Il Compressore: tutorial e consigli pratici

Tutorial: Il CompressoreEntriamo nel magico mondo della compressione, croce e delizia dei nostri missaggi!
a cura di cubaser

I processori di dinamica

Un compressore è un processore che ha il compito di modificare la dinamica di un segnale. Possiamo definire la dinamica come l’escursione di ampiezza di un determinato segnale dal punto con l’ampiezza minore a quello con l’ampiezza maggiore. Un compressore è in grado di ridurre la gamma dinamica di una traccia, cioè questa differenza; ciò non vuol dire che il risultato finale sia ?più alto? o ?più basso? dell’originale, ma solo che il range dinamico della traccia è diverso da quello di partenza.

I parametri fondamentali di un compressore sono: Threshold, Ratio, Attack, Release.

Il parametro Threshold (soglia) stabilisce il punto di inizio della compressione: tutto ciò che sta al di sotto del livello di Threshold passa inalterato e viene rimandato all’output del compressore senza intervento. Dal momento che il segnale raggiunge la soglia di compressione, il processore inizia ad operare; il successivo parametro, Ratio (rapporto di compressione), stabilisce appunto il rapporto di compressione, ovvero la proporzione con cui viene modificata l’ampiezza del segnale in uscita in rapporto a quello di ingresso, una volta superata la Threshold.

Una Ratio di 1:1 lascia il segnale non compresso; iniziando a salire con il valore, il rapporto ingresso/uscita verrà modificato. Una Ratio di 3:1 vuol dire che un incremento di 3 dB in entrata oltre la Threshold provocherà un incremento di 1 dB in uscita dal compressore.

Ecco un diagramma dell’azione di un compressore, relativo ai due parametri sopracitati (per gentile concessione di Audiomaster.it www.audiomaster.it )

Figura 2

Facciamo ora un esempio un po’empirico. Per comodità di comprensione, prendiamo in esame un piccolo loop di batteria; normalmente, le componenti del kit (cassa, rullante etc.) sono mixate in origine ad un certo rapporto tra di loro e, in alcune occasioni, questo rapporto potrebbe non essere consono al nostro progetto. Per questa sezione del tutorial, utilizzerò come software Wavelab 6.

Facendo la misura della Loudness, otteniamo, per questo sample, un picco di circa -11 dB e un valore minimo di circa -49 dB.

Ecco come si presenta la waveform, e come Wavelab riporta, grazie ad una speciale pagina, la distribuzione dei livelli di dinamica:

Figura 3

La metà superiore della finestra mostra la rappresentazione classica della waveform, mentre nella metà inferiore l’asse delle ordinate riporta proprio il livello misurato in dB.

Secondo questa rappresentazione, l’attacco della cassa è situato attorno ai -11 dB, che è anche il livello massimo, mentre il rullante è a circa -15. Il primo colpo di HH è situato attorno ai -37 e il secondo attorno ai -27; la zona inferiore del sample ha un valore di -49 dB circa.

La dinamica effettiva di questo sample quindi risulta dalla differenza tra il minimo e il massimo, e cioè 36 dB.

In un mix piuttosto affollato, questo livello potrebbe non essere sufficiente per far risaltare correttamente il disegno ritmico di alcune componenti del loop; per alzare il rullante, ad esempio, di 3 dB, alzando semplicemente il volume della traccia, porteremo la cassa e quindi il picco a -8 dB, valore per noi troppo elevato (senza considerare il pericolo che questa operazione saturi completamente il bus di uscita).

La soluzione è quindi variare la differenza di dinamica tra il picco e la zona sottostante.

La figura che segue, mostra il compressore di Cubase in azione; ci limitiamo per il momento, a prendere in considerazione solo i parametri di Threshold e Ratio.

Figura 4

Con un rapporto di compressione di 2:1, occorrono quindi 2 dB in ingresso oltre la Threshold per ottenere l’incremento di 1 dB in uscita. Poiché ci siamo proposti di ottenere 3 dB sul rullante,    bisognerà ?ridurre le distanze? tra questo e la cassa,  e occorrerà quindi superare la soglia di 6 dB (sto prendendo a riferimento, naturalmente, il picco massimo, intorno agli -11 dB della cassa: quando questa supererà la Threshold di 6 dB, verrà attenuata di 3; ciò che sta al di sotto, se non oltrepasserà la soglia, non sarà toccato e resterà al livello originale).

Facendo un rapido calcolo, la Threshold verrà impostata quindi a -17 dB.

Nella figura potete vedere i due parametri, Threshold e Ratio e la loro influenza sul percorso del segnale: la zona centrale della finestra del plugin riporta un grafico simile alla fig. 2, con 3 ledmeters. Quello a sinistra, indica il livello di ingresso, quello in mezzo la quantità di dB sottratta dall’azione del compressore, quello più a destra il livello di uscita.

Il punto che spezza la retta del volume in ingresso, e che corrisponde alla Threshold, è detto anche Punto di Rotazione: da quel punto in poi, l’incremento di volume in uscita non è più lineare ma segue le impostazioni della Ratio.

Ecco quindi lo stesso compressore settato su una ratio di 4:1

Figura 5

Confrontate l’andamento della spezzata sopra il punto di rotazione con la figura precedente.

Da un input gain rilevato di -10,5 dB, si ha una compressione di circa 3 dB ed un livello di uscita di
-13,6;

il file risultante quindi ha un picco massimo di circa 3 dB sotto il file di partenza. Il resto del loop, che non raggiungeva la soglia di compressione, è rimasto più o meno inalterato.

Ecco il grafico su Wavelab:

Figura 6

In realtà, l’azione del compressore ha abbassato il livello generale della traccia di circa 3 dB;

se però ripristiniamo questi 3 dB mediante il comando Make Up (output gain) oppure cliccando sull’iconetta Auto, posta sotto di esso (ripristina il livello di uscita in automatico), riportando la cassa a -11, il rullante sarà ora a -12 dB. Il livello della traccia sarà inalterato rispetto a prima, ma la gamma dinamica più bassa sarà stata incrementata di 3 dB.

Naturalmente questa è una rappresentazione grossolana di una compressione: mancano ancora alcuni parametri di fondamentale importanza.

Ascoltiamo quindi l’originale e il file risultante dalla compressione.

Sequenza.wav

Ci sono 3 segmenti consecutivi, il primo è l’originale, segue il file compresso a 2:1 con una Threshold di -17 dB e il terzo con Ratio 6:1 e Threshold -25 dB (ho livellato un po’i volumi di ascolto per omogeneizzare il risultato).

In entrambi i files compressi, i parametri di Attack e Release sono stati settati al minimo.

Il parametro Attack stabilisce come il compressore inizia la sua azione: il valore è espresso in millisecondi; in pratica, con un valore zero, la compressione inizia istantaneamente appena il segnale raggiunge il livello di Threshold, mentre aumentando il valore, l’inizio della compressione subirà un ritardo della quantità di millisecondi impostata.

Il parametro Release, anch’esso espresso in millisecondi, indica invece il tempo di chiusura del compressore, ovvero il tempo passato il quale il compressore ricomincia a funzionare. Con una Release piuttosto lunga, un segnale immediatamente successivo a quello che aveva innescato l’effetto subirà la stessa compressione di quello che lo precede anche se è sotto la Threshold, perchè il compressore stesso è ancora aperto.

Ascoltate dunque l’attacco della cassa nel segmento non compresso e in quelli compressi, e nel terzo segmento, anche quello del rullante. I colpi hanno perso senza dubbio di incisività, sembrano  (e sono) schiacciati perchè il transiente iniziale è stato ?ucciso? dall’intervento immediato del compressore.

Ecco come si presenta uno stesso segnale processato con un attacco di  0 o 30 ms. Il primo file contiene il segnale processato con una Ratio di 2:1, con i due segmenti (0 e 30 ms.) consecutivi, il secondo ha una Ratio di 6:1

2_1.wav

6_1.wav

Tempi di Release troppo brevi possono provocare un effetto ondulatorio della compressione avvertibile come ?breathe? o ?effetto pompaggio?, mentre tempi troppo lunghi possono provocare lo schiacciamento del segnale.

Se proviamo ad allungare la Release, il risultato sarà questo:

6_1 max release

Il primo segmento contiene il file compresso con Ratio 6:1, Threshold a -25 dB, Attack a zero e Release a zero, nel secondo segmento la release è stata portata al massimo.

Osservate il diverso comportamento del rullante e dei due colpi di HH: i singoli colpi nella seconda parte sono completamente appiattiti.

L’effetto ?breathe? ottenuto con un attacco corto, un rilascio corto una Ratio di 4:1 e una Threshold attorno ai -40 dB.

Breathe.wav

Il compressore di Cubase, (Compressor) in realtà, ha un ulteriore parametro per il rilascio della compressione, che è denominato Hold.

Hold e Release si comportano in questo caso come la zona finale di un inviluppo ADSR :

Hold (espresso in ms.) determina quanto tempo il compressore deve restare aperto prima di iniziare a chiudersi, Release (espresso anch’esso in ms.) indica in quanto tempo la compressione si porta a zero dopo il periodo di Hold.

Un comando Auto, posto sotto il parametro Release, consente al processore di applicare automaticamente il tempo di release appropriato.

Un ulteriore parametro, detto Knee (ginocchio) addolcisce la compressione agendo sul punto di rotazione; il nome deriva proprio dalla sua rappresentazione grafica.

(ancora per gentile concessione di Audiomaster.it)

Figura 2

Ogni processore, sia software che hardware, applica i parametri in un modo diverso, e i risultati possono essere (e sono) molto diversi; non tutti i compressori sono adatti a tutte le tipologie di suono.

Non vi resta che sperimentare! Buon lavoro a tutti.
cubaser

Cubaser è Valerio Nigrelli, inizia prestissimo a farsi le ossa nei service audio scaricando furgoni di attrezzature.

Appassionato di home recording lavora nel campo ormai da circa 20 anni. Dal giugno del 2005 ha raggiunto col nickname cubaser (visto il suo sviscerato amore per questo software) la comunità dei forum di cubase.it.

È docente certificato Steinberg

Potete scrivergli su valerionigrelli@cubase.it
Potete navigare fino al suo sito www.valerionigrelli.it
Potete andarlo a trovare nel suo negozio:

Easyprint
Via Ognissanti, 9
35129 Padova
Tel. 049 8079043