della presentazione del piccolo dispositivo hardware necessario a far si che il Amplitube non sia solo un piccolo giocattolo molto interessante, ma si trasformi in quello che ci si aspetta che sia: un amplificatore nel palmo della mano. Appena visto il programma, disponibile anche in versione gratuita, siamo rimasti molto impressionati, innanzitutto dalla fedeltà grafica rispetto all?originale ma soprattutto dalla qualità sonora. Infatti questa versione, come quelle a pagamento, include alcuni loop, giri di chitarra, da poter usare come test del programma stesso.
L?attesa dell?hardware(*) è diventata quindi un conto alla rovescia che è risultato nell?uscita di iRig, il piccolo dispositivo che sta comodamente in un taschino e che si deve collegare all?iPhone per poterlo usare veramente come amplificatore.
Hardware
iRig si presenta come un piccolo tubicino grande quando l?indice di una mano che offre tre connessioni. La prima è il jack da 1/8, lungo circa 10cm, da collegare all?uscita cuffie dell?iPhone che nell?occasione si trasforma anche in un ingresso, questa operazione sarebbe da fare prima dell?avvio di Amplitube. La seconda è il jack da 1/4 femmina, il classico jack da chitarra, con cui appunto collegare il cavo che si usa di solito per connettersi a un amplificatore ?vero?. La terza connessione, jack stereo da 1/8 femmina, è quella che collegherà il tutto a un mixer o alle cuffie.
Una volta effettuate le tre connessioni possiamo aprire il programma e iniziare a suonare. Una premessa, per evitare spiacevoli inconvenienti, IK ha deciso di mostrare sempre un avviso all?apertura del programma per impedire che le orecchie già malandate del chitarrista o bassista non siano ulteriormente colpite da eventuali feedback o fischi vari, nel caso si usino le cuffie con microfono incorporato fornite con l?iPhone. Una piccola scocciatura che serve però a proteggerci.

iRig, che costa 29,90 ? + iva, pur essendo piccolo nell?aspetto, offre una buona impressione di resistenza agli urti. Non abbiamo certo sperimentato quello che potrebbe succedere se lo schiacciassimo con i piedi, ma crediamo che la semplice caduta non possa danneggiare assolutamente il prodotto visto anche il peso. Diversamente occorre prestare molta attenzione all?uso dell?iPhone/iPad e cercare di non trascinarselo appresso quando usiamo la chitarra collegata, in questo caso il volo che potrebbe fare il malcapitato dispositivo Apple di turno sarebbe fatale. Nel caso forse sarebbe opportuno poggiarlo direttamente per terra o assicurarsi comunque di trovare la posizione giusta quando si suona, soprattutto in quelle situazioni di saletta in cui ci sono molti cavi che possono fare da rimorchio trascinando il dispositivo in un volo mortale. Chi scrive ha spesso rischiato di portarsi dietro il portatile proprio per questo motivo, pur stando molto attento a usare la scheda audio per computer (grande quanto un pacchetto di sigarette) di cui potete leggere in altre pagine di questo sito. Quando inventeranno connessioni magnetiche anche per le porte USB o FireWire, oltre che per l?alimentazione, saremmo tutti più contenti!
Passando oltre queste considerazioni, il filo di circa 10 cm che bisogna collegare all?iQualcosa ci sembra molto resistente e l?aggancio è ulteriormente rinforzato da un gommino di plastica che appare molto difficile da strappare accidentalmente.
Software
Parliano quindi di Amplitube per iPhone o iPad. I due programmi sono sostanzialmente identici ma offrono soluzioni estetiche leggermente differenti e relative allo spazio che l?interfaccia grafica ha a disposizione.

Le sezioni sono molto simili a quelle del programma per computer e si dividono in Amp, Cab ed FX, oltre ad avere delle parti dedicate alla gestione del dispositivo stesso come quelle dedicate ai Preset, ai Tools, alle Song, al Setup, alla possibilità di acquistare altri effetti o amplificatori (Add Gear nell?iPad o Add Amp/FX nell?iPhone) e, infine, alla gestione del proprio Account sul sito di IK-Multimedia. Una piccola differenza c?è nella sezione effetti, nell?iPad è posizionata in alto con quattro slot da riempire mentre nell?iPhone ci sono 3 icone e quindi tre slot. Questa differenza si riflette anche nell?uso visto che, mentre nell?iPad abbiamo dei menu a comparsa per quasi tutte le sezioni, nell?iPhone bisogna prima cliccare la sezione scelta e poi navigare nella finestra centrale per decidere quale fx, cab o amp inserire.

Entrambe le versioni offrono, come amp, un clean, un crunch, un lead, un metal e un bass mentre come cabinet, casse da 1×12?, 2×12?, 2 4×12? (A e B) e una da 1×15?. Per ogni cassa è possibile scegliere fra due microfoni, un condensatore o un dinamico che si possono impostare con un tap del dito, cosa che si può fare anche per i cabinet illustrati proprio accanto al microfono. La varietà degli ampli è sufficiente per un largo spettro sonoro e le emulazioni si rivelano abbastanza fedeli agli originali, intendendo con questa definizione sia il comportamento dei vari potenziometri degli ampli che la risposta delle tipologie di casse. Forse più che la risposta sonora delle emulazioni, è un po? il volume generale a soffrire leggermente. Suonando il basso con delle cuffie chiuse è difficile alzare il volume in modo da non sentire lo slap, anche non troppo pesante, sulle corde. Con la chitarra va decisamente meglio, usando ampli e casse spinte, magari con la distorsione attiva, in cuffia ci si può accontentare. Parliamo sempre di cuffie chiuse, con quelle in dotazione all?iPhone invece qualche difficoltà l?abbiamo avuta, molto meglio con delle in-ear, anche non di pregio. Resta da capire se sotto questo aspetto ci potranno essere delle migliorie infatti, anche collegando i prodotti a un mixer, si sente un certo limite nel corpo del suono che ricorda un po? le prime versioni di Amplitube per computer.

Gli FX inclusi sono: Delay, Fuzz, Distortion, Overdrive, Wah, Env Filter, Chorus, Flanger, Phazer, Octave e Noise Filter. Sull?iPad c?è un effetto chiamato ?Empty? che chiaramente serve a svuotare la sezione selezionata. Una nota per l?effetto Wha: è possibile impostare la gestone del pedale oltre che nei classici modi, automatico o con un tap continuo sul controllo dedicato, anche in modalità tilt, ovvero muovendo fisicamente tutto l?hardware. Con un iPad potrebbe risultare scomodo ma immaginiamo che, posizionando l?iPhone con una fascia da braccio, il chitarrista modermo potrebbe trovare un nuovo significato alla frase ?alzare il gomito?. Scherzi a parte, la funzione è stata una simpatica e gradita sorpresa.
L?aspetto degli effetti, del tutto simile ai classici ?pedalini? per chitarristi, è identico per entrambe le versioni e, una volta caricato quello scelto, bisogna ricordarsi di ?accenderlo?, come nel mondo reale. Tutti gli effetti che hanno funzioni di ciclo, come delay o chorus, offrono al possibilità di attivare il sync ai bpm eventualmente impostati nella sezione dedicata al metronomo, nella finestra Tools, dove trovano posto anche un accordatore e la sezione delle demo audio che abbiamo citato all?inizio. Il metronomo può essere spento o acceso e si può impostare, oltre che con un valore numerico, anche con la funzione tap. L?accordatore in questa finestra offre una visione più precisa ma è riflesso in piccolo anche nella finestra principale, offrendo sempre la possibilità di controllare lo stato dell?intonazione, esattamente come nella versione per Mac o Win. Ovviamente c?è la possibilità di mandare in mute l?audio per accordarsi senza far rabbrividire il vicinato o il pubblico.
I Preset si scelgono, in entrambi i dispositivi, da una finestra a comparsa e, scorrendo il dito in orizzontale ci sono 3 finestre per 12 impostazioni ciascuna, da un rapido calcolo arriviamo quindi a 36 preset in totale. Per attivarne uno basta cliccare sul numero che ci interessa, per memorizzarlo basta invece impostare amp, cab e fx come meglio crediamo e poi aprire la finestra preset e tenere premuto un numero per qualche secondo.

La sezione Song prevede la possibilità di caricare mp3 ma, allelujia, anche aac (.m4a) senza doverli convertire (almeno su Mac), anche se IK dichiara che il ?formato preferito? è l?mp3. Il programma comunque richiederà una sorta di ?espansione? di entrambe le tipologie di file.
Il trasferimento è quello più comune quando si tratta di scambiare file tra iCosi e il computer. Nel momento in cui decidiamo di caricare un file ci viene spiegato come operare il che consiste nell?aprire il browser e digitare l?indirizzo IP del computer, mostrato a schermo, con alla fine il numero di porta scelto da IK, la 8080.

Ovviamente i dispositivi devono essere entrambi sullo stesso network wi-fi. In questo modo possiamo caricare un certo numero di brani per poi suonarci sopra, cosa che è abbastanza importante per una combinazione di hardware e software che non pretende certo di sostituire le versioni per computer, anche se non lo escluderemmo a priori, ma mira piuttosto ad essere uno strumento con il quale riuscire a suonare dove desideriamo senza portarci dietro amplificatori veri e tantomeno un portatile. Un ottimo strumento didattico quindi non deve mancare di funzioni di playback di tracce audio anche se a dire il vero vedremmo bene in un futuro, speriamo molto vicino, anche la possibilità di variare indipendentemente bpm e tonalità del brano, ma magari chiediamo troppo per ora. Un altro piccolo desiderio sarebbe quello di poter trasferire i documenti audio anche tramite la funzionalità di condivisione integrata in iTunes, con il semplice collegamento del dispositivo al computer ma anche qui per ora possiamo decisamente accontentarci.

Nella finestra Settings, possiamo impostare la latenza con però solo due valori, Low e Ultra Low. Le istruzioni a schermo indicano che se sentiamo degli scricchioli durante il playback, sarebbe il caso di impostare su Low, se invece ci sembra che il suono arrivi troppo in ritardo occorrerà impostare su Ultra Low. In realtà, più logicamente, ci sono dispositivi come l?iPhone 2G/3G che hanno bisogno di un valore di buffer più alto per non emettere suoni ?strani?. Dalle nostre prove non abbiamo riscontrato problemi con un iPod Touch 3G e iOS 4 e l?iPad con iOS 3.
La funzione No Feedback deve essere attivata quando si usano le cuffie e amplificatori spinti, per evitare il classico e fastidioso effetto di rientro, Auto Sleep invece offre l?opzione di standby quando non si usa per un certo periodo.
Le App
A disposizione su l?App Store ci sono diverse versioni che si dividono in 2, per iPhone o iPad.
La versione base per iPhone è Amplitube Free che contiente un ampli (lead), 3 effetti in totale con noise filter e distorsore da scaricare gratis previa registrazione, un cabinet ed entrambi i microfoni.
Amplitube LE, € 2.39? offre invece delay, chorus, wah, gli effetti gratis di cui sopra più l?ampli, la cassa e i microfonii.
Entrambe le versioni permettono di acquistare, tramite la funzione in-app, moduli aggiuntivi fino a 11 effetti e 5 ampli+cassa in totale.
La versione completa offre invece, per 15,99? tutti gli ampli ed effetti citati in questo articolo.
Per l?iPad vale lo stesso, ma non è presente per ora una versione LE, anche se nella descrizione online viene citata, con il prezzo d?acquisto anche qui fissato a 15,99.
Infine?
La notizia dell?uscita di questa combinazione di hardware e software è stata molto gradita, la qualità dei prodotti IK è sempre ad un ottimo livello ma crediamo che per certi versi ci siano ampi margini di miglioramento, come già detto. Questo però non impedisce di usare l?iRig come ?practice amp?, molto utile per chi ha già un iPhone o un iPad avere così un comodo amplificatore d?emergenza per impreviste serate in sala o semplicemente per caricare un brano da studiare e suonarci sopra. Anche l?uso come strumento didattico nell?insegnamento può avere un valore, basta scaricare la versione free, far girare i loop e spiegare così come funziona un amplificatore e come, per esempio, i controlli gain e volume possano alle volte bastare da soli per creare un ampio spettro di suoni.
La ciliegina sulla torta sarebbe la possibilità di registrare le parti di chitarra soprattutto per memorizzare al volo un riff che ci piace particolarmente, ma non ci sentiamo di chiedere di più per ora a IK Multimedia, siamo sicuri che nei prossimi aggiornamenti ci saranno le migliorie chi ci aspettiamo.
Per ora, chitarra in spalla e iPod Touch nel taschino, ce ne andiamo in vacanza.
Claudio Januario
Per altre informazioni: iRig sul sito IK Multimedia
(*)sappiamo che la dicitura corretta sarebbe “?dello hardware?” ma francamente ignoriamo i consigli dell?Accademia della Crusca in favore di una migliore lettura