FXpansion BFD v. 1.0.7.3

VSTi per l’emulazione della batteria e…del batterista in formato VSTi, AU, DXi, Rewire, RTAS, Standalone per Windows e Macintosh

di Riccardo Ballerini

Utilizzati per il test:

  • iMac G4 800 MHz 15″ – 512 MB RAM – 60 GB HD
  • G5 2GHz DP – 1.5 GB RAM – 160 GB HD
  • Scheda Audio: Tascam US-428
  • Controller: AKAI MX 1000

Descrizione Generale:

Tanto per mettere i puntini sulle “i” è FANTASTICO!!. Ok adesso mi riprendo e riassumo un’aria vagamente professionale…

Sulla pagina delle FAQ del sito della fxpansion sono andato a vedere cosa significasse BFD (visto che non è specificato da nessuna parte) e rispondevano che B sta per Big, D sta per Drum e F….fate voi! Bisogna dire che l’inelegante paroletta in questo caso è appropriata in quanto siamo davanti ad un piccolo mostro capace di monopolizzare l’attenzione di tutti quelli che l’hanno sentito.

BFD è fondamentalmente un modulo batteria VSTi con annessa capacità di gestire grooves e fills registrati da batteristi veri tra cui Chris Dagley (Jamiroquai, Lalo Schifrin, Ella Fitzgerald, Eric Clapton, Chaka Khan).

Un po’ di Storia:

Buona parte del suono di una batteria registrata è figlia della scelta e del posizionamento dei microfoni, della qualità della batteria, del batterista e dell’ambiente nel quale si fa la ripresa, e fin qui niente di nuovo. Di nuovo c’è invece la possibilità di avere un modulo batteria che permette un certo margine di operazione anche su questi parametri, il tutto senza uscire dal nostro amato-odiato host. Non è la prima libreria ad offrire la possibilità di utilizzare suoni ripresi contemporaneamente da diversi set-up microfonici (Toontrack’s ‘Drum kit from hell’) ma è sicuramente la prima volta che si possono virtualmente spostare nella stanza e variarne l’angolo stereo. Fantastico.

Un po’ di Tecnica: abbiamo ben 4 modalità di ripresa disponibili e miscelabili a piacere. Per i suoni diretti è stato usato un parco microfoni comprendente Sennheiser MD421, Neumann KM81 e M49, EV Re20, AKG 451 ed i fidi SM57 il tutto attraverso un pre custom API. (http://www.apiaudio.com/apihomeSet2.html). Per gli Overhead sono stati usati una coppia di C-12 della AKG (15.000$ cad.!) interfacciati da un pre valvolare Summit MPC-100A (http://www.summitaudio.com/). Per la ripresa della stanza (Room) una coppia di Neumann U87 con pre Avalon. Due Crown PZM piazzati a livello del pavimento ed utilizzati con uno stadio di compressione Empirical Labs Distressor (http://www.empiricallabs.com/) settato ad un ratio 3:1, conferiscono la possibilità di una ripresa ambientale molto interessante.

Posizionamento dei microfoni:

Per la cassa ci sono due microfoni, uno dal lato del battente e l’altro esternamente, liberamente miscelabili Per il rullante, analogamente, sono previsti due microfoni, uno lato bacchette e l’altro lato cordiera, con libertà di deciderne i rispettivi livelli i microfoni Overhead, Room e PZM sono regolabili in distanza dal drumset e in apertura dell’angolo di ripresa. Ho trovato la possibilità di regolare l’angolo estremamente efficace nel ricreare l’ambiente, mentre la regolazione della distanza permette dei posizionamenti troppo lontani dallaa sorgente che rendono la miscelazione col suono diretto non praticabile in quanto si percepisce un ritardo palese tra suono diretto ed ambientale.

Interfaccia Utente: È molto ben organizzata e non ci si ritrova mai troppo lontano dal menu che serve.

Mixer: sono presenti 4 slider per la regolazione del segnale Diretto, Overhead, Room e PZM, più un Master. È possibile regolare il volume di ogni pezzo sia sull’uscita diretta che su quelle ambientali. Questa opzione, non messa sufficientemente in evidenza (IMHO), è invece una vera chicca concessa dall’essere una microfonatura virtuale. Si può, per es., eliminare il rullante dagli Overhead!, cosa ovviamente impossibile in studio di registrazione. Lavorando sulla presenza, soprattutto della cassa, nei canali ambientali si ottiene un ottimo controllo del punch e della riverberazione.

Mixer Host:

Si possono caricare versioni diverse del plug-in in funzione delle uscite che vogliamo/possiamo gestire. Da una ripetizione delle uscite mixer appena citate fino a canali separati per ogni pezzo ed eventuali microfoni separati delle pelli (BD e SD). Per le applicazioni con limitazioni nella gestione degli ingressi VSTi come ProTools, Logic, Acid etc. si può usare la versione ReWire.

Sonorità:

Sono disponibili più di 8 GB di campioni organizzati in 7 drumkit ben differenziati, da una Ayotte ad una Slingerland passando per una Ludwig in plexiglass (Lucite) piuttosto che una Pearl, ed altre. I suoni vengono gestiti in streaming da disco, comprese le riprese ambientali. È comunque semplicissimo crearsi dei kit custom e poi salvarli. Non si possono, però, usare campioni personali anche se si rumoreggia l’arrivo di nuovi drumkit.

Articolazioni:

Inutile dire che i suoni sono multicampionati in velocity layering….ma fino a 46 livelli!! I campioni della cassa sono disponibili sia con che senza rullante in risonanza. È possibile regolare singolarmente per ogni pezzo la sensibilità MIDI.

Il Batterista (Groove Librarian):

All’interno di una finestra di browsing divisa in tre suddivisione da 12 slot ciascuna è possibile inserire, singolarmente o a famiglia stilistica, dei grooves che non sono altro che dei MIDI Files registrati live. Nella finestrella di destra si inseriscono invece i Fill-in corrispondenti. I grooves sono attivabili suonando i tasti corrispondenti, possono suonare se tenuti pigiati oppure in modalità latch, e sono presenti dei parametri regolabili per la successione casuale dei grooves e per decidere ogni quante battute inserire un fill. Tutto ciò consente l’utilizzo di BFD anche come modulo di batteria elettronica con delle buone capacità di variazione e di controllo real-time. Sono altresì presenti le regolazioni per variazioni random delle dinamiche delle note suonate sia da groove interno che da traccia MIDI, che quelle per quantizzazioni più o meno robotiche dei medesimi. A questo proposito risalta la grafica utilizzata per rappresentare questi parametri: un morphing tra il fumetto di un musicista con la cicca in bocca ed un robot.

Impressioni di utilizzo:

per metterla giù semplice…fantastica. La soluzione al problema batteria virtuale. Sull iMac 800 – 15″ praticamente non ce la faceva a girare, sul G5 2GHz DP invece… Anche su un G4 1.25 GHz DP nessun problema. Lo streaming da disco è impegnativo quindi raccomando l’uso di un HD dedicato, o almeno una partizione, deframmentata dedicata a BFD.

Pro: l’audio proveniente dalle riprese ambientali rende quasi inutile l’utilizzo di plug-in per il riverbero offrendo al tempo stesso un riverbero vero e non simulato e risparmiando CPU. Verosimiglianza dei grooves, altissima qualità dei campioni. Possibilità di decidere se avere nelle uscite separate solo il suono diretto o anche i rientri degli altri pezzi! Accompagnatore infaticabile senza la monotonia di una batteria elettronica.

Contro: molto pesante sul disco e sulla CPU anche se il vero difetto è di non aver previsto una modalità economy o similare per poterlo usare anche su macchine meno potenti. È vero che è presente una modalità che usa solo la parte dei campioni residenti in RAM ma il risultato non mi entusiasma (suoni troncati). Impossibilità di regolare il livello dei campioni all’interno del soundset di uno stesso pezzo della batteria, per es. regolare il livello del charleston aperto rispetto a quello chiuso.

Valutazione Complessiva: 9/10

Rapporto qualità/prezzo: 10/10 Solo gli 8GB di campioni costerebbero assai di più

Requisiti Minimi di Sistema:

  • PC: 1 GHz P III o Athlon – 512 RAM – DVD Drive (per l’istallazione) – W2000 o XP – 9 GB liberi sull’HD
  • Apple:. G4 733 MHz – 512 RAM – DVD Drive (per l’istallazione) – OSX – 9 GB liberi sull’HD

Buoni Flam a tutti!

Riccardo Ballerini